Da una piccola fabbrica nel Bellunese che sfornava montature di occhiali a un impero da quasi 80 miliardi di euro. Il patrimonio personale arriva invece a 27,3 miliardi di dollari (quasi 26 miliardi di euro) secondo l’ultima fotografia della rivista Forbes. Ma la storia di Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica e patron della italo francese EssilorLuxottica (Essilux), scomparso a 87 anni, non è soltanto quella di un patrimonio che ha scalato la classifica dei più ricchi d’Italia arrivando al secondo posto (62esimo nel mondo).
LA SUCCESSIONE
Il realtà la transizione era già stata studiata con cura dal patron di Luxottica insieme al suo storico avvocato Sergio Erede. La governance della Delfin doveva essere in grado di proteggere l’azienda dagli equilibri incerti degli assetti familiari. Anche il management di fatto sarebbe già stato deciso, con tanto di rotta tracciata anche per il futuro. II sei figli di Del Vecchio (tra dalla prima moglie Luciana Nervo), uno dalla seconda moglie e attuale compagna e due dalla terza moglie) erediteranno infatti il 12,5% del capitale della finanziaria Delfin, e la moglie Nicoletta Zampillo il 25%. Ma lo statuto prevede già che ogni passaggio cruciale sia preso con l’accordo di tutti i rami della famiglia visto che è contemplata una maggioranza dell’88% della holding. Strada tracciata anche per Francesco Milleri, suo braccio destro, che oltre a succedere a Del Vecchio in Delfin, continuerà e essere il ceo di Essilux.
LA GOVERNANCE
L’anno scorso il cda di Delfin è stato infatti allargato a 5 membri: oltre a Del Vecchio ne fanno parte Mario Notari, Romolo Bardin, Aloyse May e Giovanni Giallombardo. Tocca al consiglio della cassaforte esprimere anche la govenrnace di EssilorLuxottica e delle altre pertecipate. Lo statuto di Delfin prevede che i 5 amministratori della holding lo siano a vita, nessuno della famiglia può sostituirli, a meno che essi non si dimettano spontaneamente. Il consiglio della finanziaria è autonomo dagli azionisti, pertanto può disporre degli investimenti e delle strategie senza passare dai soci, che invece intervengono solo per approvare il bilancio e la distribuzione del dividendo. Nel bilancio è inoltre previsto che una quota parte degli utili venga comunque destinata alla fondazione Leonardo Del Vecchio.