Intesa Sanpaolo compra Ubi, Messina: «Non alzeremo il prezzo»

Martedì 18 Febbraio 2020
Carlo Messina
L'offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca fa ripartire il risiko nel settore bancario. Una mossa a «sorpresa» che «creerà valore per tutti» spiega il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che agli analisti assicura che la sua banca non ha «nessuna intenzione di aumentare» un prezzo che «ci sembra già equo».

L'operazione è stata accolta positivamente dalla Borsa con il titolo di Intesa che sale 2,4% a 2,6 euro e Ubi (+22,6%) a 4,28 euro. Per ogni 10 azioni di Ubi Banca portate in adesione all'offerta saranno corrisposte 17 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione, valorizzando quindi Ubi 4,86 miliardi di euro. La cifra
corrisponde ad un premio del 27,6% sui valori di Borsa di venerdì 14 febbraio pari a 3,3333 euro. L'operazione apre un «nuovo capito della storia di questo gruppo», ha aggiunto Messina.

Dall'operazione nascerà la terza banca europea per capitalizzazione di mercato, che salirà a 48 miliardi di euro, e la settima per ricavi, a quota 21 miliardi, con impieghi per circa 460 miliardi di euro e 1,1 trilioni di euro di risparmio degli italiani in gestione. L'operazione non avrà nessun impatto per gli azionisti a cui Messina assicura un dividendo di 0,2 euro sul 2020, superiore a 0,2 euro sul 2021, con l'impegno, anche nel futuro, a mixare alte cedole e un solido capitale.

«Vi abbiamo sorpreso lanciando un'offerta su Ubi, è vero, ma era un'opportunità unica per creare una realtà europea ancora più forte», ha detto Messina. «L'offerta non è amichevole nel senso tecnico del termine, ma non c'era modo di fare questa operazione in modo diverso», ha spiegato Messina, auspicando una risposta positiva del management di Ubi e mettendo in luce le qualità del ceo Victor Massiah e della presidente Letizia Moratti. «Il mio approccio è positivo sul management, sui soci e su tutte le persone che lavorano in UBI - ha affermato Messina - questa è la mia proposta» e «insieme siamo più forti».

Messina ha ribadito che fra i punti forti c'è la «creazione di valore» per gli azionisti delle due banche e che Intesa «guarda al futuro» e alla competizione a livello europeo.

La scelta, ha detto ancora, è caduta su Ubi perché «è una banca solida, ben gestita, una piccola Intesa Sanpaolo». Poi ha aggiunto che il rischio di esecuzione dell'operazione è «basso» e che i modelli di business e valori condivisi faciliteranno l'integrazione, e l'operazione «non avrà alcun costo per gli azionisti».

Messina ha spiegato che l'operazione non avrà alcun impatto sociale e che le 5mila uscite previste saranno su base volontaria. «Contiamo sui sindacati», ha affermato il numero uno di Intesa, affermando che la banca punta su un ricambio generazionale, con l'assunzione di un giovane ogni due uscite volontarie.

Rispondendo a una domanda su un possibile rilancio ha spiegato «il prezzo ci sembra già equo» e se UBI risponderà negativamente l'alternativa sarà «proseguire in modo autonomo».




 
Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 17:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA