Mosca alza la posta e minaccia di chiudere i rubinetti del petrolio ai Paesi che fisseranno un tetto al prezzo del greggio.
Le imprese
Un capitolo a parte, molto delicato, è quello delle imprese. Nel caso la Russia sospenda completamente l’invio di gas, «avremmo un buco di 4 miliardi di metri cubi», che resterebbe scoperto anche dagli stoccaggi nazionali al 90%, ha denunciato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. E ancora: «Se mancassero quei 4 miliardi e pesassero tutti sull’industria, vorrebbe dire spegnere quasi un quinto delle imprese italiane», ha ribadito il presidente a Rtl 102.5. Dunque, «dobbiamo pensare, nello scenario peggiore, ad una strategia di razionamento».
In realtà i rischi delle imprese e i possibili impatti a cascata sull’economia sono ben chiari al governo che già da luglio sta lavorando, in costante contatto con Confindustria, a un piano di razionamento dei consumi delle imprese che punti a limitare al massimo l’impatto sulla continuità produttiva. Dalla survey informativa avviata da settimane sui vari settori sta emergendo infatti un quadro puntuale dei tasselli su cui fare leva per tagliare i consumi, tra manutenzioni anticipate e produzioni “stop and go”, dove possibile. Tutto su base volontaria. L’altra gamba del piano che sarà presentato la prossima settimana dal governo prevede un potenziamento del cosiddetto “servizio di interrompibilità”.
Tetto al prezzo del #gas a livello 🇪🇺 o 🇮🇹, sospendere i certificati ETS, intervenire contro le speculazioni finanziarie, sbloccare impianti rinnovabili per la manifattura, sganciare prezzo elettricità da quello del gas. @rtl1025 🛑 🎙 LIVE #nonstopnews
— Carlo Bonomi (@CarloBonomi_) September 1, 2022
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Servono aste ben più corpose, capaci di spingere certe imprese a staccarsi volontariamente dalla rete per qualche giorno a fronte di un risarcimento dello Stato tutto da rivedere. Ci saranno però interi settori, dall’acciaio all’alimentare, al farmaceutico, che difficilmente potranno spegnere i motori. I prezzi insostenibili del gas rimangono, però, il nodo cruciale per le imprese, soprattutto per energivore e gasivore, che la prossima settimana aspettano i decreti attuati di due misure varate dal governo: la vendita a prezzi calmierati del gas di produzione nazionale (2 miliardi di metri cubi) e la cessione da parte del Gse di 18 terwattora di energia rinnovabile a prezzi scontati. L’escalation dei razionamenti dipenderà dalle mosse di Mosca. E di questo si parlerà il 7 settembre a Bruxelles e il 9 in occasione della riunione straordinaria del Consiglio Ue dei ministri dell’energia. Sul tavolo anche il nodo del tetto europeo al prezzo del gas.
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