Come salvare le culle: in Italia il tasso di natalità più basso d’Europa. Un libro per uscire dalla trappola demografica

Venerdì 8 Luglio 2022 di Osvaldo De Paolini
Come salvare le culle: in Italia il tasso di natalità più basso d’Europa. Un libro immagina come uscire dalla trappola demografica

Fa sempre male al cuore vedere l’Italia agli ultimi posti delle classifiche internazionali, anche se siamo abituati.

Che sia il numero dei laureati o il livello dei salari, siamo sempre lì a battercela ora con la Grecia ora con la Romania. Tanto che in molti si chiedono come diavolo riusciamo a tenere in piedi la seconda manifattura d’Europa e a “produrre” l’atleta più veloce del mondo. Eppure la risposta è semplice: stiamo a galla grazie alle italiane e agli italiani. Non abbiamo materie prime (e quelle che abbiamo le lasciamo sottoterra) ma in compenso possediamo un quid, una misteriosa e affascinante capacità di cavarcela, che il destino sembrerebbe concedere solo a noi.


LA RICCHEZZA
Ma se proprio gli italiani sono la ricchezza dell’Italia, come la mettiamo con la classifica che ci vede ultimi in Europa nella natalità? Da molto tempo ormai da noi nascono pochi bambini. L’anno scorso ne abbiamo messi al mondo 6,8 per ogni mille abitanti: è il tasso di natalità più basso del Vecchio Continente, dal Portogallo alla Russia. Sbalorditi, i demografi di mezzo mondo parlano di «crisi demografica quasi irreversibile», espressione educata che per i non addetti ai lavori si potrebbe tradurre così: «lento suicidio collettivo». Fatto sta che l’anno scorso sono nati solo 399 mila italiani, di fatto la metà rispetto ai 740 mila francesi. Oggi siamo meno di 59 milioni e in pochi anni, a dispetto del gran parlare di immigrazione, abbiamo perso la popolazione equivalente a una metropoli come Milano. Un fenomeno che ormai si fa notare: persino il geniale imprenditore americano Elon Musk, quello della Tesla e di tante altre cose, lo scorso 25 maggio ha lanciato l’allarme con un tweet ai suoi 100 milioni di follower: «Se continua così l’Italia resterà senza popolazione».


Insomma ci troviamo in mezzo a un’emergenza di cui si parla ancora troppo poco, anche se è in gioco la nostra stessa esistenza come comunità. Per rendercene conto dobbiamo partire da un punto: perché “facciamo” la metà dei figli dei francesi? Per molte ragioni, ma la principale ha a che fare con la dura eredità del passato: oltre 40 anni fa abbiamo iniziato ad avere pochi bambini e così ora i nostri giovani sono pochi e formano poche coppie in grado di procreare. 


MENO COPPIE
I pochissimi bambini di oggi tra 20 o 30 anni creeranno ancora meno coppie; e quasi automaticamente nasceranno ancora meno italiani. È in atto un fenomeno di rarefazione che sul territorio si trasforma in paesi spopolati, scuole chiuse, milioni di case vuote, reti ospedaliere ristrette, meno imprese e innovazione, intere aree del Paese senza economia. Nel 2050 rischiamo di essere 5 milioni in meno, che è come se sparisse il Veneto. E questo – in uno scenario globale come quello riemerso con l’invasione russa dell’Ucraina - significherà anche perdita di peso internazionale.


PRIGIONIERI
Siamo prigionieri di quella che i tecnici chiamano «trappola demografica». Già, ma come uscirne?

Da oggi è in libreria e su Amazon un libro scritto da due giornalisti del Messaggero, Luca Cifoni e Diodato Pirone: La trappola delle culle (Rubbettino, 156 pagine, 15 euro). Cifoni e Pirone, con uno stile chiaro e rigoroso, hanno provato a fare ordine nel puzzle. Forniscono un quadro completo della situazione, ma vogliono dare speranza, perché dal dramma della desertificazione si può uscire. Lo dimostrano le esperienze di altri Paesi europei come la Germania e, in Italia, le due province autonome del Trentino e dell’Alto Adige.


L’originalità del libro sta nei sei capitoli di analisi accompagnati da nove proposte, che vanno dall’individuazione di un nuovo linguaggio sulla natalità alle riforme del lavoro, dai pregi e difetti del nuovo strumento dell’Assegno unico universale al ruolo delle imprese nell’assistenza ai dipendenti che mettono su famiglia.

Per fuggire dalla “Trappola delle culle”, suggeriscono gli autori, c’è una sola soluzione: avviare una grande campagna sistematica e collettiva. Una sorta di rivoluzione culturale che faccia tornare i figli nelle teste e nei cuori degli italiani. Non basta un intervento forte dello Stato.

 
Per fortuna l’epoca dei bizzarri e propagandistici “bonus bebè” sembra tramontata ma oltre alle leggi è indispensabile l’impegno di tutti: imprenditori, sindaci, famiglie, sindacati, volontari, individui. Serve più immigrazione. Servono più famiglie, non solo quelle tradizionali. È fondamentale mettere le italiane che lo desiderano in condizione di avere il primo bambino prima degli oltre 31 anni di media di oggi, perché un figlio per coppia non ferma la crisi demografica. 


Lo Stato e le Regioni dovranno incrementare gli aiuti alle famiglie, ma nel testo viene indicata pure una svolta “privata”: mamme e papà che tornano a raccontare a figli e figlie il piacere di tenere un neonato fra le braccia. Anche questo potrebbe aiutarci a ricordare che per costruire il nostro futuro gli italiani restano indispensabili.

La trappola delle culle - di Luca Cifoni e Diodato Pirone

Rubbettino editore, 2022 - Collana: Problemi aperti 

Pagine 156: euro 15. Ebook: euro 8.99


 

Ultimo aggiornamento: 01:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA