GB, Johnson travolto dagli scandali: si dimettono due ministri

Mercoledì 6 Luglio 2022
GB, Johnson travolto dagli scandali: si dimettono due ministri
(Teleborsa) - ll governo di Boris Johnson va in pezzi travolto dallo scandalo Pincher con due ministri che hanno presentato le dimissioni. Dopo il ministro della Sanità, Sajid Javid – che si è dimesso dicendo di non poter "più servire in buona coscienza in questo governo" – ha rassegnato le dimissioni anche il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, numero due di fatto della compagine Tory e responsabile della politica economica.

Johnson ha inviato una lettera ai due ministri dicendosi dispiaciuto per le loro dimissioni dal governo. Nella missiva all'ormai ex cancelliere dello scacchiere il premier ha scritto: "Mi mancherà lavorare con te nel governo". Al posto di Javid e Sunak, il premier britannico ha nominato Steve Barclay, il capo gabinetto di Downing Street, nuovo ministro della Sanità, e Nadhim Zahawi, finora ministro dell'Istruzione, nuovo cancelliere dello Scacchiere.

Tutto nasce dalle accuse rivolte al premier di aver mentito sul passato di Chris Pincher, un suo fedelissimo costretto a dimettersi da deputy chief whip la settimana scorsa per aver palpeggiato in un gentlemen club frequentato da Tory due uomini, fra cui un collega deputato. Johnson ha riconosciuto come "un errore" la permanenza di Pincher nella compagine Tory dopo le accuse su un episodio simile precedente, risalente a quando Pincher era viceministro degli Esteri, di cui lo stesso premier ieri ha riconosciuto di essere stato informato a fine 2019, e ha assicurato di non voler dare spazio ad alcun sospetto "predatore sessuale" nell'esecutivo. Il tentativo del premier di giustificarsi dicendo di aver inizialmente dimenticato d'essere stato messo al corrente oltre due anni fa dei sospetti su episodi analoghi, prima di promuovere Pincher, non ha tuttavia convinto Javid e Sunak.

Chiamato a rispondere a nome del capo del governo Tory alla Camera dei Comuni a un'interrogazione urgente presentata dall'opposizione laburista sullo sfondo dell'accusa a BoJo di aver mentito, ieri il ministro Michael Ellis ha giustificato l'iniziale comunicato di Downing Street, nel quale si negava che Johnson fosse stato messo a conoscenza direttamente di contestazioni formali contro Pincher in passato, evocando "una dimenticanza" iniziale del premier. E notando come la dichiarazione fosse stata poi corretta. Ha inoltre difeso il fatto che Pincher qualche tempo dopo quell'episodio sia stato promosso a deputy chief whip, ricordando come anche "altri primi ministri" (Theresa May) gli avessero affidato il medesimo incarico e come la nomina sia avvenuta successivamente alla conclusione di un'inchiesta interna indipendente che aveva considerato l'episodio del 2019-20 "risolto" con le scuse di Pincher e senza l'individuazione della necessità di investigazioni disciplinari. Il ministro ha viceversa notato come la vicenda attuale sia ancora sub judice e non ha escluso in questo caso un'ipotetica indagine di polizia.

Le sue spiegazioni non hanno tuttavia placato affatto né le opposizioni, con la vice leader del Labour, Angela Rayner, che ha rinfacciato al primo ministro di gettare il Paese "nel fango", né alcune voci critiche dello stesso gruppo Tory.

Sempre ieri, il leader laburista Keir Starmer ha affermato che il Consiglio dei ministri dovrebbe agire nell'interesse nazionale e rimuovere il premier britannico Boris Johnson. Starmer ha nuovamente accusato il primo ministro conservatore di essere un bugiardo e aggiunto che "stiamo assistendo alla ripetizione di quanto già visto tante volte", riferendosi in particolare all'imbarazzo causato nell'esecutivo dal Partygate nei mesi scorsi. Invocando l'intervento dei ministri rimasti nel governo dopo le dimissioni eccellenti del Cancelliere dello Scacchiere e del titolare della Sanità, Starmer ha sottolineato che Johnson "è psicologicamente incapace di cambiare".

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