Inflazione crolla a novembre, prezzi scesi al livello più basso da marzo 2021. In Italia caro-vita allo 0,8%

Registrata la flessione anche del carrello della spesa ma l’indice è passato soltanto dal 6,1%al 5,8 per cento

Giovedì 30 Novembre 2023 di Roberta Amoruso
Inflazione crolla a novembre, prezzi scesi al livello più basso da marzo 2021. In Italia caro-vita allo 0,8%

Sorprende il dato sull’inflazione a novembre. L’indice dei prezzi nell’Area Euro è passata dal 2,9% di ottobre al 2,4% del mese appena chiuso, battendo tutte le previsioni che la davano in calo solo al 2,7%.

Ben al di sotto delle attese anche il dato dell’inflazione “core”, quello che esclude i prezzi energetici e alimentari e tanto caro alla Bce perché fornisce un’indicazione della tendenza di fondo dei prezzi. In questo caso, l’indice dei prezzi si attesta al 3,6%, contro il 4,2% di ottobre.

Eppure la Bce non ci sta a dichiarare vinta la battaglia contro il caro-vita. Gli aumenti dei salari e delle materie prime energetiche, si dice a Francoforte, potrebbero ancora esercitare pressioni al rialzo sui prezzi. L’inflazione annuale più bassa è stata registrata in Belgio e Italia. Il crollo è evidente per il nostro Paese. 

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DIETRO I NUMERI
A novembre 2022 l’ inflazione annuale in Italia segnava +11,8%. Un anno dopo il carovita registra un incremento tendenziale dello 0,8%, valore che non si registrava da marzo 2021 (dall’1,7% di ottobre). Undici punti percentuali in meno. La differenza tra l’indice dello scorso anno e quello di oggi si nota anche dall’andamento mensile dei prezzi: +0,5% congiunturale nel 2022 e ora -0,4%. Altro confronto: quasi a fine 2022 l’inflazione di fondo, quella al netto di energia e cibo, balzava a +5,6% mentre adesso siamo scesi a +3,6%.


Ancora una volta, il principale motore del calo annuale nazionale sono stati i beni energetici, sia regolamentati (-36% anno su anno in line con ottobre) che non regolamentati (-22,5%), aiutati, dice l’istat, in misura minore da alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto) e alla nuova decelerazione del ritmo di crescita dei prezzi dei beni alimentari (+6,1%), in particolare della componente lavorata, che esercita un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+5,8% rispetto al 6,1%). Infine, l’inflazione di fondo si attesta a novembre al +3,6% (dal +4,2% di ottobre).

GLI SCENARI
Quanto peserà il nuovo quadro sui prezzi sui prossimi messaggi che arriveranno dalla Bce, non è scontato. Da un lato, il livello dei prezzi si avvicina sempre di più al target del 2% mettendo pressione sui falchi di Francoforte e accendendo un faro su uno scenario di riduzione dei tassi di interesse. Del resto, è ormai indubbio che i prezzi stiano diminuendo molto più velocemente di quanto previsto dalla stessa Bce. Dall’altro lato, la prudenza dell’Eurotower potrebbe ancora prevalere in questa fase, prolungando l’atteggiamento attendista. Se non altro i tassi non saranno aumentati. 


Sono in molti gli economisti a prevedere un leggero aumento dell’inflazione complessiva a dicembre, ma l’inflazione di fondo dovrebbe continuare a diminuire gradualmente. I tassi di inflazione potrebbero presto tornare, almeno temporaneamente, all’obiettivo del 2% fissato dalla Bce nel 2024, dicono gli economisti di Dws. «Abbiamo previsto un primo taglio dei tassi per giugno 2024, ma i rischi sono orientati verso una data più vicina», prevedono gli esperti di Pictet WM, ottimisti sulla traiettoria dei tassi. «Il punto centrale della prossima riunione Bce di dicembre», dicono, «sarà l’adeguamento delle previsioni di inflazione nel breve termine e fino al 2026».

 

Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 14:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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