«La aspettiamo in Aula». A conferenza stampa archiviata gli animi all’interno della maggioranza sono meno distesi di quanto appaia davanti alle telecamere. Tant’è che a microfoni spenti la versione che racconta di una Manovra «coraggiosa» ma incardinata in un «testo obbligato dalla crisi» e dai «tempi ristretti», lascia rapidamente spazio al pressing di Lega e Forza Italia.
Prima di essere spedito a Bruxelles per la bollinatura dell’Unione europea attesa entro fine anno, è infatti d’obbligo il passaggio a Montecitorio e a palazzo Madama. Qui, a colpi di emendamenti, la manovra può cambiare su più fronti, allargando le maglie di quei compromessi raggiunti a fatica. Non può essere un caso che lunedì notte, mentre il cdm era ancora sul punto di terminare, il duo Cattaneo-Ronzulli già squadernava una nota congiunta in cui annunciava la battaglia in Aula.
I FOCUS
Nel mirino per Forza Italia ci sono le pensioni minime e la decontribuzione per i giovani under35. «Su cui ci aspettavamo qualcosa di più» spiega una fonte ai vertici del partito. Specie sul primo punto, su cui «Berlusconi insiste e vorrebbe più dell’innalzamento a 570 euro. Non i mille che ha detto in campagna elettorale, ma almeno arrivare a 600 euro reali ora e 650 l’anno prossimo». Per quanto non sia neppure disponibile ancora un testo della Manovra (il ministro Giancarlo Giorgetti è al lavoro), girano già delle cifre. Per quella che viene considerata una platea ridotta sarebbero necessari altri 100 milioni di euro.
«Minima spesa massima resa» conclude un azzurro, riferendosi alla bandierina che pianterebbe il Cavaliere sul punto. Un po’ come quella che i forzisti hanno tutta l’intenzione di affondare sul Superbonus che oggi, nella sua transizione dal 110% al 90%, «è disordinato» e «penalizza famiglie e imprese». Ad attendere l’esecutivo in pratica c’è un confronto “aspro” che non è però annunciato solo dai berlusconiani di ferro, ma anche - si apprende - da un Matteo Salvini che è apparso particolarmente irrequieto durante il cdm. Quasi incapace di restare seduto al suo posto per più di pochi minuti.
LA LEGA
Tant’è che non sarebbe affatto casuale non solo la riunione dei parlamentari del Carroccio convocata per oggi, quanto soprattutto l’apertura a qualche revisione ventilata dalla stessa Giorgia Meloni. «Credo nel lavoro parlamentare - ha spiegato ai giornalisti rievocando i suoi anni all’opposizione - so che il Parlamento, se non c’è un atteggiamento pregiudiziale, può produrre cose molto buone. Credo possa intervenire su tutto».
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