Manovra, tassi mutui potranno tornare da variabili a fissi. Dalle pensioni al Superbonus fino al Reddito di cittadinanza: le novità

Opzione donna, cadono i vincoli a 60 anni di età. Consentita l’uscita alle 59enni disabili e in difficoltà

Lunedì 19 Dicembre 2022 di Giusy Franzese
Tassi dei mutui potranno tornare da variabili a fissi. Dalle pensioni al al Reddito di cittadinanza: le novità
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Le famiglie che hanno mutui fino a 200 mila euro per l’acquisto della prima casa e un Isee inferiore a 35 mila euro, potranno ottenere un cambio del tasso da variabile a fisso. È una delle principali novità del maxi-emendamento del governo. Gli istituti di credito saranno costretti ad accettare la rinegoziazione. La legge stabilisce anche come dovrà essere calcolato il nuovo tasso. Si prenderà l’Irs a 10 anni e quello pari alla durata residuo del mutuo. Quello minore tra i due sarà la base di partenza alla quale si aggiungerà lo spread previsto nel contratto con la banca per il vecchio mutuo. Tra le novità del maxi-emendamento, presentato solo in parte ieri sera dal governo, troviamo la nuova stretta sul reddito ridotto a 7 mesi per gli occupabili, la cancellazione della norma sul Pos, la mini-proroga per consentire ai condomini di usufruire del superbonus versione piena, ovvero al 110%.

Le pensioni minime degli over 75 saranno alzate a 600 euro, opzione donna torna “quasi” nella versione originaria, consentendo di andare in pensione anticipata, con l’assegno calcolato interamente con il contributivo, alle lavoratrici con 35 anni di contributi e 60 anni di età senza altri vincoli.

Scompare la possibilità per chi ha compiuto 58 anni, rimane invece per chi di anni ne ha 59 (sempre 35 di contributi) e si trova in una situazione familiare, personale o lavorativa particolarmente disagiata (assistenza a un familiare disabile, disabilità propria, dipendenti di aziende che hanno tavoli di crisi aperti presso il Mimit). Tra le novità anche un allargamento della platea per il taglio di tre punti del cuneo fiscale: la soglia di reddito sale a 25.000 euro (da 20.000). La decontribuzione per chi assume gli under 36 sale a 8.000 euro.

 

REDDITO. Durerà altri 7 mesi, poi lo stop 

Ulteriore stretta per il Reddito di cittadinanza: gli “occupabili”, ovvero chi ha un’età compresa tra i 18 e i 59 anni e non ha problemi fisici o familiari, riceverà il sussidio nel 2023 per sette mesi, quindi fino a luglio compreso. La precedente versione includeva anche agosto. Resta l’obbligo di frequentare un corso di qualificazione professionale di sei mesi, altrimenti l’assegno sarà interrotto. Per tutti gli altri, dai sessantenni ai fragili fino alle donne in gravidanza, il sussidio resterà in vigore nella formulazione attuale per tutto il 2023. Poi scatterà la riforma. Le misure sul Reddito sono state uno dei cavalli di battaglia di Fratelli d’Italia fin dalla campagna elettorale.

 

ASSEGNO UNICO. Più risorse per le famiglie con 4 o più figli

Sale l’assegno unico per le famiglie con 4 o più figli. Lo ha annunciato ieri sera il ministro Giorgetti in commissione BIlancio. La manovra già prevedeva una norma che aumentava l’assegno unico per i nuclei familiari con bambini piccoli. In particolare si prevede «a decorrere dal primo gennaio 2023» un incremento degli importi dell’assegno unico «del 50%». L’aumento è riconosciuto «per ciascun figlio di età inferiore a un anno» e «per i nuclei con tre o più figli per ciascun figlio di età compresa tra uno e tre anni». Novità anche sul fronte congedo parentale: «Abbiamo previsto l’aumento all’80% indennità del congedo parentale ricondotta ai genitori in via alternativa» ha detto Giorgetti.

 

INCENTIVI SUD. Credito d’imposta prorogato di un anno

Proroga al 31 dicembre 2023 del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno e nelle Zone economiche speciali (Zes). L’emendamento che riguarda il capitolo Mezzogiorno è il frutto di una prima intesa politica bipartisan. Tre proposte presentate dal Pd, una del M5s, una di Forza Italia e una di Italia viva sono infatti confluite in un emendamento dei relatori, depositato in commissione Bilancio alla Camera, sottoscritto dai gruppi di maggioranza e da quelli di opposizione coinvolti, che ricalca l’emendamento presentato dal governo. Si tratta di una misura che ha l’obiettivo di incentivare gli investimenti e di rafforzare il tessuto produttivo nelle aeree del Sud.

