Manovra, L’Europa dà via libera. Meloni: «Soddisfatti»

Giovedì 15 Dicembre 2022 di Francesco Malfetano, inviato a Bruxelles
Manovra, L’Europa dà via libera, Meloni: «Soddisfatti»

BRUXELLES «Soddisfatti». La Manovra italiana ha superato ieri il vaglio della Commissione europea e Giorgia Meloni, prima di decollare alla volta di Bruxelles dove in serata ha preso parte alla cena di gala dell’Asean (l’associazione delle Nazioni del sud-est asiatico) e oggi parteciperà al suo primo Consiglio Ue, commenta così.

Evidenziando come la «valutazione positiva» anticipata ieri dal Messaggero, confermi «la bontà del lavoro del Governo», «la solidità» dei suoi piani e «la visione di crescita» che lo orienta.

Plauso a cui si uniscono tutti i ministri, con tanto di consueta metafora calcistica da parte di Giancarlo Giorgetti: «Ci sono dieci Paesi che sono in linea - ha risposto il titolare del Tesoro a chi durante il question time ieri gli chiedeva dei rilievi Ue su pos, pensioni e contante - noi giochiamo la Champions, mentre ci sono altri 10 Paesi che sono in Europa League».

 

Per poi continuare: «Venite qua a contestarci che giochiamo in Champions?». Il riferimento delle opposizioni è al fatto che la Commissione qualche nota a margine del testo italiano l’ha inserita eccome. 
Posto che «nel complesso, la manovra economica è in linea con le raccomandazioni del Consiglio Ue del luglio 2022» perché limita «la crescita della spesa primaria corrente» e prevede di finanziare «gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale» oltre che «per la sicurezza energetica», Bruxelles ha avvertito che sul piano italiano ci sono dei “ma”. Ad esempio Roma non ha compiuto «progressi sulla riforma fiscale per ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema fiscale» e inoltre il quadro presentato è carente su «pensioni ed evasione fiscale». Vale a dire la proroga dei prepensionamenti prevista dal governo, la cosiddetta “quota 103”, è da rivedere. E poi, in particolare, nel mirino finiscono il limite all’uso del pos e il tetto all’uso del contante. 


Rilievi che non sembrano preoccupare l’esecutivo. Tant’è che fonti di governo valutano come «per niente problematiche» le modifiche chieste dalla Commissione. «Cercheremo di comprendere, rispetto alle critiche mosse su alcuni aspetti particolari, se saranno ragionevoli e in caso andare a modificare» spiega ad esempio Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, a margine dell’assemblea nazionale di Confagricoltura. «Una modifica semplice e due strapuntini inesistenti» per usare le parole più polemiche (ma solo a microfoni spenti) di uno dei ministri vicini al dossier in riferimento rispettivamente a pensioni, pos ed evasione fiscale. «Del resto a imporre il limite al contante a 10mila euro non siamo stati certo noi...». In ogni caso l’interlocuzione per rimediare, spiegano, è in corso. Oltre ad essere stata costante nelle passate settimane, come conferma Paolo Gentiloni, commissario Ue all’Economia: l’invito dell’Ue all’Italia era «in sostanza di tenere sotto controllo la spesa corrente in un periodo come questo caratterizzato da alta inflazione e dalla stretta della politica monetaria e questa raccomandazione di prudenza è stata percepita dal governo».


IL SUMMIT
Intanto ora il focus è tornato sull’energia. Oggi i Ventisette a Bruxelles proveranno a fornire quelle «risposte a famiglie e imprese» chieste dal premier nel suo intervento al Senato di ieri, raggiungendo un’insperata intesa sul price cap del gas. Un tetto che «abbia una soglia sufficientemente ridotta, un’ampiezza di applicazione significativamente estesa, e una tempistica di attivazione capace di rispondere repentinamente alle speculazioni di mercato» spiega palazzo Chigi.

Se così non sarà il premier è sempre più determinato a fare da sé, al punto da invitare anche Carlo Calenda e i suoi ad elaborare una proposta per il disaccoppiamento. 


Sul tavolo del Consiglio Ue poi, accanto al sostegno a Kiev, ad un nuovo impulso verso la difesa comune europea e il temuto Inflaction reduction act americano, Meloni proverà a imporre il tema dei migranti, in agenda sotto il nome “vicinato meridionale”, spingendo per la centralità di un’azione comune nel Mediterraneo e nel Nord Africa. Tuttavia per ora non è in programma un bilaterale con il francese Emmanuel Macron (ieri assente perché a Doha per seguire la Francia ai mondiali), con cui però il premier non rinuncia a polemizzare: «Alla prima nave di migranti che sbarca in Francia c’è stata quasi una crisi di governo. Non vi è sembrata eccessiva? - ha attaccato sempre a palazzo Madama - A me sì. Se ne arrivano in Italia, i nostri colleghi in Europa ci dicono che dobbiamo essere accoglienti. Io pongo un tema di pari dignità: perché l’Italia dovrebbe accettare di fare qualcosa che gli altri non vogliono fare in Europa?Poiché non lo voglio fare neanche io, troviamo un’altra soluzione». 
 

Ultimo aggiornamento: 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA