Pensioni, aumenti per rivalutazione, quota 103 e vecchiaia: tutte le novità del 2024

Mercoledì 29 Novembre 2023
Pensioni, aumenti per rivalutazione, quota 104 e vecchiaia: tutte le novità del 2024

Pensioni. Cosa cambia nel 2024? Non solo aumenti per la rivalutazione.

La legge di bilancio riduce al minimo i canali di pensionamento in anticipo rispetto all'età di vecchiaia (67 anni) inserendo penalizzazioni per chi decide comunque di uscire dal lavoro.

Ma dà la possibilità a chi non raggiunge un importo pensionistico di almeno 1,5 volte l'assegno sociale di andare in pensione a 67 anni senza aspettare i 71 previsti oggi. Ecco in sintesi le misure per il pensionamento dal prossimo anno a meno di nuovi correttivi.

Pensioni, la rivalutazione

Rispetto all'inflazione, con il tasso fissato al 5,4%, significherà nel 2024 aumenti fino a 122 euro per gli assegni fino a quattro volte il minimo, quelli che per cui è previsto il recupero pieno dell'aumento dei prezzi, ovvero quelli fino a 2.272,96 euro lordi. Al momento infatti il trattamento minimo per il 2023 è fissato a 563,74 euro, ma a questo va aggiunto lo 0,8% di differenza tra l'inflazione recuperata nel 2023 (7,3%) e quella effettiva registrata nel 2022 (8,1%).

Chi ha redditi da pensione tra i 2.272,96 euro (quattro volte il minimo) e 2.841,2 euro al mese (cinque volte il minimo) prende un recupero del 4,59% (l'85% del 5,4%) quindi al massimo 130,41 euro. Chi ha redditi tra cinque e sei volte il minimo (3.409,44 euro) ha diritto ad un recupero del 53% quindi ha un aumento del 2,862% pari al massimo a 97,57 euro. Chi ha pensioni fino a otto volte il minimo (4.545,92 euro al mese) ha diritto a un recupero del 47% dell'inflazione quindi al 2,538 per un aumento del cedolino al massimo di 115,37 euro.

Lavoratori discontinui 

Per il biennio 2024-2025, i lavoratori che hanno cominciato a versare dal 1996 (e sono quindi interamente nel regime contributivo) possono riscattare, in tutto o in parte, i periodi di vuoto contributivo fino a un massimo di cinque anni parificandoli a periodi di lavoro. Il versamento si può fare al massimo in 120 rate mensili senza interessi. La rateizzazione non è possibile se questo versamento serve per l'accesso alla pensione.

Pensione a 67 anni

La legge di bilancio cancella la soglia minima per l'importo della pensione maturata di 1,5 volte l'assegno sociale limitandola all'assegno sociale stesso (503 euro), lasciando invece invariata la necessità di avere almeno 20 anni di contributi versati.

Questa norma aiuta chi ha avuto carriere discontinue e con stipendi bassi che rischiava di andare in pensione a 71 anni. Viene invece innalzata la quota dell'importo dell'assegno maturato per andare in pensione tre anni prima dell'età di vecchiaia (da 2,8 a 3,3 volte l'assegno sociale).

Quota 103 con penalizzazione

Si potrà andare in pensione nel 2024 con 62 anni di età e 41 di contributi (come nel 2023), ma si aggiunge un taglio sull'importo. L’assegno sarà interamente calcolato con il metodo contributivo, che normalmente risulta meno vantaggioso. E in ogni caso ci sarà un tetto: l’importo non potrà superare quattro volte il minimo Inps (come abbiamo visto 2.272 euro lordi mensili). Chi sfrutterà questa opportunità dovrà comunque attendere da sette a nove mesi, una volta maturato il diritto, prima di andare effettivamente in pensione.

Si allungano inoltre le finestre per l'uscita: da tre a sei mesi per il privato e da sei a nove mesi per il pubblico. Potranno uscire i nati nel 1961 che hanno cominciato a lavorare almeno nel 1983 senza buchi contributivi. 

Ape sociale e opzione donna

Aumenta di 5 mesi, fino a 63 anni e 5 mesi l'età per l'accesso all'ammortizzatore che accompagna alla pensione disoccupati, caregiver, invalidi con almeno il 74% e impegnati in lavori gravosi. Aumenta di un anno, fino a 61 anni l'età minima per l'accesso a Opzione donna ai quali va aggiunto un anno di finestra mobile (un anno e mezzo per le autonome). Potranno usarlo le donne nate fino al 1963 che hanno almeno 35 anni di contributi nel 2023 e quindi hanno cominciato a lavorare almeno dal 1988 ricalcolando tutto l'importo con il metodo contributivo.

Adeguamento alla speranza di vita

L'adeguamento alla speranza di vita per chi va in pensione a prescindere dall'età una volta raggiunti 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 le donne) partirà nel 2025 e non nel 2027. Resta la finestra mobile di tre mesi.

Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 19:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci