Netflix versa al Fisco 55 milioni di euro di tasse evase. La Procura: «Primo caso di società occulta senza personale»

Venerdì 20 Maggio 2022
Netflix versa al Fisco 55 milioni di euro di tasse evase. La Procura: «Primo caso di società occulta senza personale»

Si chiude il contenzioso tra Netflix e il Fisco. Il colosso californiano che distribuisce in streaming film e serie tv a pagamento verserà alle Agenzie delle Entrate 55 milioni e 850 mila euro circa in un'unica soluzione.

Si definisce così il fronte tributario in seguito all'inchiesta della Procura di Milano e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf milanese per omessa dichiarazione dei redditi, ossia per tasse non versate in Italia. Il Gruppo, nel frattempo, dal primo gennaio 2022 ha aperto una sede operativa in Italia.

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Netflix e le tasse evase

Come si legge in una nota firmata dal procuratore di Milano Marcello Viola, il «gruppo multinazionale al temine della fase di accertamento fiscale condotto dall'Agenzia delle Entrate, ha proceduto al versamento complessivo ed in un'unica soluzione di euro 55.850.513 a titolo di imposte, sanzioni ed interessi per definire ogni pendenza con il fisco italiano per il periodo dall'ottobre 2015 fino al 2019». Nell'indagine, coordinata dal pm Enrico Pavone - l'ha ereditata dal collega Gaetano Ruta, passato da un anno alla Procura Europea - e affidata ai militari del Nuclo di Polizia Economico Finanziario della Guardia di Finanza, a differenza della altre inchieste fiscali milanesi che hanno riguardato Apple, Google o Facebook,, al gruppo statunitense guidato da Red Hastings si contesta «una stabile organizzazione occulta di una società estera operante della digital economy».

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«Società senza personale»

L'attività eseguita dalla procura di Milano, dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano e dalla Direzione regionale Lombardia dell'Agenzia delle Entrate su Netflix «rappresenta il primo caso, in ambito mondiale, in cui viene ipotizzata l'esistenza di una stabile organizzazione occulta di una società estera operante nella Digital economy, completamente priva di personale e caratterizzata esclusivamente da una struttura tecnologica avanzata, che sarebbe stata asservita in via esclusiva allo svolgimento di funzioni aziendali chiave per la conduzione del proprio business sul territorio dello Stato». Lo si legge nel comunicato stampa diffuso dal procuratore di Milano Marcello Viola in cui si dà atto che il colosso nella trasmissione di contenuti multimediali fa pace col fisco italiano versando circa 55,85 milioni di euro.

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Il colosso ora pagherà le tasse in Italia

Dallo scorso primo gennaio Netflix ha costituito una società «di diritto italiano che ha iniziato a stipulare i contratti e fatturare i corrispettivi provenienti dagli abbonamenti sottoscritti con gli utenti nazionali. Ciò determinerà la tassazione in Italia dei redditi prodotti dalla vendita degli abbonamenti agli utenti residenti sul territorio nazionale». Lo scrive in una nota il procuratore di Milano Marcello Viola, in merito alla chiusura del contenzioso tra il colosso californiano e il fisco italiano con il versamento all'Agenzia delle Entrate di circa 55 milioni e 850 mila euro.

Oltre 350 server

Il «Content Delivery Network del Gruppo» Netflix «è risultato composto da oltre 350 server, che sarebbero stati utilizzati in via esclusiva ed installati stabilmente sull'intero territorio nazionale presso Data Center ed i principali operatori di telefonia». Così, come si legge nel comunicato firmato dal procuratore di Milano Marcello Viola, le indagini hanno accertato che il colosso dello streaming video aveva infrastrutture tecnologiche in Italia per produrre redditi con gli abbonamenti anche sul territorio italiano. Da qui la contestazione fiscale chiusa con un versamento di oltre 55 milioni di euro. «Questa complessa ed evoluta infrastruttura tecnologica avrebbe costituito la base - scrive la Procura - su cui la Guardia di Finanza prima e l'Agenzia delle Entrate dopo hanno individuato presupposti tecnico-giuridici, richiesti dalle norme internazionali e nazionali, per la configurazione di una stabile organizzazione 'materialè», ossia con infrastrutture tecnologiche, «di un'azienda estera, ritenuta idonea a produrre reddito d'impresa in territorio italiano».

La risposta dell'azienda

«Siamo soddisfatti di aver posto fine a questa vicenda, che ha riguardato gli anni fiscali 2015-2019. Abbiamo mantenuto un dialogo e una collaborazione costanti con le autorità italiane e continuiamo a credere di aver agito nel pieno rispetto delle norme italiane e internazionali applicabili al caso di specie». Lo afferma un portavoce di Netflix dopo la pace fiscale raggiunta dalla multinazionale con il fisco italiano.

Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 09:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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