Isopensione, come uscire dal mondo del lavoro 7 anni prima: lo scivolo prorogato fino al 2026

Le novità contenute nel decreto Milleproroghe 2023

Sabato 11 Marzo 2023
Isopensione, come uscire dal mondo del lavoro 7 anni prima: lo scivolo prorogato fino al 2026

Isopensione, cos'è? È un modo di andare in pensione anticipatamente. Esisteva già e la novità di oggi è che c'è una proroga della possibilità di accedere a questo pensionamento anticipato fino a 7 anni nelle aziende interessate da eccedenze di personale, fino al 2026. Questa opzione è normata nell’articolo 9, comma 5-bis introdotto al Senato nella legge di conversione del decreto Milleproroghe.

Vediamo come funziona.

Isopensione, prima era di 4 anni

L'isopensione è un prepensionamento. Compariva già nella legge 92 /2012, "Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita", e prevedeva degli incentivi all'uscita dei lavoratori più anziani cui fossero mancati al massimo 4 anni al raggiungimento dei requisiti per la pensione della vecchiaia (67 anni di età) o anticipata (41 anni e 10 mesi di contributi per le lavoratrici e 42 anni e 10 mesi per i lavoratori) la pensione antici. Diceva, insomma, che si poteva andare in pensione prima 4 anni prima del previsto. Nella legge si leggono le condizioni precise in cui l'uscita anticipata è effettivamente possibile. «Nei casi di eccedenza di personale - recita la norma - accordi tra datori di lavoro che impieghino mediamente più di quindici dipendenti e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello aziendale possono prevedere che, al fine di incentivare l’esodo dei lavoratori più anziani, il datore di lavoro si impegni a corrispondere ai lavoratori una prestazione di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti, e a corrispondere all’INPS la contribuzione fino al raggiungimento dei requisiti minimi per il pensionamento». E ancora: «I lavoratori coinvolti in questa operazione devono raggiungere i requisiti minimi per il pensionamento, di vecchiaia o anticipato, nei quattro anni successivi alla cessazione dal rapporto di lavoro». 

Isopensione, ora è di 7 anni

Il termine di anticipo di 4 anni  per l'esodo dei lavoratori era stato portato a 7 anni per il triennio 2018-2020 dalla legge di bilancio 2018 e riconfermato fino al 2023 dalla legge di bilancio 2021 («Al fine di fornire misure rafforzate per affrontare gli impatti occupazionali derivanti dalla transizione dal vecchio al nuovo assetto del tessuto produttivo senza che ciò comporti nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e aggravi sull’attuale si stema previdenziale, limitatamente al periodo 2018-2020 il periodo di quattro anni di cui all’articolo 4, comma 2, della legge 28 giugno 2012, n. 92, può essere elevato a sette anni», così recitava l'articolo). La novità del Milleproroghe 2023 conferma questa possibilità fino al 31 dicembre 2026. Cosa vuol dire e cosa cambia rispetto a prima? Vuol dire che le aziende già dal 2018 possono concordare piani di esodo anticipato. E ora possono continuare a operare questi piani, a carico dell'azienda, per lavoratori a cui mancano sempre massimo 7 anni (invece che 4) dall'età per la pensione INPS.

Accordo per uscire prima dal mondo del lavoro, ma chi paga?

L'assegno arriva alla persona dall'INPS ma l'isopensione è totalmente a carico dell'azienda. Il datore di lavoro si  impegna  a versare all'INPS sia le somme per l'assegno sostitutivo della pensione che arriva al lavoratore (si chiama "assegno di esodo") tramite l'istituto, che per la contribuzione correlata. L'azienda, cioè, paga i contributi spettanti in base alle normali retribuzioni che sarebbero state corrisposte al lavoratore, durante il periodo di normale di lavoro. In questo modo si garantisce la copertura per tutto il periodo fino al raggiungimento dell'età per la pensione, il cui importo non subisce variazioni negative. È un'operazione piuttosto onerosa per le aziende, motivo per il quale è praticata soprattutto nelle grandi aziende che hanno molti dipendenti.  

Prepensionamento, si può sempre accedere?

No. Ci sono condizioni molto precise per accedere al prepensionamento. L'accordo di esodo siglato con le rappresentanze sindacali deve essere autorizzato dall'INPS che valuta i requisiti contributivi del dipendente e il requisito dimensionale dell'azienda. È richiesta anche una fidejussione per garantire la solvibilità dell'impegno finanziario verso il lavoratore. L'operazione, ribadiamo, è finanziata interamente dal datore di lavoro, dalla data di esodo fino alla data di maturazione della prestazione pensionistica. 

L'assegno non è indicizzato

Un elemento importante da tenere in considerazione: l'isopensione non gode della perequazione automatica all'indice ISTAT, ovvero non recupera l'inflazione che si accumula anno per anno, non comprende gli assegni famigliari, non ha trattenute, ad esempio per riscatti e ricongiunzioni che devono quindi essere interamente versati prima dell’accesso alla prestazione, per cessione del quinto dello stipendio, per mutui. 

Come funziona

Si può accedere all'isopensione nelle aziende con più di 15 dipendenti, nei casi di eccedenza di personale. L'azienda stipula un accordo con le  organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative per far uscire i lavoratori più anziani, distanti sette anni dall’età pensionabile. Si deve, quindi, definire la platea dei dipendenti in esubero da collocare ipoteticamente in prepensionamento. L’assegno dell’isopensione viene corrisposto dal mese successivo alla cessazione del rapporto di lavoro. L’importo è pari all’assegno pensionistico che percepirebbe il lavoratore in pensione, al netto dei contributi spettanti.

Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 07:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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