Pensioni, aumento del 7,3% fino a 2.101 euro lordi: pagamenti a gennaio 2023

L'Inps ricorda che per il 2023 l'età di accesso per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni. La manovra di Bilancio si prepara a introdurre un nuovo canale di accesso anticipato

Giovedì 22 Dicembre 2022 di Mario Landi
Pensioni rivalutate, aumento del 7,3% fino a 2.101 euro lordi: i pagamenti il 3 gennaio

Recupero integrale dell'inflazione per le pensioni lorde fino a 2.101,52 euro con un aumento del 7,3% così come previsto dal decreto del ministero dell'Economia: l'Inps fa i conti sulla rivalutazione per l'anno prossimo con una circolare sottolineando che per i redditi da pensione oltre questa soglia (quattro volte il trattamento minimo del 2022) il recupero arriverà una volta approvata la legge di Bilancio che chiarirà definitivamente le percentuali di recupero dell'inflazione. La manovra in discussione in Parlamento infatti prevede che sopra la soglia delle quattro volte al minimo il recupero non sia integrale ma che sia dell'85% tra le quattro e le 5 volte, del 53% tra le cinque e le sei volte fino ad arrivare ad appena il 32% dell'inflazione per le pensioni oltre le 10 volte il minimo (5.243,38 euro lordi).

Per queste ultime il recupero sarà del 2,33%.

Pensioni, rivalutazione e aumento: i dati

Le pensioni saranno pagate il 3 gennaio, secondo giorno bancabile dell'anno mentre nei mesi successivi alle Poste saranno pagate sempre il primo del mese ad eccezione di maggio, ottobre e novembre (saranno pagate il 2). In Banca saranno pagate con le stesse modalità ad eccezione di aprile e luglio quando si pagheranno il 3 del mese. L'Inps ricorda che per il 2023 l'età di accesso per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni. La manovra di Bilancio si prepara a introdurre un nuovo canale di accesso anticipato (oltre i 42 anni e dieci mesi di contributi versati, 41 e 10 per le donne) con Quota 103 che consentirà il pensionamento con 62 anni di età e 41 di contributi. «Il Disegno di Legge di Bilancio 2023 - sottolinea l'Inps - prevede interventi volti a rimodulare le modalità di attribuzione della rivalutazione automatica per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il trattamento minimo.

 

Il trattamento

Al fine di evitare la corresponsione di somme potenzialmente indebite, pertanto, la rivalutazione è stata attribuita in misura pari al 100% a tutti i beneficiari il cui importo cumulato di pensione sia compreso nel limite di quattro volte il trattamento minimo in pagamento nell'anno 2022 (pari a 2.101,52 euro). Per i pensionati il cui trattamento pensionistico cumulato è superiore al predetto limite, la rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile dopo l'approvazione della legge di bilancio 2023». Il trattamento minimo rivalutato al 2023 è pari a 563,74 euro (da 525,38). La pensione sociale sale a 414,76 euro al mese (5.391,88 annui) e l'assegno sociale a 503,27 euro (6.542,51 annui).

I limiti reddituali salgono a 5.391,88 personali per la pensione sociale (18.577,24 coniugale) e a 6.542,51 per l'assegno sociale (13.085,02 coniugale). La misura della perequazione, definitiva per l'anno 2022 e previsionale per l'anno 2023, è stata applicata anche alle pensioni e agli assegni a favore dei mutilati, invalidi civili, ciechi civili e sordomuti mentre i limiti di reddito per il diritto alle pensioni in favore dei mutilati, invalidi civili totali, ciechi civili e sordomuti sono aumentati del 5,1%.

Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 23:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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