La riforma dell’Irpef viaggia su un binario parallelo a quello della manovra.
La riforma dell'Irpef, le aliquote
Fino a 28 mila euro di reddito si pagherà il 23 per cento di tassa. Rimarranno invece, per adesso, fermi gli altri due scaglioni: quello del 35 per cento e quello del 43 per cento. Il beneficio massimo di questa operazione sarà di 260 euro l’anno. Ma oltre i 50 mila euro di reddito, questo aumento sarà azzerato. In che modo? Introducendo una “franchigia” di 260 euro a tutte le detrazioni del 19 per cento che abbattono l’imposta del contribuente. Da questo “taglio” saranno risparmiate soltanto le spese sanitarie e i costi sostenuti per sottoscrivere polizze anti-calamità. Nella bozza che sarà esaminata in consiglio dei ministri, sono state aggiunte altre due detrazioni “esentate” che non erano state inserite nella prima versione del provvedimento. Nella norma che prevede un taglio lineare di 260 euro sulle detrazioni per i redditi sopra i 50.000 euro viene infatti cancellato il riferimento alle erogazioni liberali a favore di onlus, iniziative umanitarie, religiose o laiche, dei partiti politici e degli enti del terzo settore.
I giochi
Sempre nel consiglio dei ministri di oggi, poi, dovrebbe essere esaminato un altro decreto legislativo che attua la riforma fiscale firmata dal vice ministro dell’Economia Maurizio Leo. Si tratta della revisione delle concessioni per i giochi on line. un provvedimento che, secondo la relazione tecnica che lo accompagna, dovrebbe garantire allo Stato incassi per 455 milioni di euro. L’incasso principale arriverà dalla vendita delle concessioni per la raccolta on line del gioco. Ogni concessione avrà un prezzo di 7 milioni e una durata di nove anni.
Le stime
Secondo le stime del governo, con questi requisiti saranno assegnate 50 concessioni. Altri 100 milioni dovrebbero arrivare dall’aumento del canone di concessione che viene portato al 3 per cento. E, infine, a completare il pacchetto c’è l’istituzionedi un albo per la registrazione dei punti vendita ricariche. Si tratta di punti fisici dove vengono ricaricate le schede per poi giocare on line. Viene previsto che l’iscrizione all’Albo sia subordinata al pagamento di un importo annuale pari a 200 euro per il primo anno e a 150 euro per gli anni successivi. Viene poi prevista una “clausola” per indennizzare i concessionari nel caso in cui in futuro il governo cambi le regole sulla tassazione del gioco o introduca nuovi vincoli.
L'appello
Nei giorni scorsi le associazioni di gioco Acadi, Sapar, Astro, Egp-Fipe, Logico e Acmi, avevano lanciato un appello al governo per regolamentare insieme sia il gioco on line che quello fisico. «Occuparsi prima del “riordino” del gioco a distanza rispetto a quello del retail significa ridurre il gettito complessivo del comparto, il presidio di legalità sul territorio, la tutela del giocatore, i livelli di occupazione e significa inoltre soffocare le piccole e medie imprese»,aveva denunciato Geronimo Cardia presidente di Acadi. Il timore è che l’on line, con una base dì asta di 7 milioni, possa portare all’esclusione dal comparto degli operatori più piccoli. E che poi questo possa accadere anche nel fisico.