Ita-Alitalia ora può decollare: c'è il disco verde di Bruxelles

Giovedì 27 Maggio 2021 di Umberto Mancini
Ita-Alitalia ora può decollare: c'è il disco verde di Bruxelles

C'è l'ok formale della Ue a Ita-Alitalia. La call telefonica di ieri tra il ministro dell'Economia Daniele Franco e la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha sbloccato, come previsto, la trattativa e portato all'intesa finale sui parametri per garantire la discontinuità. A sostenere la posizione italiana è stato sopratutto il presidente Mario Draghi che ha esercitato in questi giorni una costante moral suasion. Accanto a lui è sceso in campo anche il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti, andato fisicamente a Bruxelles per accelerare la chiusura del dossier e molto soddisfatto per l'esito del lungo negoziato.

«A seguito di discussioni intense e costruttive a tutti i livelli - recita infatti una nota ufficiale dell'esecutivo comunitario - la Commissione Ue e le autorità italiane hanno raggiunto un'intesa comune sui parametri chiave per garantire la discontinuità economica tra Ita e Alitalia».

I contatti, si aggiunge, continueranno ora a pieno ritmo a livello tecnico. Un disco verde politico che adesso verrà declinato a livello operativo.

Alitalia, intesa governo-Ue: tagli ai dipendenti e alla flotta

Alitalia paga metà stipendio ai dipendenti. I commissari: «In attesa del finanziamento»

Nomine, in Fs arriva Ferraris. Scannapieco alla guida di Cdp

Le tappe

Dopo mesi d'impasse con l'Europa - oltre quattro anni di amministrazione straordinaria e tre governi che si sono succeduti senza arrivare al traguardo - ora l'operazione, come anticipato dal Messaggero domenica scorsa, può davvero decollare. Ita, lo ha confermato Franco, conserverà il marchio Alitalia conosciuto in tutto il mondo, acquistandolo dopo una gara in piena regola. Così come rileverà la parte volo (piloti, aerei, slot, assistenti di volo) sempre da Az in amministrazione straordinaria: circa 4.000-4.500 dipendenti e 55-60 aerei. Sia il personale che la flotta cresceranno proporzionalmente il prossimo anno a seconda dell'andamento del mercato. Nel 2022 - secondo il piano industriale messo a punto dall'ad Fabio Lazzerini - gli aerei arriveranno a quota 70-75. Anche alcuni servizi di terra verranno assorbiti dalla newco, ma la maggioranza del polo della manutenzione e forse anche dell'handling passerà di mano. Ita dovrebbe avere una quota rilevante ma non di maggioranza nelle due società. Un punto però su cui si sta ancora discutendo. Di certo la compagnia parteciperà ai bandi di gara per i due comparti.

I tempi

Giorgetti assicura che ad agosto ci sarà il decollo della nuova Alitalia ma è probabile che sarà necessario uno spostamento di almeno un mese. Niente da fare invece per il trasferimento del programma fedeltà MilleMiglia.

Sempre il prossimo anno sarà realtà anche l'alleanza industriale con Lufthansa, nettamente favorita rispetto a Delta Airlines, e in grado di valorizzare sia lo scalo di Fiumicino oltre che di integrarsi al meglio sul fronte dei voli a lungo e medio raggio. Ma Ita-Alitalia potrà contare sulla partnership commerciale con Fs attraverso le sinergie treno-aereo che saranno implementate in maniera decisiva, favorendo intermodalità, turismo e scambio di passeggeri. Tra l'altro una parte dei dipendenti in esubero potrebbero finire proprio alle Ferrovie.

I nodi

Franco ha spiegato che Ita avrà quindi «un perimetro più contenuto rispetto ad Alitalia in termini di rotte, flotta e attività collegate, ma coerente con l'impostazione del piano della nuova società e capace di assicurare lo sviluppo anche occupazionale». Nella vecchia Az resteranno circa 6 mila dipendenti, che saranno in parte ricollocati e in parte gestiti con gli ammortizzatori sociali, ovvero Cig e prepensionamenti. «L'obiettivo - ha spiegato il ministro - è restituire al Paese un vettore capace di assicurare i collegamenti interni e al di fuori dei confini nazionali, e garantire lo sviluppo dell'operatività e dell'occupazione e operando a condizioni di redditività tali da generare un ritorno economico per l'azionista pubblico».

Soddisfatta l'ex ministra Paola De Micheli che ha spinto molto per Ita. Sindacati preoccupati per le conseguenze sull'occupazione. Salvatore Pellecchia, leader della Fit-Cisl, chiede garanzie sugli esuberi. Sulla stessa linea Cgil, Uil e Fnta. In attesa delle risposte del governo, le organizzazioni sindacali hanno proclamato uno sciopero per il 18 giugno. Dimenticando forse che l'alternativa a Ita-Alitalia era il fallimento.
 

Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 11:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA