Licenziamenti, alt fino ad agosto: solo per chi usa la cassa integrazione Covid

Venerdì 21 Maggio 2021 di Luca Cifoni e Giusy Franzese
Licenziamenti, alt fino ad agosto: solo per chi usa la cassa Covid

Il blocco dei licenziamenti per la generalità delle imprese scadrà come previsto il prossimo 30 giugno. Ma il governo cerca di contenere gli effetti del ritorno alla normalità, che potrebbe tradursi in massicce uscite dei lavoratori dalle aziende. Così all’ultimo momento, accanto al rafforzamento dei vari strumenti di sostegno, è stata introdotta una misura che pone dei paletti nel caso di fruizione da parte delle aziende della cassa integrazione. In caso di richiesta di Cig Covid entro il mese di giugno (da utilizzare nel periodo successivo) i licenziamenti restano comunque bloccati fino al 28 agosto.

Le imprese che utilizzano la cassa ordinaria a partire dal primo luglio non dovranno poi pagare il contributo addizionale (il cosiddetto ticket) ma per il corrispondente arco di tempo dovranno mantenere i lavoratori al loro posto.

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L’ESONERO

L’altra novità, comunque annunciata nei giorni scorsi, è il cosiddetto contratto di rioccupazione: in pratica una sorta di periodo di inserimento e formazione della durata di sei mesi, durante il quale il datore di lavoro potrà sfruttare l’esonero totale dei contributi. Se al termine il lavoratore non sarà riconfermato, allora scatterà l’obbligo di restituire lo sgravio contributivo. Un esonero specifico, sempre per i contributi dovuti dall’impresa, riguarda il settore del commercio e turismo, in caso di rientro al lavoro del personale. Un altro versante di intervento è quello che tocca il contratto di espansione e quello di solidarietà. Nel primo caso, scende a 100 dipendenti (da 250) la soglia dimensionale delle imprese che possono far uscire fino a 5 anni prima dalla data della pensione i propri dipendenti, garantendo loro un trattamento equivalente a quello dell’assegno previdenziale.

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Una possibilità finora sfruttata solo dalle grande imprese; l’allargamento a quelle più piccole riguarda anche la facoltà di ridurre l’orario. Con il contratto di solidarietà sarà invece possibile alle imprese con fatturato in calo del 50 per cento di ridurre l’orario (i limiti massimi sono stati innalzati) in cambio dell’impegno a non ridurre l’occupazione. La cassa per cessazione è prorogata di sei mesi, se richiesta entro fine 2021. Infine in caso di lavoratori che percepiscono l’indennità di disoccupazione (Naspi) questo trattamento resterà pieno per un periodo più lungo: il previsto decalage è sospeso per tutto l’anno. Per chi si trova in una situazione ancora più precaria la possibilità di fruire del reddito di emergenza viene prolungata fino a settembre, quindi con un’aggiunta di quattro ulteriori rate.

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Un capitolo a parte riguarda le tutele per i lavoratori dello spettacolo, settore molto speso quasi azzerato dalla crisi di Covid. Sono rafforzati gli strumenti di tutela in caso di malattia, infortuni, maternità e viene inserita una specifica assicurazione in caso di perdita del lavoro. Il pacchetto lavoro vale circa 4 miliardi. Alle imprese, come specificato dal presidente del Consiglio, andranno invece oltre i circa 17 miliardi di sostegni (15,4 quelli erogati con il meccanismo dei contributi a fondo perduto) anche altri 9 miliardi sotto forma di sostegni per liquidità e la ricapitalizzazione. La durata dei prestiti garantiti dallo Stato è portata da sei a dieci anni.

LE REAZIONI

«È un inizio di percorso» commenta il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che sottolinea il suo apprezzamento per la «novità Draghi». Bonomi però non nasconde qualche critica sul pacchetto lavoro: «Siamo ancora di fronte ad un approccio troppo emergenziale e troppo poco di ripartenza». Sarebbe l’ora - dice nella sua prima conferenza stampa in presenza dell’epoca Covid - «di affrontare seriamente la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive». E invece - sottolinea - il tavolo al ministero del Lavoro «non fa passi avanti. Stiamo ancora aspettando di conoscere la valutazione del governo sulla nostra proposta di riforma presentata quattro mesi fa».

La replica del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, non si fa attendere: «La risposta sarà il prodotto di quel confronto che mi sono impegnato a chiudere entro fine giugno. A luglio avremo una proposta di riforma degli ammortizzatori sociali». Sulle altre due grandi novità del pacchetto, abbassamento della soglia dei dipendenti del contratto di espansione e contratto di rioccupazione, il giudizio di Confindustria è positivo ma bisognava osare di più. «Il contratto di espansione dovrebbe essere universale, per tutti» dice Bonomi. Mentre la scadenza a ottobre per l’attivazione del contratto di rioccupazione, è considerata troppo ravvicinata, così da renderlo «poco utilizzabile».

Anche per il leader Cgil, Maurizio Landini, sul tema del lavoro «siamo ancora a metà strada» in attesa della riforma degli ammortizzatori. Per il sindacalista aver spostato l’asticella del blocco dei licenziamenti a fine agosto per le aziende che usano la cig Covid infine è «un passo avanti ma non sufficiente».

Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 09:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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