Mes, cos'è e come funziona il meccanismo di stabilizzazione finanziaria

Lunedì 2 Dicembre 2019
Il commissario Ue Pierre Moscovici
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L'Esm, l'European Stability Mechanism, ribattezzato in italiano Mes, è il meccanismo di stabilizzazione finanziaria creato nel 2011 per far fronte agli choc innescati dalla crisi del debito sovrano nell'Eurozona. Nato dalle modifiche al Trattato Europeo approvate il 23 marzo 2011 ha sostituito il Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf) ed è oggi presieduto dal tedesco Klaus Regling, in scadenza tra due anni. Per stabilizzare la zona euro, il Mes mette a disposizione risorse finanziarie ai Paesi in difficoltà ma a determinate condizioni.

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La Grecia, che ha fatto ricorso sia all'Efsf che all'Esm, ha ottenuto i finanziamenti sottoscrivendo un rigido piano di riforme e risanamento economico elaborato sulla base di un'analisi di sostenibilità del debito pubblico compiuta dalla Commissione europea insieme a Fmi e Bce. Sulla concessione di prestiti la riforma, sul tavolo già a giugno dei ministri dell'Economia prima e dei capi di Stato poi, non apporta modifiche. A cambiare sono le linee di credito - mai utilizzate finora - o meglio una sola delle due linee previste, la Precautionary Conditioned Credit Line (PCCL), disegnata per dare un supporto ai Paesi economicamente solidi ma a rischio di tensione sui mercati. Per accedere al credito viene sostituita la necessità di un memorandum of understanding alle condizioni poste dall'Esm con una lettera di intenti presentata dal Paese interessato, con l'impegno unilaterale (senza quindi l'obbligo di negoziato) a rispettare alcuni requisiti.

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Si tratta, nella definizione del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, di un «ammorbidimento», che viene però compensato dal fatto che tra i requisiti ci sono anche dei criteri di ammissibilità ex ante, tra cui il rispetto delle regole del Patto di stabilità, a cui l'Italia, 'malatà di debito eccessivo, non si adegua da anni. Gualtieri lo ha definito però un requisito posto 'as a rulè, ovvero in linea di principio e quindi politicamente negoziabile. Per la seconda linea di credito 'rafforzatà (Enhanced Conditions Credit Line, ECCL) rimane invece la necessità di memorandum per gli Stati le cui condizioni non permettono l'accesso alla linea precauzionale. Inclusa nella riforma c'è poi la revisione delle «clausole di azione collettiva» (Cacs) nei eventuali casi di ristrutturazione del debito sovrano.

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In sostanza, dal 2022, sarà più semplice ottenere l'ok degli investitori per approvare la ristrutturazione, perché dalle attuali regole che richiedono una doppia maggioranza, si passerà a una maggioranza qualificata. L'innovazione principale è però quella che vede il fondo assumere la funzione di paracadute finale (backstop) del fondo di risoluzione unico delle banche (SRF). Si tratta di una linea di credito da 70 miliardi, a cui i Paesi potranno accedere qualora i loro fondi nazionali per le risoluzioni bancarie (risorse delle banche e non pubblici) non siano sufficienti.

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