Caro pasta, i venditori pronti a tagliare i prezzi: l'annuncio di Urso. Oggi il tavolo sui rincari

Prevedibili ribassi, ma c'è scetticismo sul ritorno dei listini a livelli pre-crisi

Giovedì 11 Maggio 2023 di Francesco Bisozzi
Caro pasta, i venditori pronti a tagliare i prezzi: l'annuncio di Urso. Oggi il tavolo sui rincari

Stop alla speculazione sulla pasta. «I prezzi caleranno, le imprese ci hanno assicurato che si tratta di aumenti temporanei, dovuti allo smaltimento delle scorte, realizzate quando il costo delle materie prime era più alto», così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in vista dell'appuntamento di oggi con la Commissione di allerta rapida per analizzare la dinamica del prezzo della pasta. «Siamo pronti ad ascoltare le aziende della filiera della pasta in un confronto che sono convinto sarà positivo, ma un primo risultato lo abbiamo ottenuto, in poche settimane i prezzi saranno ribassati, essendosi notevolmente ridotti i costi di produzione, oltre al fatto che il costo delle materie prime è sempre più basso, così come quello dell'energia.

Insomma, il nostro intervento a tutela dei consumatori ha avuto già effetto», ha aggiunto il ministro.

IL MONITORAGGIO

La Commissione di allerta rapida è nata a marzo con la conversione in legge del decreto Trasparenza e questa è la prima volta che si riunisce a palazzo Piacentini. La commissione è composta da rappresentanti delle amministrazioni, dalle autorità competenti e dalle associazioni di categoria e dei consumatori. Sarà presente anche il Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, al quale potrebbe essere affidato l'incarico di avviare un piano di verifiche in tutta Italia per accertare eventuali speculazioni. Oggi il grano duro per la pasta viene pagato in Italia oltre il 30 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (cioè circa 36 centesimi al chilo), mentre il prezzo della pasta è aumentato il doppio dell'inflazione (+17,5% a marzo sull'anno precedente). Un paradosso duro da digerire. Fa i conti Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori, commentando le dichiarazioni del ministro Urso: «Il punto è che, dopo il record registrato nell'aprile del 2022, quando il frumento duro dei Paesi extra Ue costava 642,50 euro a tonnellata, i listini sono scesi di mese in mese e ad aprile 2023 si è arrivati a 421,42 euro, -34,4%. Quello italiano è a 364,50 euro e in un anno è sceso del 28,3%. Insomma, i prezzi della pasta ora devono precipitare». Anche il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, va all'attacco: «Apprezziamo lo sforzo del governo per fare luce sul fenomeno dei pesantissimi e ingiustificati rincari dei prezzi della pasta, ma restiamo scettici, anche perché l'esperienza del passato insegna che i listini al dettaglio, quando salgono così abnormemente, non tornano mai a livelli precedenti, e difficilmente produttori e grande distribuzione riporteranno i prezzi ai valori del 2021». Sempre il Codacons ha annunciato un esposto all'Antitrust per sollecitare l'apertura di una istruttoria sul fenomeno del caro-pasta. Sul tema è intervenuto anche Giuseppe Ferro, amministratore delegato della Molisana, dagli stand della fiera Tuttofood che si è conclusa ieri a Milano. L'imprenditore ha confermato quanto detto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy: «Il prezzo della pasta scenderà perché è sceso quello del grano». Ferro però ha anche fatto notare che i costi del gas restano ancora molto elevati e pure quelli della carta e del cellophane non sono calati. Tradotto: i prezzi scenderanno progressivamente, ma con ogni probabilità non torneranno ai livelli precedenti.

IL BORSINO

Il prezzo medio della pasta è oggi pari a circa 2,13 euro al chilogrammo, ha stimato Assoutenti ricordando che lo scorso marzo la media stava attorno a 1,70 euro. Considerato che ogni italiano consuma circa 23 chilogrammi di pasta all'anno, l'aumento su base annua del prezzo della pasta del 25,3% rappresenta una bella batosta. Sempre Assoutenti ha stilato una classifica delle province dove spaghetti e maccheroni costano di più. In testa troviamo Ancona, con 2,44 euro al chilo, seguita da Modena (2,41) e Cagliari (2,40). E ancora. I rincari più pesanti si sono registrati in diverse province della Toscana: il record spetta a Siena, dove un chilo di pasta è salito da una media di 1,37 euro al chilo dello scorso anno ai 2,17 euro di marzo, con un aumento del 58,4%. Incrementi superiori al 50% anche a Firenze (52,8%). Invece, secondo l'Osservatorio del Ministero del Made in Italy le quotazioni delle grandi città vanno dai 2,3 euro di Milano agli 1,49 euro di Palermo. A Roma l'asticella si ferma a 2,2 euro mentre a Napoli arriva a 1,85 euro al chilo.

Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 10:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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