Multe, lo stralcio in bilico: spetterà ai Comuni decidere la cancellazione delle cartelle fino a 1000 euro

L’allarme dell’Anci: così i bilanci sono a rischio, i vecchi ruoli valgono 300 milioni

Giovedì 8 Dicembre 2022 di Andrea Bassi
Multe, stralcio in bilico: spetterà ai Comuni decidere la cancellazione delle cartelle fino a 1000 euro

La cancellazione delle vecchie multe e delle altre cartelle emesse dai Comuni, non sarà automatica. La scelta se aderire o no allo stralcio dei ruoli esattoriali fino a mille euro di valore, emessi dal 2000 al 2015, spetterà ai sindaci. Saranno cioè, i primi cittadini a dover decidere “volontariamente” di aderire o meno al condono inserito dal governo nella manovra di bilancio. Ad annunciare la modifica, che potrebbe essere recepita con un emendamento del governo alla manovra, è stato il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, durante l’audizione in Parlamento sulle linee guida del Tesoro.

Alla base di questa scelta c’è soprattutto la tenuta dei bilanci degli enti locali. Le multe e le vecchie cartelle esattoriali, vengono conservate nei conti dei Comuni tra i «residui attivi», e non di rado aiutano i sindaci a far quadrare i bilanci, anche se poi solo una parte marginale di questi vecchi crediti viene effettivamente riscossa. 

IL PASSAGGIO

L’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni, in un documento consegnato in Parlamento, ha spiegato che lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a mille euro esteso ai ruoli affidati all’agente della riscossione fino al 2015, potrebbe causare seri problemi alla tenuta dei conti. «Si tratta per la grande maggioranza», sostiene l’Anci, «di posizioni relative ad entrate potenziali comunali che vengono cancellate per circa 300 milioni di euro. Parte di tali cancellazioni», prosegue il documento, «avrebbero ancora margini di riscuotibilità e, in molti casi, l’intervento determina l’abolizione di residui attivi che concorrono alla formazione degli equilibri per un numero significativo di Comuni». 
Per Alessandro Canelli, sindaco di Novara e delegato dell’Anci alla Finanza locale, «l’unico modo per permettere ai Comuni di procedere a questo stralcio, come aveva proposto l’Anci, sarebbe quello di stanziare da parte del governo di 80 milioni di euro in modo da dare sollievo ai bilanci».

Uno stanziamento in pratica, pari al 25 per cento delle somme che i Comuni dovrebbero cancellare dai loro conti, quanto cioè le stesse amministrazioni contano ancora di poter incassare dalle vecchie cartelle. Ma, come detto, il governo ha scelto un’altra strada, quella dell’adesione volontaria dei Comuni alla sanatoria. 
«In linea di principio», prosegue Canelli, «si può essere d’accordo sulla volontarietà, ma chi ha maggiore capacità di riscossione difficilmente aderirà». È anche vero però, che potrebbe essere difficile per i sindaci spiegare ai propri cittadini che le loro multe non saranno cancellate. Soprattutto in quei casi in cui dovessero essere alle porte elezioni amministrative. «Una via di mezzo», dice ancora Canelli, «potrebbe essere quella di lasciare libertà ai Comuni sulla soglia delle cartelle da cancellare». I sindaci in questo modo, potrebbero “limitare i danni” ai loro bilanci abbassando per esempio a 500 euro il limite dei mille euro previsto dal governo. L’Anciha anche proposto al governo una disciplina per la definizione agevolata delle entrate locali, visto che non tutti i Comuni assegnano la loro riscossione all’Agenzia delle Entrate.

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IL DOSSIER

A pesare sui bilanci dei Comuni, comunque, non è soltanto lo stralcio delle vecchie multe. Anche gli aumenti “una tantum” per i dipendenti pubblici dovranno in qualche modo essere finanziati per pagare il personale comunale. Il bonus previsto dalla manovra è dell’1,5 per cento dello stipendio. I sindaci dovranno trovare le risorse per finanziare questo aumento all’interno dei loro bilanci. Per questo l’una tantum aggiuntiva 2023, secondo l’Anci, dovrebbe essere sostenuta da un congruo finanziamento statale di 400 milioni da destinare a tutti gli enti territoriali (Comuni, Città metropolitane, Province e Regioni), sulla base di stime, dice l’associazione, ancora in corso di determinazione. I margini per gli emendamenti restano comunque stretti. Il governo ha messo a disposizione per tutte le modifiche 400 milioni di euro. Esattamente quanto chiede l’Anci per il solo bonus ai dipendenti.

Ultimo aggiornamento: 11:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA