Gas razionato, termosifoni a un grado in meno e luci spente in città: ecco i tagli in arrivo

Ecco i consigli. Con la riduzione per gli usi domestici si recuperano 2,7 miliardi di metri cubi. Altri 5 usando il carbone.

Mercoledì 24 Agosto 2022 di Andrea Bassi
Razionamento gas, termosifoni a un grado in meno e luci spente in città: ecco i tagli in arrivo

Nessuno ormai li esclude più. La possibilità che il prossimo inverno anche in Italia si debba razionare il gas si fa sempre più concreta. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, preferisce parlare di piani di «risparmi». Il piano del governo sarà presentato ufficialmente la prossima settimana.

Ma le principali misure sono ormai note. La sostanza è che famiglie e imprese dovranno tagliare i loro consumi di energia. 

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Gas e consumi, il piano


Di quanto dipenderà sostanzialmente da due variabili. La prima è quanto gas arriverà dalla Russia, ossia se Vladimir Putin taglierà del tutto le forniture o continuerà in qualche modo a far arrivare il metano. La seconda variabile, importantissima, è il clima. Cambierà molto se sarà un inverno mite rispetto ad un inverno rigido. La differenza può valere decine di milioni di metri cubi al giorno. Ma cosa prevedono i piani di risparmio energetico e quanto sono efficaci? Vediamo. 


RIDUZIONE DI UN GRADO DELLA TEMPERATURA
Il consumo di gas per uso domestico pesa 21,7 miliardi di metri cubi ogni anno. Se si vuole risparmiare metano è inevitabile partire da qui. Il piano prevede la riduzione di un grado del riscaldamento domestico durante l’inverno, da 20 a 19 gradi, la riduzione di un’ora al giorno dell’accensione dell’impianto e la riduzione di 15 giorni del periodo di accensione delle caldaie (una settimana all’inizio del periodo e una settimana alla fine). A suggerire queste misure è stata l’Enea, che ne ha anche calcolato gli impatti. Introducendo queste limitazioni, secondo l’Agenzia, si risparmierebbero 2,7 miliardi di metri cubi in un anno. 


Ma c’è un enorme punto interrogativo. Chi verifica? Le famiglie che hanno impianti autonomi (la maggior parte), potrebbero benissimo tenere la temperatura a 20 gradi, se non oltre, e prolungare l’accensione giornaliera. I controlli sono impossibili. In realtà a spingere verso il risparmio, più che le regole imposte, potrebbe essere il costo delle bollette. Le famiglie, insomma, modificherebbero il loro comportamento per risparmiare denaro piuttosto che gas. Anche per questo l’Europa spinge a non dare aiuti indiscriminati a tutti, ma a modularli in base al reddito, in modo da spingere comunque i consumatori a comportamenti più virtuosi. 


LUCI SPENTE NELLE CITTÀ PER LAMPIONI E VETRINE
Un’altra delle misure previste dal piano di risparmio, è una riduzione dell’illuminazione pubblica, alla quale si aggiungerebbe anche l’obbligo di spegnere le luci delle vetrine dei negozi di notte. Si tratta, in questo caso, di misure di facile realizzazione ma di efficacia poco più che simbolica. La riduzione del 40 per cento dell’illuminazione pubblica, permetterebbe un risparmio su base annua di gas inferiore a un miliardo di metri cubi. 

 


INTERRUZIONI AL SISTEMA PRODUTTIVO
Le interruzioni programmate di forniture alle imprese, soprattutto quelle energivore, sono un tema delicato. I risparmi in questo caso sono variabili a seconda dei periodi di interruzione. Fatto cento il consumo di gas annuo, le imprese pesano per il 20%. Confindustria è contraria a un razionamento che possa partire dal sistema produttivo. Che però comunque, è destinato a ridurre i suoi consumi a causa del caro energia. Già oggi diverse imprese hanno deciso dei fermi di produzione e hanno iniziato a usare la Cig proprio a causa degli esorbitanti prezzi raggiunti da gas ed elettricità. 


L’USO DEL CARBONE PER L’ELETTRICITÀ
Paradossalmente in Italia, il consumo maggiore di gas non è per il riscaldamento o per le imprese, ma è per la produzione di energia elettrica. Il 43% della produzione di elettricità avviene con l’uso di gas naturale, per un consumo annuo di 24,7 miliardi di metri cubi. Nel caso in cui dovessero scattare i razionamenti, sarebbe impossibile tenere fuori le centrali a turbogas. Il governo ha deciso quindi di allungare la vita delle vecchie centrali a carbone che, durante l’inverno, saranno fatte viaggiare a pieni giri. Secondo le stime, usando il carbone, sarà possibile tagliare la domanda di gas di almeno cinque miliardi di euro di metri cubi. La situazione della generazione elettrica è complicata anche dal cattivo andamento delle rinnovabili. L’Italia ha una produzione importante che arriva dall’idroelettrico che, però, quest’anno è stato azzoppato dalla siccità. 


IL SALVAGENTE DEGLI STOCCAGGI
L’Italia sta procedendo a passo spedito nel riempimento degli stoccaggi grazie agli acquisti di Snam e del Gse. Il livello delle scorte ha superato l’80 per cento. Gli stoccaggi vengono tuttavia riempiti in questo momento a carissimo prezzo proprio per la riduzione delle forniture russe che hanno determinato l’esplosione dei valori sulla Borsa olandese del Ttf. Il gas russo è stato ridotto al passo del Tarvisio al 18% del totale mentre solo pochi mesi fa eravamo al 40%. Le riserve hanno un ruolo importantissimo, perché possono tenere in piedi il sistema nelle giornate di picco di consumi durante l’inverno. Ma in caso di interruzione totale delle forniture di Mosca, anche gli stoccaggi sarebbero insufficienti a evitare i razionamenti. 
 

Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA