Slot machine, quella gara impossibile per provare a raccogliere 1,8 miliardi

Lunedì 4 Novembre 2019 di Andrea Bassi
Slot machine, quella gara impossibile per provare a raccogliere 1,8 miliardi
ROMA Non fosse che nella manovra l'articolo non è inserito al numero 22, gli effetti potrebbero ricordare da molto vicino quelli del famoso libro di Joseph Heller. La storia di un gruppo di aviatori americani che nella seconda guerra mondiale erano stati incaricati di bombardare l'Italia. Il comma 22 del loro regolamento citava: chi è pazzo può chiedere di essere esonerato dalle missioni di volo, ma chi chiede di non volare non è pazzo. Un paradosso, ovviamente. 

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I DETTAGLI
Se gli aviatori di Heller avevano il loro comma 22, la manovra si bilancio del governo ha il suo articolo 92. Il tema è, manco a dirlo, spinoso. Riguarda i giochi. Meglio, la fetta dei giochi maggiormente finita sotto accusa in questi anni per le sue conseguenze sociali: le slot machine e le videolotterie. In giro per l'Italia, chi più chi meno, ha cercato di limitarne la diffusione, in alcuni casi quasi mettendole al bando. Sono fioccate leggi regionali, dal Piemonte alla Puglia, per allontanarle da scuole, ospedali, chiese, uffici pubblici. A sposare la linea più intransigente No-Slot, è stato il Movimento Cinque Stelle, che nel governo Conte 1, con il sottosegretario all'economia Alessio Villarosa, ha anche ottenuto la delega specifica sul settore. Insomma, come la più classica delle nemesi, proprio ad un governo sostenuto dai Cinque Stelle, ma nel quale le anime No-Slot sono trasversali, toccherà gestire la maxi gara per la concessione di 250 mila macchinette e 58 mila videolotterie. Un'operazione derivante dalla circostanza, che le attuali concessioni rilasciate ormai anni fa, stanno per scadere. 

L'OSTACOLO
Dalla gara lo Stato, che dal settore delle slot guadagna più di 4 miliardi di euro l'anno, vorrebbe ricavare altri 1,8 miliardi. Il paradosso, insomma, è che da un lato le slot nessuno le vuole, dall'altro non ne può fare a meno. Ma il punto non è solo questo. C'è un paradosso nel paradosso: come farà il governo a mettere a gara oltre 300 mila macchinette che le leggi regionali e i regolamenti comunali di fatto vietano di installare? Un codicillo, inserito sempre nella manovra, dice che il governo, attraverso dei decreti ministeriali, stabilirà norme unitarie su tutto il territorio nazionale per disciplinare la distribuzione delle macchinette. Una norma, in realtà, scritta sull'acqua. Difficile che un decreto ministeriale possa abrogare decine di leggi regionali. Dunque, eccolo il comma 22 del governo: chi vuol mettere macchinette partecipi alla gara, ma chi partecipa alla gara non può mettere macchinette.
 
Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA