Prossima guerra sarà alimentare? Da Russia e Ucraina 1/3 del grano mondiale, scenari preoccupanti

Venerdì 25 Marzo 2022 di Cristiana Mangani
Guerra Russia-Ucraina e crisi alimentare: impennati i prezzi del grano tenero: 40 euro a quintale, prima volta nella storia d'Italia

Se l' Ucraina è il granaio d'Europa, la Russia lo è del mondo. Ci sono diverse navi che fotografano drammaticamente quanto questa guerra stia incidendo e inciderà sulla crisi alimentare. Sono quelle rimaste attraccate, già dalla fine di febbraio, al porto d'Azov. Dovevano trasportare migliaia di quintali di grano tenero in mezza Europa. Una era diretta in Italia, per il rifornimento di una famosa marca di pasta. Non è mai partita.

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Ucraina e crisi alimentare, lo scenario

Altre 90, di cui almeno una quindicina con destinazione finale il nostro Paese, sono ferme allo stretto di Kerch, che collega il Mar Nero al Mar d'Azov, la distesa di acqua che ora separa la Russia dall'Ucraina. Senza quelle navi, il mercato internazionale dei prodotti alimentari ha già cambiato . Per iniziare sono aumentati sensibilmente i prezzi. Secondo della Fao si rischia un incremento del costo del grano superiore all'8%. E considerato che, oltre cinquanta provenienti da Ucraina e Russia Paesi per più del 30% del loro consumo, l'effetto è evidente, e si sente anche in Italia con i rincari di farina, mangimi e fertilizzanti.

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Il premier Mario Draghi ne aveva già parlato al recente vertice europeo di Versailles: «Bisogna rivolgersi ad altri mercati, dagli Stati Uniti all'Argentina fino al Canada», aveva dichiarato. E anche alimentare ieri, nel comunicato finale del G7, è stato sottolineato come la guerra di Putin «stia mettendo sotto pressione la globale. Restiamo determinati a monitorare ea fare il necessario per prevenire e rispondere alla crisi della sicurezza alimentare». Una delle soluzioni, avanzata in ambito europeo e sottolineata dal commissario all'Agricoltura, Janusz Wojciechowskj, «è una maggiore produzione in Europa di grano». Ok quindi dalla Ue a quattro milioni di ettari in coltivazione e 500 milioni di euro in aiuti per gli agricoltori. 

 

Le ripercussioni della guerra coinvolgeranno, e già lo stanno facendo, milioni di persone, dall'Europa all'Asia, dall'Africa al Medio Oriente. Russia e Ucraina insieme producono quasi un terzo del grano mondiale, e questo ha già fatto salire il prezzo globale del 21%  solo nei primi 10 giorni di guerra, i costi del carburante, i prezzi dei fertilizzanti alle stelle e la necessità di garantire anche assistenza alimentare a un numero crescente di rifugiati sfollati in fuga dalla guerra. «La situazione è per molti versi al limite della catastrofe e, senza un'assistenza sostanziale e immediata, peggiorerà - ha dichiarato a Forbes, Eric Muñoz, consulente politico senior per l'agricoltura di Oxfam, l'organizzazione benefica con sede a Nairobi -. Non c'è momento più opportuno, visti gli aumenti alle stelle del cibo e la fame nel mondo che cresce, per ragionare seriamente su nuovi sistemi alimentari globali».

Una soluzione a breve termine è molto diffcile, anche perché a quanto sta succedendo in Ucraina, si aggiunge una forte crisi climatica, con il periodo più secco degli ultimi 1.200 anni. Nutrien, il più grande produttore mondiale di fertilizzanti, ha affermato che prevede di aumentare la produzione del 20%, ma i prezzi sono stati così alti che molti coltivatori nel mondo non potranno permetterselo. Una via d'uscita più concreta è considerata dagli esperti, quella di incentivare la creazione di più luoghi per le coltivazioni. Ma i tempi sono molto lunghi e servono soluzioni immediate.

