Caro prezzi, dai pannolini ai passeggini boom di aumenti: i prodotti per bambini su fino al 30%

Secondo l'ultimo report di DoveConviene, nell'ultimo anno i costi per pannolini, passeggini, giocattoli e alimenti per bambini sono aumentati fino al 30%. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, annuncia un intervento del governo.

Venerdì 12 Maggio 2023 di Giacomo Andreoli
Confezioni di pannolini in uno scaffale di un supermercato a Roma

I prezzi dei prodotti per l'infanzia sono sempre più alti, con aumenti fino al 30%. Lo dicono gli ultimi dati di DoveConviene, presentati agli Stati generali della natalità, l'evento in corso a Roma a cui hanno partecipato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Papa Francesco.

Il 2022 ha registrato un aumento medio dell'11,3% per l'alimentazione del neonato, del 13,6% per i pannolini e del 30,4% per i passeggini rispetto all'anno precedente.

Numeri allarmanti, che spingono il governo Meloni a intervenire. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha infatti annunciato un prossimo intervento della Commissione di allerta rapida per il monitoraggio dei prezzi, come accaduto in questi giorni per la pasta.

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Secondo il report questi aumenti spingono sempre più le famiglie verso le promozioni, con lo scopo di tutelare il potere d'acquisto. Nei primi tre mesi del 2023, DoveConviene registra infatti un aumento del 44% dell’interesse delle famiglie verso i prodotti per l'infanzia, con circa il 6,2% delle ricerche totali di prodotti in offerta relative a pannolini, passeggini e cibo per bambini.

Sono particolarmente ricercate proprio le offerte per i pannolini. Nella top 10 dei prodotti più richiesti, infatti, si trova la parola generica "pannolini" in nona posizione e, in sesta, quella di un noto brand specializzato in questo prodotto. Inoltre, scorrendo la classifica dei top 100, si trova un altro brand di questo tipo di beni. Sul totale delle ricerche effettuate per i prodotti per l’infanzia, nel 2022 i pannolini rappresentano il 75,60%.

L'intervento del governo sui prodotti per l'infanzia

Il ministro Urso ha annunciato un prossimo intervento come fatto sul caro pasta. «Sui prodotti dell'infanzia - ha spiegato l'esponente di Fratelli d'Italia - abbiamo tagliato l'Iva, ma non tutto di questo è andato a beneficio davvero delle famiglie».

Secondo Urso l'attività del cosiddetto “Mister Prezzi” sul controllo dell'inflazione può essere molto importante. «Sono piccole, ma grandi cose - ha sottolineato - perché la pasta e il controllo sul prezzo è importante per le famiglie». 

La Commissione, prevista dal decreto trasparenza e presieduta dal garante per la sorveglianza dei prezzi si è riunita ieri per la prima volta al ministero delle Imprese con le istituzioni tecniche e di statistica Istat, Ismea e sistema camerale. Il suo ruolo è monitorare i prezzi, con un'operazione trasparenza che può spingere i commercianti a seguire gli andamenti di mercato senza speculare sugli aumenti.

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Il parere delle associazioni

Le associazioni dei consumatori accolgono con favore i possibili interventi del governo, ma chiedono chiarimenti per un'effettiva riduzione dei prezzi. Secondo il numero uno di Assoutenti, Furio Truzzi, «già solo l'annuncio di un focus da parte delle istituzioni contribuisce e frenare la crescita dei listini».

«Siamo contenti - aggiunge Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori - che il ministro Urso annunci di voler intervenire nuovamente sui prodotti dell'infanzia, ma, visto il fallimento precedente, vorremmo sapere anche in che modo».

Secondo l'associazione il taglio dell'Iva deciso dall'esecutivo con l'ultima legge di Bilancio non è andato a beneficio delle famiglie «per nulla». Nel frattempo, dicono, gli alimenti per bambini a gennaio sono aumentati dello 0,1% rispetto a dicembre 2022 e a febbraio addirittura del 2,7% sul mese precedente, mentre gli articoli per l'igiene personale e il benessere (voce che include i pannolini) a gennaio costavano lo 0,4% in più rispetto a dicembre.

«Il problema delle manovre sull'Iva - conclude Dona - è che se non c'è un riordino complessivo e organico finiscono solo per avvantaggiare i commercianti, che non sono obbligati a trasferire il taglio dell'imposta sul prezzo finale e, quindi troppo spesso, se lo incassano».

Ultimo aggiornamento: 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA