Istat, cuneo fiscale 2020 resta oltre il 45%. Il 76% dei redditi non supera 30mila

Martedì 20 Dicembre 2022
Istat, cuneo fiscale 2020 resta oltre il 45%. Il 76% dei redditi non supera 30mila
(Teleborsa) - Nel 2020, con redditi netti da lavoro dipendente in calo del 5%, il costo lordo del lavoro (comprese imposte e contributi sociali) era pari a 31.797 euro, il 4,3% in meno dell'anno precedente. La retribuzione netta a disposizione del lavoratore era di 17.335 euro, pari a poco più della metà del totale del costo del lavoro (54,5%). E' quanto emerge da un report dell'Istat su redditi e fiscalità negli anni 2019 e 2020.

Il reddito medio da lavoro autonomo, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è pari a 24.885 euro annui, con una riduzione del 5,9% rispetto al 2019. Il reddito netto a disposizione del lavoratore autonomo raggiunge il 68,5% del totale (17.046 euro): le imposte rappresentano il 14,1% del reddito lordo e i contributi sociali il 17,4%.

Nel 2020, circa il 76% dei redditi lordi individuali (al netto dei contributi sociali) non supera i 30.000 euro annui: la metà dei redditi lordi individuali si colloca tra 10.001 e 30.000 euro annui, oltre un quarto è sotto i 10.001 euro e soltanto il 3,7% supera i 70.000 euro.

Cuneo fiscale si conferma oltre il 45%

Il cuneo fiscale e contributivo, ossia la differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore, è si è attestato in media a 14.600 euro e, sebbene si riduca del 5,1% rispetto al 2019, continua a superare il 45% del costo del lavoro (45,5%). I contributi sociali a carico dei datori di lavoro sono la fetta maggiore (24,9%), il restante 20,6% è a carico dei lavoratori sotto forma di imposte dirette (il 13,9%) e di contributi sociali (il 6,7%).

Confrontando le componenti del costo del lavoro tra il 2007, anno che precede la prima crisi economica del terzo millennio, ed il 2020, risulta che i contributi sociali dei datori di lavoro sono diminuiti del 4% grazie alle decontribuzioni stanziate durante la crisi, mentre i contributi dei lavoratori sono rimasti sostanzialmente invariati, le imposte sul lavoro dipendente sono aumentate in media del 2%, mentre la retribuzione netta si è ridotta del 10%.


Il sistema fiscale avvantaggia il monoreddito ed il Mezzogiorno

Il sistema fiscale redistributivo consente di ridurre le disuguaglianze nella distribuzione dei redditi di 4,2 punti percentuali, se misurata dall'indice di concentrazione di Gini. A livello familiare il carico fiscale è mediamente più basso in corrispondenza delle famiglie monoreddito con minori: le aliquote vanno dall'11,4% per le coppie con tre o più figli e almeno un minore, al 13,7% per le famiglie monogenitore con uno o più minori.

Con un'aliquota media del 22%, le coppie di anziani senza figli sono la tipologia su cui grava il maggior prelievo fiscale. Le famiglie con un solo percettore di reddito da lavoro autonomo presentano aliquote medie fiscali inferiori pari al 17,6%.

Sulle famiglie del Mezzogiorno il carico fiscale pesa meno rispetto al resto del Paese: 16,2%, contro 19,2% del Nord-est, 19,4% del Centro e 20,5% del Nord-ovest.

Nel 2020, la riduzione del cuneo fiscale (bonus Irpef e trattamento integrativo) ha interessato 12,7 milioni di persone, per una spesa complessiva di 10,8 miliardi di euro di trasferimenti, pari a 850 euro pro capite.
© RIPRODUZIONE RISERVATA