Pensioni, come uscire dal lavoro 5 anni prima (grazie alla proroga del contratto di espansione). La guida completa

Martedì 18 Aprile 2023
Decreto lavoro 2023, come andare in pensione 5 anni prima: prorogato il contratto di espansione

Pensione anticipata e assunzioni. Il decreto Lavoro che sta mettendo a punto il governo mira a un ricambio generazionale. Come anticipato da Il Messaggero, chi è vicino alla pensione potrà lasciare il lavoro 5 anni prima e per ogni tre dipendenti che usufruiranno dello scivolo è prevista l'assunzione di un giovane.

Vediamo le misure previste nel decreto.  

In pensione 5 anni prima

È prorogata per due anni la possibilità di andare in pensione cinque anni prima. Tecnicamente si tratta della proroga dei contratti di espansione, una tipologia di contratto introdotta nel biennio 2019-2020 poi prorogati fino alla fine del 2023 anche per le aziende con più di 50 dipendenti. Ma cos'è il contratto di espansione?

Contratto di espansione

Il contratto di espansione è un accordo tra sindacati e azienda per un prepensionamento fino a 5 anni di anticipo sul raggiungimento della pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 di contributi) o della pensione anticipata (42 anni e 10 mesi, le donne 41 anni). In cosa consiste?

Quanto e chi paga?

Il lavoratore che accede al prepensionamento riceve un'indennità pagata dall'Inps ma a carico del datore di lavoro. L'indennità è pari all'importo della pensione maturata fino a quel momento. 

E se non mi mancano 5 anni alla pensione?

Se mancano più di 5 anni al raggiungimento della pensione è prevista una riduzione dell'orario lavorativo. In questo caso il lavoratore riceve un'indennità pagata dallo Stato fino a un massimo di 18 mesi. L'orario ridotto può andare da un taglio del 30% fino al 100%. In quest'ultimo caso il lavoratore smette di fatto di lavorare. 

Lavoratori precoci e Opzione donna

Per lavoratori «precoci» sono previste tre finestre di uscita e sono le stesse dell'Ape sociale: 31 marzo, 15 luglio e 30 novembre. Il cosiddetto lavoratore precoce è quello che ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni (con almeno 12 mesi di contribuzione, anche discontinui) ed è iscritto a una forma di previdenza obbligatoria prima del 1° gennaio 1996. I lavoratori precoci che intendono uscire dal mondo del lavoro devono trovarsi in una di queste situazioni: essere in stato di disoccupazione; assistere e convivere, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente affine di primo o secondo grado disabile grave; avere una riduzione della capacità lavorativa; essere lavoratore o lavoratrice dipendente addetto alle cosiddette attività gravose e che svolgere tali attività da almeno sette anni negli ultimi dieci o da almeno sei anni negli ultimi sette prima del pensionamento; oppure svolgere lavori usuranti. Opzione donna, invece, non cambia.  

Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 08:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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