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L'attacco della Russia all'Ucraina ha causato lo sfollamento di oltre 10 milioni di rifugiati. Il World Food programme, il ramo dell'assistenza alimentare delle Nazioni Unite, prevede che i costi per sfamarle aumenteranno di 71 milioni di dollari al mese a causa del solo conflitto. L'organizzazione conferma di aver dovuto ridurre le razioni nello Yemen colpito dalla fame. Il Medio Oriente e il Nord Africa sono particolarmente vulnerabili all'aumento dei prezzi dei generi alimentari, secondo il Programma alimentare mondiale. Il Libano, già in profonda crisi, importa circa la metà del suo grano dall'Ucraina. Per la Tunisia la percentuale è del 42% e per lo Yemen del 22%. I prezzi degli alimenti in tutto il mondo sono già ai massimi storici e i compratori che stanno cercando altri mercati a cui rivolgersi dovranno pagare ancora di più.

Il riferimento in Italia per le contrattazioni dei prodotti agricoli è la Borsa Merci di Bologna: alla rilevazione dello scorso 18 marzo le quotazioni del grano tenero erano cresciute del 33% in un mese, sfondando per la prima volta nella storia in Italia (dato Consorzi agrari d’Italia) quota 40 euro a quintale.

La Russia ha già ridotto le esportazioni di grano e mais e qualche giorno fa il ministro dell'agricoltura ucraino ha affermato che il prossimo raccolto potrebbe essere ridotto alla metà di quello che il paese si aspettava prima dell'invasione. L'Ucraina ha sospeso le esportazioni di carne, bestiame, sale, zucchero, grano saraceno, avena, miglio e segale. Nel 2010, l'aumento vertiginoso dei prezzi del pane ha contribuito alle rivolte politiche della Primavera Araba, che hanno colpito circa tre dozzine di paesi e costretto il cambio di regime in Egitto e Libia. Sulla protesta hanno inciso, e di molto, anche i prezzi elevati dei generi alimentari.

All'inizio di marzo, il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato dei maggiori investimenti nelle infrastrutture alimentari. «L'Europa e anche l'Africa saranno molto destabilizzate per quanto riguarda il cibo a causa del conflitto in Ucraina - ha dichiarato -. Dovremo prepararci e rivalutare le nostre strategie di produzione per difendere quella interna, ma anche per poter definire una strategia per l'Africa», tra le più colpite al mondo. Ieri, poi, Macron ha rinnovato il suo appello contro la carestia, con riferimento specifico alla Russia, e il pressante invito a Mosca a non impedire la semina in Ucraina. Qualora i semi non fossero gettati - ha avvertito - la guerra provocherà fra 12-18 mesi «una carestia ineluttabile». Ha poi proposto un piano di emergenza alimentare che preveda un rilascio degli stock in caso di crisi e un calmiere sui prezzi. Con il contemporaneo aumento fin da quest'estate delle soglie imposte ai paesi produttori «per garantire un accesso a tutti, in particolare ai più vulnerabili, di quantità sufficienti a prezzi ragionevoli». Mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rinnovato la sua richiesta a ritirare le aziende dalla Russia. Un tema che sta spaccando la classe politica, con il candidato ecologista all'Eliseo, Yannick Jadot, che da giorni polemizza con il gigante del petrolio TotalEnergies, e l'avversaria del Rassemblement National, Marine Le Pen, che invita a non darsi «la zappa sui piedi».

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In attesa di vedere le eventuali contromosse del Cremlino, l'Europa deve però accelerare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento dato che «vuole diventare indipendente dal gas russo», assicura il premier Draghi. Stati Uniti e Canada avrebbero assicurato la disponibilità ad aumentare le forniture sia di Gnl sia di materie prime, a partire dal grano, per garantire la sicurezza agroalimentare. E la questione potrebbe essere stata tra i temi del colloquio che il premier Draghi ha avuto con Joe Biden. I due si sono parlati a margine dei lavori del G7 ribadendo l'impegno condiviso a sostenere l'Ucraina. Per emanciparsi dal gas russo i tempi però sono piuttosto lunghi. 

 

Sulla sicurezza alimentare ed energetica - ha spiegato sicurezza nella conferenza stampa il presidente Biden -, «ci coordiniamo con il G7 e l'Unione europea. Per quanto riguarda le carenze legate a generi alimentari, certo che ci abbiamo pensato - ha aggiunto - Abbiamo parlato molto come Ue, come Usa e Canada di come integrare e seminare più rapidamente. Poi esortiamo dell'Ue a non mettere limite all'invio di alimenti dall'estero, stiamo cercando di capire cosa fare per tutti i paesi» i problemi legati alla sicurezza alimentare e alla mancanza di alcuni generi.

Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA