Inail, in 4 mesi 147.875 contagi Covid sul lavoro: +12,8%. Seconda ondata più intensa della prima

Giovedì 18 Febbraio 2021
Inail, in 4 mesi 147.875 contagi Covid sul lavoro: +12,8%. Seconda ondata più intensa della prima

La seconda ondata della pandemia, come rileva il 13esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell' Inail, pubblicato oggi insieme alla versione aggiornata delle schede di approfondimento regionali, ha avuto un impatto più intenso della prima anche in ambito lavorativo e non solo per la presenza di un mese in più.

I contagi sul lavoro da Covid denunciati all'Inail al 31 gennaio sono 147.875, pari a circa un quarto delle denunce complessive di infortunio sul lavoro pervenute dall'inizio del 2020 e al 5,8% dei contagiati nazionali totali comunicati dall'Istituto superiore di sanità (Iss) alla fine di gennaio.

I casi in più rispetto ai 131.090 del mese precedente sono 16.785 (+12,8%).

Il Papa contro i no-vax, sanzioni ai dipendenti che non si vaccinano: rischiano il licenziamento

La seconda ondata della pandemia ha avuto un impatto più intenso della prima anche in ambito lavorativo e non solo per la presenza di un mese in più: il quadrimestre ottobre 2020-gennaio 2021, con oltre 92mila contagi, incide infatti per il 62,3% sul totale delle infezioni di origine professionale denunciate dall'inizio della pandemia, rispetto agli oltre 50mila casi registrati nel trimestre marzo-maggio 2020, pari al 34,2%.

I casi denunciati sono concentrati soprattutto a novembre (25,3%), marzo (19,2%), ottobre (15,9%), dicembre (15,1%), aprile (12,4%) e gennaio 2021 (6,0%), per un totale del 93,9%. A differenza del complesso delle denunce, i casi mortali sono concentrati soprattutto nella prima ondata dei contagi. Il 72,9% dei decessi da Covid-19 denunciati all' Inail, infatti, sono avvenuti nel trimestre marzo-maggio 2020, con un picco del 40,8% nel solo mese di aprile, contro il 24,3% del periodo ottobre 2020-gennaio 2021. 

Pensioni, Istat: nel 2019 spesa a 301 miliardi, gap di genere

Tra le attività produttive, il settore della sanità e assistenza sociale - che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili - si conferma al primo posto con il 68,8% del totale delle denunce di contagio sul lavoro da nuovo coronavirus e il 25,9% dei decessi codificati, seguito dall'amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità - Asl - e amministratori regionali, provinciali e comunali), con il 9,2% dei contagi e il 10,7% dei casi mortali.

Gli altri settori più colpiti sono i servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il manifatturiero (tra cui gli addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare), al secondo posto per numero di decessi con il 13,2% del totale, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, il trasporto e magazzinaggio e le altre attività di servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessere), le attività professionali, scientifiche e tecniche (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale) e il commercio all'ingrosso e al dettaglio.

Dividendo l'intero periodo di osservazione in tre intervalli - fase di lockdown (fino a maggio 2020 compreso), fase post lockdown (da giugno a settembre 2020) e fase di seconda ondata, dei contagi (ottobre 2020-gennaio 2021) - si riscontrano, secondo Inail, significative differenze in termini di incidenza del fenomeno. Per l'insieme dei settori della sanità, assistenza sociale e amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità - Asl - e amministratori regionali, provinciali e comunali) si osserva, infatti, una progressiva riduzione dell'incidenza delle denunce tra le prime due fasi e una risalita nella terza, comunque inferiore a quella osservata nella prima fase anche, probabilmente, per una migliore gestione del rischio (si è passati dall'80,4% dei casi codificati nel primo periodo al 54,7% del periodo giugno-settembre, per poi risalire al 77,7% nel quadrimestre ottobre-gennaio).

Viceversa, l'incidenza di altri settori, con la graduale ripresa delle attività, in particolare nel periodo estivo, è aumentata tra le prime due fasi e si è ridotta nella terza. È il caso, per esempio, dei servizi di alloggio e ristorazione (passati dal 2,5% del primo periodo al 5,8% del secondo e al 2,4% del terzo) o i trasporti (passati, rispettivamente, dall'1,2% al 5,5% al 2,2%). Il decremento in termini di incidenza osservato nell'ultimo quadrimestre nei servizi di alloggio e ristorazione e nei trasporti non deve però trarre in inganno. A partire dal mese di ottobre in questi settori, come in tutti gli altri, il numero dei casi è aumentato sensibilmente. A diminuire è la loro quota sul totale, a fronte del più consistente aumento che caratterizza, sia in valore assoluto che relativo, la sanità.

Ultimo aggiornamento: 12:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA