Pensioni, aumenti da maggio per quelle minime: anticipato lo scatto extra di gennaio 2024, le cifre

Anticipato lo “scatto extra” del 2,7% che era previsto a gennaio del 2024. Per i pensionati al minimo il ritocco sarebbe di circa 11 euro netti al mese

Domenica 23 Aprile 2023 di Andrea Bassi
Pensioni, aumenti da maggio per quelle minime: anticipato lo scatto extra di gennaio 2024, le cifre

Il menù del consiglio dei ministri del prossimo primo maggio si arricchisce di una nuova portata: un aumento delle pensioni più basse. Ad annunciarlo è stato il vice premier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. «Il primo maggio», ha detto visitando il salone del Mobile a Milano, «faremo un consiglio dei ministri dove ci sarà un altro sostanzioso e sostanziale aumento delle buste paga e delle pensioni più basse».

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Ed è proprio questa la novità. Il governo sugli assegni minimi è già intervenuto nell’ultima manovra di Bilancio. Alle pensioni minime, oltre al recupero totale dell’inflazione, è stato riconosciuto un aumento extra dell’1,5 per cento, che ha portato l’assegno da 525 a circa 572 euro. Per gli over 75 l’incremento aggiuntivo è stato più consistente (del 6,4 per cento), portando l’assegno a 600 euro netti al mese.

Nel 2024 è già previsto un ulteriore aumento straordinario del 2,7 per cento, che dovrebbe far salire l’assegno di circa 11 euro al mese. Il nuovo aumento potrebbe anticipare di sei mesi questo “scatto”. L’altra ipotesi è che si possa replicare un “anticipo” del recupero dell’inflazione (che continua a viaggiare a ritmi maggiori del previsto) come fatto a novembre dello scorso anno, quando il governo Meloni appena insediato decise di riconoscere un adeguamento al caro vita del 2 per cento sulle pensioni, senza aspettare le comunicazioni delle stime ufficiali dell’Istat. 


Qualsiasi sia comunque la soluzione tecnica adottata, è difficile che l’aumento delle pensioni minime possa discostarsi molto da una decina di euro al mese. Il costo dell’adeguamento è infatti molto elevato. I pensionati che ricevono l’assegno minimo sono circa 2,1 milioni, ma le pensioni sono di più, circa 7 milioni. Va considerato che la “dote” per il prossimo decreto lavoro è di 3,4 miliardi. Una somma dalla quale il governo non potrà discostarsi, visto che si tratta di uno “spazio” di deficit autorizzato dal Parlamento. E in questo stesso spazio sono comprese le risorse per la principale misura prevista dal Def, il Documento di economia e finanza, e già annunciata in Parlamento dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: il taglio del cuneo fiscale.

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IL PASSAGGIO
Ogni euro destinato alle pensioni, insomma, sarà un euro sottratto alla riduzione del costo del lavoro e dunque all’aumento del netto in busta paga per i dipendenti. Anche sulla decontribuzione le simulazioni sono ancora in corso. L’ipotesi principale, soprattutto se ci saranno da finanziare altri capitoli come quello delle pensioni, resta un aumento di un punto dello sconto sui contributi Inps per gli stipendi fino a 35 mila euro l’anno. In questo schema la decontribuzione per le retribuzioni fino a 25 mila euro salirebbe dall’attuale 3 al 4 per cento, mentre quella per le retribuzioni tra 25 mila e 35 mila euro passerebbe dal 2 al 3 per cento. 


In realtà durante l’audizione sul Def, Giorgetti ha spiegato che lo sconto potrebbe essere anche più alto, di due punti. Anche perché lo scatto di un solo punto porterebbe un beneficio minimo nelle buste paga, un aumento tra 10 e 16 euro a seconda dello stipendio. Ed è proprio per questo che vanno calcolati bene gli spazi di manovra consentiti dai 3,4 miliardi di euro a disposizione. La decisione che il governo potrebbe essere chiamato a prendere, potrebbe essere se concentrare o meno tutte le risorse su una singola misura. Destinare tutta la somma al taglio del cuneo fiscale farebbe raddoppiare il beneficio mensile per i lavoratori (l’aumento salirebbe a 20-32 euro netti al mese), mentre se una parte delle risorse dovranno essere destinate ad altre misure, il beneficio potrebbe essere più contenuto. La prossima settimana sarà insomma decisiva sia per il confronto politico che tecnico sulle misure che dovranno essere inserite nel decreto del primo maggio. 
Andrea Bassi
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Ultimo aggiornamento: 14:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA