Mps, fondi di Stato per garantire l’esodo degli esuberi

Domenica 1 Agosto 2021 di Rosario Dimito
Mps, fondi di Stato per garantire l’esodo degli esuberi
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Pronta la rete di sicurezza del Tesoro per fare da paracadute agli esuberi di Mps previsti nel piano di acquisizione di un perimetro selezionato da parte di Unicredit. Nelle stesse ore in cui nella mattinata di giovedì 29 i legali del Mef e di Unicredit firmavano la lettera di intenti di esclusiva, Via XX Settembre con qualche leader sindacale abbozzava un piano capace di smaltire, con meno traumi possibili, i dipendenti delle attività escluse (filiali del Sud, il 75% del quartier generale di Siena e circa 15 sportelli nel Veneto) dal perimetro destinato a confluire in Unicredit nel processo di scissione del Montepaschi.

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La procedura

Ma come verranno gestiti gli esuberi? Anzitutto i numeri: su 21.000 lavoratori totali, le uscite potrebbero oscillare tra 5mila e 7mila. Il piano verrà gestito attraverso il Fondo esuberi (Fondo di solidarietà), uno strumento istituito nel 2000 per effetto di un accordo tra la Fabi e gli altri sindacati con l’Abi, riconfermato, nel dicembre 2019, con l’ultimo rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Questo fondo, che ha mitigato i licenziamenti nel settore bancario (a differenza di ciò che è accaduto in Europa, dove sono stati licenziati quasi 400.000 bancari), consente di “liquidare” il personale delle banche con un anticipo fino a sette anni rispetto all’età pensionabile (esempio: chi ha i requisiti per andare in pensione a 67 anni può entrare in esodo, con il Fondo al compimento dei 60 anni).
È un sistema guardato con estremo interesse anche da altre categorie produttive, poiché assicura una gestione morbida delle crisi aziendali.

A partire dal 2010, nel settore bancario sono andati in esodo 70.000 dipendenti. Contemporaneamente, grazie a un altro strumento, il Fondo per l’occupazione, sono stati assunti quasi 30.000 under 35, assicurando così un importante ricambio generazionale. A partire dal 2019, in tutti gli accordi sugli esuberi nelle banche viene seguito il principio di una assunzione ogni due uscite volontarie. 

Le cifre

L’ultimo piano industriale di Unicredit, del 2019, prevedeva 5.200 uscite e 2.600 ingressi. Nell’accordo relativo alla fusione di Ubi in Intesa Sanpaolo, poi, sono stati inseriti 7.000 esuberi e 3.500 ingressi di giovani.
Il Fondo viene attivato e pagato da Mps, dopo aver concordato con i sindacati il piano delle uscite, che vengono gestite solo su base volontaria. L’assegno straordinario che il dipendente senese in esodo riceverà al posto della busta paga è pari a circa il 90% della retribuzione e viene formalmente erogato dall’Inps. La media di utilizzo del Fondo, finora, è stata di 4 anni e mezzo: il costo per ciascun dipendente, a carico sempre di Mps sarà, all’incirca, di complessivi 200.000 euro. Calcolatrice alla mano, vuol dire che il massimo di 7.000 esuberi del piano Unicredit potrebbe costare fino a 1,4 miliardi, cifra che il Tesoro, azionista col 64,2%, si sarebbe impegnato a versare nell’ambito dell’aumento di capitale oppure con un’altra operazione straordinaria: è una tecnicalità ancora da definire. Recentemente era sorto un dubbio sul regime di tassazione degli assegni erogati dal Fondo, tant’è che l’agenzia delle Entrate aveva inviato, a quasi 10.000 bancari in esodo, avvisi di riliquidazione delle imposte, chiedendo versamenti aggiuntivi. La questione, grazie all’intervento del sindacato dei bancari, è stata sanata da una norma approvata nell’ambito del decreto Sostegni bis.

Infine fa sentire la sua voce il sindacato: «Per ora ci sono solo dei principi per intavolare le negoziazioni tra il Tesoro e Unicredit - dice al Messaggero Lando Sileoni, leader Fabi - e noi chiediamo certezze e un futuro sicuro per le 22.000 persone, e quindi famiglie, che sono parte di Mps. E chiediamo forme socialmente accettabili e condivisibili nella gestione delle risorse umane. Governo, ministero dell’Economia, Unicredit e Montepaschi devono lavorare in sintonia, devono essere coinvolti i sindacati dei due gruppi, come prevede il contratto e le norme di legge. L’operazione deve garantire delle prospettive, rafforzando il sistema bancario del Paese, ma territori, lavoratrici e lavoratori hanno, oggi, la precedenza su tutto. Se tutto ciò avverrà - conclude Sileoni - si potranno far risparmiare agli italiani, vari miliardi di euro addizionali per supportare la banca, oggi, purtroppo, ultima negli stress test europei».
 

Ultimo aggiornamento: 09:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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