 

SUPERBONUS. Cilas per i lavori con il 110% fino al 31 dicembre

Per i condomini che hanno deliberato entro il 25 novembre scorso i lavori di efficientamento energetico contando di utilizzare il superbonus del 110 per cento, si riapre una finestra per poter accedere all’agevolazione. Le Cilas, le certificazioni asseverate di inizio lavori, potranno essere presentate fino alla fine di quest’anno, fino cioè al prossimo 31 dicembre. Dal prossimo anno invece, lo sconto scenderà al 90 per cento. Una volta approvato l’emendamento, è probabile che il Mef dirami un comunicato per confermare questa possibilità. Gli operatori del settore pur apprezzando lo sforzo del governo chiedono un quadro di regole certo per sbloccare il mercato.

 

PENSIONI MINIME. Salgono a 600 euro per gli over 75

Le pensioni minime degli over 75 saranno alzate fino a 600 euro. La legge di Bilancio già prevede che tutti gli assegni minimi salgano dal prossimo mese di gennaio fino a 570 euro circa grazie all’ adeguamento all’inflazione pari al 120 per cento. Forza Italia ha poi chiesto con insistenza un ulteriore aumento, che ora viene concesso a 600 euro agli anziani con oltre 75 anni d’età. Cambia anche il meccanismo di indicizzazione per gli anni 2023 e 2024: è stata elevata la percentuale della fascia di pensioni da 4 a 5 volte la minima. L’adeguamento sarà totale per le pensioni fino a 4 volte il minimo. «Abbiamo ridotto conseguentemente quelle a salire per quanto riguarda i redditi» ha annunciato il ministro Giorgetti ieri sera.

 

SPORT. Pagamento in 60 rate dei debiti fiscali

La norma è stata ribattezzata “ salva- sport”. In realtà l’aiuto principale lo offre alle società di calcio di serie A che hanno debiti arretrati con il Fisco di circa 800 milioni di euro. Si tratta delle tasse i cui versamenti sono stati sospesi durante la pandemia e che ora dovrebbero essere onorati. La norma pensata dal governo consente la rateizzazione in 60 rate di tutti questi versamenti sospesi per il Covid, alle società sportive, e alle federazioni e agli enti di promozione. Sui versamenti ritardati sarà applicata una sanzione forfetaria del 3 per cento. Si tratta di una misura in continuità con la “pace fiscale” inserita dal governo all’interno della manovra di Bilancio in discussione alla Camera.

 

CUNEO FISCALE. Taglio al 3% e sale il tetto a 25 mila euro

Confermato il taglio del cuneo contributivo, con un rafforzamento rispetto alla prima versione. La platea di coloro che, per il prossimo anno, usufruiranno di uno sconto di tre punti percentuali si allarga ai redditi fino a 25.000 euro lordi (da 20.000). Per la fascia successiva fino a 35.000 euro lordi rimarrà in vigore la riduzione di due punti percentuali dello sconto sui contributi versati a carico dei lavoratori. Si tratta di un primo passo che anticipa la direzione di una più strutturata riforma fiscale. Confindustria invece da tempo chiede una riduzione del cuneo fiscale e contributivo di sei punti percentuali, con un costo di circa 16 miliardi di euro.

 

CARTELLE. Stralcio fino a mille euro Ma multe fuori

Confermato lo stralcio delle cartelle fino a mille euro emesse tra il 2000 e il 2015. Ma l’azzeramento totale varrà solo per i ruoli dell’Agenzia delle Entrate. Lo stralcio inoltre, slitterà di 2 mesi, dal 31 gennaio al 31 marzo. Il governo poi, ha ascoltato il grido di allarme dei Comuni, preoccupati per la tenuta dei propri bilanci. Per i ruoli dei Comuni, dunque anche per le multe, ci sarà un «annullamento parziale». Lo stralcio automatico sarà limitato solo alle somme dovute per interessi di ritardata iscrizione a ruolo, per le sanzioni e per gli interessi di mora. Non solo. I sindaci potranno decidere volontariamente se aderire o meno alla sanatoria delle cartelle.

 

IMMOBILI. Sconto sull’Iva per chi compra una casa green

Uno sconto per chi acquista case “green”. Lo prevede uno degli emendamenti del governo alla manovra e che dà la possibilità di detrarre dall’Irpef il 50 per cento dell’importo corrisposto per il pagamento dell’Iva per l’acquisto di unità immobiliari residenziali entro la fine del 2023, a patto che abbiano una classe energetica A o B. La detrazione di imposta potrà essere scontata dall’Irpef in dieci rate annuali di pari importo. Oggi per chi acquista una «prima casa» da un’impresa di costruzione, l’Iva applicata è del 4%. Si tratta di un intervento per favorire la transizione energetica in una fase particolarmente complessa a causa del caro energia.

Ultimo aggiornamento: 14:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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