Orario di lavoro ridotto? Nei rinnovi dei contratti di categoria spunta la novità: ecco per chi e di quanto

Le sperimentazioni in corso su piccoli numeri forniranno dati su cui ragionare, mail modello non è sicuramente di facile applicazione sulle ampie platee

Mercoledì 26 Aprile 2023
Orario di lavoro ridotto? Nei rinnovi di categoria spuntala novità: ecco per chi e di quanto

I sindacati, nelle piattaforme, premono sulla questione tempo, soprattutto nel lavoro.

Senza trascurare però il potere d'acquisto. Le riduzioni, nel caso specifico, vanno dalle 12 giornate annue del legno arredo alle 24 dell'alimentare. Orario di lavoro ridotto? Nei rinnovi dei contratti di categoria spunta la novità: ecco per chi e di quanto.

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Orario di lavoro ridotto?

Tra i primi ad avanzare la proposta in una piattaforma rivendicativa di rinnovo di un contratto collettivo nazionale di lavoro ci sono i sindacati del legno arredo, Filca, Fillea, Feneal che chiedono una riduzione dell'orario pari a circa 12 giorni all'anno. Poi sono arrivati i bancari che chiedono 10 ore al mese, quasi 16 giorni all'anno, abbinati a un aumento di 435 euro sul triennio. Nei giorni scorsi è stato il momento degli alimenta- risti che puntano a 24 giorni di lavoro in meno all'anno e 300 euro di aumento, ma spalmati su un qua- drienno. Il binomio della riduzione oraria e degli aumenti consistenti che cavalcano unitariamenteisin- dacati, trai lavoratori è sicuramente molto apprezzato. Se però uno dei principi degli accordi è la loro sostenibilità economica, ad una prima lettura rischia di portare i negoziati su sentieri ripidi, dato che ognuna delle richieste ha un costo molto alto e la produttività del lavoro e un punto debole del nostro paese. I prossimi mesi ci diranno se nella contrattazione si farà strada un nuovo equilibrio tra orario, des sibilita e salario. E occupazione. Nelle telecomunicazioni tra le ipo tesi su cui sindacati stavano ragio nando in vista della piattaforma c'era proprio quella di contenere la richiesta di aumento, in cambodi una riduzione oraria, anche perra gioni di salvaguardia occupaziona le. In tutti i casi il binom sindicale punta molto in alto e pur essendo molto apprezzato da lavoratori. cost come estato formulato, non lo calfatto dalle imprese.
 

Guadagnare tempo

Diversi sondaggi hanno evidenziato che uno dei temi su cui c'è una riflessione aperta tra i lavoratori è quello del tempo. Tempo di vita edi lavoro che lo smart working ha reso più facile conciliare, soprattutto nelle medie e grandi imprese, ma solo per i cosiddetti white collar, I con conseguente allargamento del- la dicotomia tra chi lavora sulle linee produttive, e quindi non può fare smart working, e chi è in ufficio. La pandemia ha dato molto vigore altema e il dibattito è proseguito fino a proposte di frontiera, come quella della settimana corta all'in- glese che si basa sulla formula 100- 80-100, ossia 100% dello stipendio, 80% del tempo di lavoro e 100% dei risultati. Le sperimentazioni in corso su piccoli numeri forniranno dati su cui ragionare, mail modello non è sicuramente di facile applicazione sulle ampie platee. 
 

Il ruolo dell'innovazione

Giulio Romani, segretario confederale della Cisl, spiega che quando si parla di orario de valutazioni sono molteplici. Intanto dobbiamo considerare che il dibattito sulla riduzione degli orari si è sempre sviluppato  a seguito di recupero dis produttività dovuto ad avanzamenti della tecnica. In secondo luogo, post pandemia si è sviluppata una maggior attenzione alla conciliazione vita-lavoro che ha la punta dell'iceberg nel fenomeno delle grandi dimissioni, ma che ci segnala un cambiamento imatto nella nostra società che non può essere ignorato». Tiziana Bocchi, segretaria confederale della Uil, aggiunge che non si può ignorare che il tempo di vita è una necessità ormai trasversale, non solo dei giovani che la pongono sempre du- rante i colloqui di lavoro, ma di tut- te le fasce di età. In questi ultimi anni, anche a causa della pandemia, si sono presentate esigenze diverse delle persone su cui è arrivato il momento di ragionare, portando con forza all'attenzione il tema dell'orario». 

 

Il Governo nella partita

«Ogni settore affronterà il tema a modo proprio - continua Bocchi - ed è chiaro che la sommatoria di aumento salariale, che è una questione centrale in questa tornata di rinnovi, e riduzione dell'orario ha un costo molto elevato. Per questo avremo bisogno dell'aiuto del Go- verno a sostenere la partita salariale e quindi dell'abbattimento del cuneo fiscale e della detassazione de- gli aumenti contrattuali, per esempio».

La questione degli orari, concorda Romani, «ovviamente ha punti di partenza diversi nei vari contratti e va affrontata settorialmente con strumenti non sempre identici, da quello della riduzione giornaliera, settimanale o annuale vera e propria a que lo della flessibilità. Va coniugata con l'utilizzo del lavoro agile e, in quel caso e non solo, con un complessivo ripensa- mento sulle rigidità imposte da organizzazioni del lavoro destinate inevitabipmente ad essere duperate. E vamessa in relazione con le priorità su cui occorre porre attenzione, a psrtire da quella della formazione permamente es estesa».

 

 

Produttività e occupazione

Se eventuali riduzioni o rimodulazioni orarie, stando a diversi son- daggi, incontrano il favore dei lavoratori, però, il dibattito non contempla mai l'ipotesi di riduzioni salariali. I direttori delle risorse umane mostrano aperture, come ha rilevato un sondaggio di Aidp tra più di mille manager, secondo cui oltre la metà (53%) si è dichiarato favorevole a discutere il tema. Ma pongono il tema della produttività. Dal dibattito, la riduzione dell'orario di lavoro è velocemente planata nelle piattaforme di rinnovo di alcuni contratti che potrebbero fare da apripista e dare concretezza oppure no al tema. Qualche dettaglio sulle richieste. Nel legnoarredo Filca, Fillea e Feneal scrivono che sono ormai «insostenibili le attuali politiche aziendali che rispondono alla domanda di mercato principalmente attraverso l'utilizzo di straordinari, modifiche turni, flessibilità strutturale e ridotta fruizione delle ferle e del riposi giornalieri e setti- manali, per altro su organizzazioni diorario statiche e tradizionali». 

Parità di salario

Nella plataforma che Fal, Flate Ulla stanno per portare nelle assemblee del 450mila lavoratori di industria e cooperazione alimentare, si legge invece che «per rispondere alla sfida del lavoro che cambia, centrale è la richiesta di riduzione dell'orario di lavoro settimanale da 40 a 36 ore, a parità di salario». Infine i bancari che sul tema della rimodulazione e della riduzione oraria da contratto nazionale hanno iniziato a lavorare per primi, molti anni fa, preveden- do la possibilità di distribuire l'orario su 4 giorni con una riduzione di un'ora e mezza, passando a 37,5 a 36 ore settimanali. Adesso, però, Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin, chiedono di passare dalle 37,5 ore a 35, tout court. «È tempo di riconoscere una generale riduzione dell'orario con- trattuale di 30 minuti giornalieri, quindi 35 ore settimanali», scrivono unitariamente. Sia chiaro, «a parità di retribuzione». 

Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 08:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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