Covid: bar, ristoranti, parchi divertimento di nuovo in crisi chiedono proroga Cig e ristori

Nel 2020 hanno chiuso 20mila pubblici esercizi, per l'anno 2021 si stimano altrettante chiusure

Martedì 11 Gennaio 2022
Covid: bar, ristoranti, parchi divertimento di nuovo in crisi chiedono proroga Cig e ristori

Bar, ristoranti, locali e trattorie stanno di nuovo andando in sofferenza. La Federazione dei pubblici esercizi parla di grandissima crisi. «Nelle città d'arte e in particolare nei centri storici, la situazione è tornata di grandissima crisi. Solo nel 2020 hanno chiuso in Italia 20mila aziende in Italia tra i pubblici esercizi e nel 2021 ne stimiamo altrettante. Mancano i turisti, il ritorno dello smart working impatta e le attività chiudono. E a questo vanno aggiunte le chiusure temporanee a causa di Covid o quarantene». Lo dice all'ANSA il direttore generale della Fipe Roberto Calugi, che lamenta decine di migliaia di posti a rischio.

«Saltano le aziende di catering, i ristoranti di aeroporti e stazioni, le mense per non parlare di discoteche e sale giochi - afferma la Fipe -. Stiamo chiedendo al governo almeno la proroga della Cig Covid. Dal primo gennaio è scaduto il divieto di licenziamento ma se non si riescono a tenere le aziende in piedi si è costretti a licenziare decine di migliaia di persone».

Sul fronte della ristorazione secondo Calugi il settore va a due velocità, «i ristoranti di quartiere, per esempio, tengono meglio, nei centri storici delle città d'arte c'è grande sofferenza».

Anche i parchi tematici in crisi

I responsabili dei parchi tematici, acquatici e faunistici italiani hanno rappresentato nei giorni scorsi al Governo le «difficoltà di un settore che nel 2019 ha fatturato 500 milioni di euro, ospitando oltre 20 milioni di visitatori e che nelle ultime due stagioni ha dimezzato le presenze e gli incassi. Anche sul piano occupazionale le stagioni 2020 e 2021 hanno registrato una conseguente contrazione degli occupati, con impatto rilevante su una filiera che quota 2 miliardi di euro di volume d'affari e intermedia oltre un milione di pernottamenti in hotel attraverso i tour operator interni». «Anche gli ultimi mesi sono stati fortemente condizionati dalla chiusura obbligata a metà ottobre e la riapertura tardiva a metà giugno, che ha fatto perdere ai parchi a tema oltre 120 giornate di operatività, con perdite conseguenti e difficoltà ad effettuare nuovi investimenti per migliorare la qualità dell'offerta. L'introduzione dell'obbligo del Green Pass in agosto ha fatto il resto, generando un forte calo di presenze nel mese più significativo per questa specifica industria». Il Consiglio Direttivo di Parchi Permanenti Italiani, aderente a Federturismo Confindustria, ha richiesto «sostegni specifici e la riattivazione delle misure di sostegno per i lavoratori per affrontare la riapertura nel 2022».

Ultimo aggiornamento: 13:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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