Inflazione al 7,9%: alle famiglie la spesa costa 800 euro in più

Bisogna tornare indietro di quarant’anni per registrare una crescita così importante

Giovedì 11 Agosto 2022 di Michele Di Branco
Inflazione al 7,9%: alle famiglie la spesa costa 800 euro in più

Inflazione, si salvi chi può.

La nuova accelerazione dei prezzi a luglio (+0,4% su base mensile) porta il dato su base annua a quota 7,9%, contro l’8% del mese precedente. La rilevazione dell’Istat conferma dunque la stima preliminare, con la crescita dei prezzi che rimane elevata nel calcolo sui 12 mesi pur riducendosi di un decimo percentuale. Mentre il dato sull’inflazione acquisita per il 2022 segna +6,7%. In questo quadro sconfortante, tuttavia, il dato che balza all’occhio e che deve preoccupare, soprattutto in termini di tenuta sociale, è soprattutto la folle corsa dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” dei prodotti di largo consumo, che si porta a +9,1%, registrando un aumento che non si osservava da settembre 1984, quasi quarant’anni fa.

L’IMPATTO
Per dare un’idea del tempo che è passato, si tratta dell’anno in cui fu firmato il concordato tra Italia e Santa Sede e del primo Macintosh realizzato dalla Apple. Un’altra epoca. In questa, le famiglie, che non possono fare a meno di spese irrinunciabili per vivere, si ritrovano con le spalle al muro. Secondo i calcoli dell’Unione italiana consumatori, l’inflazione ormai prossima all’8 per cento significa, per una coppia con due figli, una stangata complessiva, in termini di aumento del costo della vita, pari a 2.625 euro su base annua, ma di questi ben 769 euro se ne vanno solo per prodotti alimentari e bevande e poco meno di 800 euro per il carrello della spesa. Per una coppia con un figlio, la mazzata totale è pari a 2.437 euro, 694 euro solo per cibo e bevande, 721 europer il carrello. 

I CONTI
In media per una famiglia il rialzo annuo è di 2.036 euro, 564 euro per mangiare e bere, 585 per il carrello. Il record spetta alle famiglie numerose con più di 3 figli con una batosta pari a 2.946 euro, 919 solo per il cibo, 944 per i beni alimentari e per la cura della casa e della persona. Entrando ancor più nello specifico dell’impatto dell’aumento dei prezzi sulla pelle delle famiglie, Coldiretti ha stilato un elenco di rincari. La divaricazione dei prezzi, da luglio 2021 allo stesso mese di quest’anno, provoca profonda angoscia. Ci sono oli di semi, burro e pasta in vetta alla classifica degli aumenti nel carrello della spesa secondo l’analisi che, complessivamente, valuta un aumento del 10% per i prodotti alimentarie le bevande analcoliche. 

L’ALIMENTARE
A far segnare i maggiori rincari sono i prodotti di base dell’alimentazione delle famiglie che subiscono gli effetti dell’aumento dei costi energetici e di produzione alimentati dalla guerra in Ucraina, abbinati al caldo record e alla siccità, che colpiscono duramente le imprese e le tavole dei consumatori che sono costretti a tagliare gli acquisti, soprattutto tra i nuclei familiari più deboli. In cima alla classifica dei salassi, con un +65,8%, ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole – sottolinea Coldiretti – che risente del conflitto in Ucraina, che è uno dei principali produttori e che ha dovuto interrompere le spedizioni causa della guerra, mentre al secondo posto c’è il burro, in crescita del 32,3% e al terzo la pasta (+26,3%), seguita dalla farina (+21,6%) proprio nel momento in cui nelle campagne si registrano speculazioni sul prezzo del grano con forti cali dei compensi riconosciuti agli agricoltori. Al quinto e sesto posto figurano riso e margarina, rincarati rispettivamente del 19,1% e del 18,9%, davanti ai gelati, il simbolo estivo per eccellenza, che tra coni e coppette, aumentano del 17,8%. 

PANE E LATTE
Ma crescono del 16,1% e del 16% anche il pane e il latte uht, due dei prodotti più presenti nel carrello degli italiani, con la carne di pollo a chiudere la top ten degli aumenti a +15,7%. Il risultato è un aggravio annuale di spesa di circa 560 euro solo per la tavola, secondo l’analisi Coldiretti. Ma dietro ai rincari si nascondono spesso anche le speculazioni, come nel caso dell’uva da tavola, che in Puglia viene pagata 50 centesimi agli agricoltori per poi ritrovarla a cifre fino a 4 euro sui banconi dei supermercati. In termini assoluti, i prodotti per i quali gli italiani spenderanno complessivamente di più sono pane, pasta e riso, con un esborso aggiuntivo di quasi 115 euro. Sul podio anche carne e salumi che costeranno 98 euro in più rispetto al 2021 e le verdure (+81 euro). Seguono latte, formaggi e uova con +71 euro e il pesce con +49 euro, davanti a frutta e oli, burro e grassi. 


 

Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 10:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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