Irpef, ecco i tagli: per il ceto medio benefici fino a 920 euro l'anno

I contribuenti con 50mila euro di reddito avranno i maggiori vantaggi economici

Venerdì 26 Novembre 2021 di Michele Di Branco
Irpef, ecco i tagli: per il ceto medio benefici fino a 920 euro l'anno

Congratulazioni a chi ha un reddito annuale da 50mila euro lordi annui. E’ lui il contribuente più fortunato, destinato a salire sullo scalino più alto del podio dopo la riforma fiscale destinata a ridisegnare la curva dell’Irpef.

A quel livello di reddito, con un taglio di tre punti rispetto al prelievo attuale, si ottiene il massimo del profitto rispetto agli altri contribuenti, che dovranno accontentarsi di benefici inferiori. In pratica ci sarà un taglio delle tasse da 920 euro all’anno, pari a 76,6 euro mensili. Una sorta di nuovo bonus Renzi da 80 euro. Non si tratta certo di un caso. 

Irpef, aliquote diventano 4: ecco chi ci guadagna (per la classe media risparmi sino a 920 euro)

LE INDICAZIONI
E’ proprio lo spirito che anima la riforma a voler privilegiare quella classe medio-alta di redditi. E da questo punto di vista, l’accordo raggiunto dai partiti che sostengono il governo è funzionale a quell’obiettivo. L’intervento sull’Irpef assorbirà circa 7 degli 8 miliardi messi sul piatto in legge di Bilancio e lo schema prevede la riduzione delle aliquote, che scenderanno da cinque a quattro, con la rimodulazione di scaglioni, detrazioni e no tax area. La fascia di reddito fino a 15 mila resterà al 23%, l’aliquota del 27%, per lo scaglione da 15 mila a 28 mila, scenderà al 25%, e spariranno quelle del 38 e del 41% che saranno unificate nel 35% per la fascia da 28 mila a 50 mila. Oltre i 50 mila si passerà direttamente al 43%. 

Il riordino del sistema delle detrazioni dovrebbe assorbire anche il bonus Renzi da 100 euro erogato in busta paga. La domanda è: chi ci guadagna dal taglio dell’Irpef concordato al tavolo del Tesoro? Chi ha un reddito fino a 15 mila euro non sembra essere toccato dalla riforma, visto che il primo scaglione resta al 23%. Dunque il prelievo resterà invariato. Qualche centinaio di euro in più saranno invece a disposizione delle fasce basse visto che la No tax area degli autonomi potrebbe salire, secondo quanto filtra, da 4 mila a 5.500 euro, mentre quella dei pensionati da 8.130 a 8.500 euro. Destinata a rimanere invariata la No tax area dei dipendenti a 8.145 euro. 

LA PLATEA
Tuttavia, come detto, i vantaggi maggiori pioveranno sui redditi medio-alti. In linea generale, al vertice ci sarà il nostro contribuente collocato a 50 mila euro di reddito che incasserà appunto un risparmio da 920 euro. Sotto quella soglia di reddito i risparmi saranno inferiori e crescenti; sopra saranno inferiori e decrescenti fino a stabilizzarsi a 270 euro a partire da 75 mila euro di reddito imponibile lordo in poi. Per fare qualche esempio, un contribuente con un reddito da 17 mila euro annui, oggi sottoposto ad un prelievo del 27%, per effetto del taglio di due punti di aliquota, otterrà un risparmio di 40 euro annui. Nello stesso scaglione, il risparmio sale a 80 euro con un reddito da 19 mila euro e a 200 euro con una dichiarazione da 25 mila euro. Simulazioni alla mano, la fascia di reddito tra i 15 e i 20 mila euro (5,8 milioni di contribuenti) incasserà circa 300 milioni di tagli di Irpef, una cifra che sale 1,8 miliardi nella fascia di reddito compresa tra 26 e 35 mila contribuenti (5,3 milioni di soggetti). In termini assoluti, sarà la platea tra 35 e 75 mila euro (4,1 milioni di contribuenti) a dividersi la fetta più grande del taglio Irpef: 2,5 miliardi di euro.

LE INCOGNITE
Sull’intera operazione, tuttavia, pesa l’incognita delle detrazioni. Stimare con esattezza il risparmio dal taglio delle aliquote Irpef deciso da governo e maggioranza è complicato in quanto il Mef non ha ancora messo sul tavolo il riordino di questo dossier Materia che interessa anche il bonus introdotto da Renzi e poi ampliato a 100 euro mensili, destinato a essere riassorbito nel nuovo sistema. Occorre infatti ricordare che le aliquote determinano solamente il 40% dell’effetto redistributivo; il rimanente 60% è spiegato dalle detrazioni per lavoro e famiglia. Tanto che, per ipotesi, l’azzeramento di tutte le detrazioni per tipologia di reddito comporterebbe un aumento del gettito di imposta di circa 36 miliardi di euro. 

La sostituzione del bonus Irpef implicherebbe invece un risparmio per le casse erariali di circa 16 miliardi di euro. In totale si libererebbero quindi 52 miliardi. Le detrazioni sono uno dei pilastri del sistema fiscale e, nell’intenzione del governo, la loro revisione dovrebbe servire a garantire una progressività più morbida degli scaglioni. Il loro disegno sarà determinante nell’orientare il carico fiscale sui contribuenti. 
 

Ultimo aggiornamento: 16:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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