Putin, ricatto sul gas: «Metano va pagato in rubli»

Bruxelles: «Se ci sarà ostruzionismo da parte di Mosca pronti anche a confiscare i depositi di Gazprom in Europa»

Mercoledì 23 Marzo 2022
Gas, Putin: «Accettiamo solo pagamenti in rubli». E l'Ue lancia task force per acquisti comuni

«Il gas russo va pagato in rubli». Mentre l’Europa apre agli acquisti congiunti e dettaglia le tappe serrate con cui ridurre drasticamente le importazioni russe già in previsione del prossimo inverno, l’ultimo affondo di Vladimir Putin riporta in alto i prezzi del gas nel continente, facendo segnare un +34% e 113,74 euro al megawattora. Il ricatto del capo del Cremlino è diretto ai Paesi che Mosca ha inserito nella lista delle nazioni “ostili” (sono in 48, tra cui tutti gli Stati Ue, Italia compresa) ed è una risposta alle sanzioni occidentali senza precedenti che hanno colpito la Russia dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, un mese fa.

Misure che comprendono anche il congelamento delle riserve valutarie estere della Banca centrale russa e «che hanno distrutto la fiducia di Mosca», ha detto Putin, citato dall’agenzia di Stato Tass. Ecco allora lo stop all’impiego della valuta straniera per le transazioni con il monopolista di Stato Gazprom, il quale garantirà comunque «i volumi di gas e i prezzi previsti nei contratti» a lungo termine. Ma senza incassare più euro, dollari e sterline, che, secondo un recente prospetto finanziario citato da Reuters, rappresenterebbero rispettivamente il 58%, il 39% e il 3% delle vendite del colosso russo all’estero. 

La rotta

«Ho deciso di attuare una serie di misure per far pagare le nostre forniture di gas ai Paesi ostili in rubli», ha detto Putin durante una riunione trasmessa in tv, ordinando a governo e Banca centrale di rendere operative le modifiche quanto prima. Il che vorrebbe dire, in sostanza, emendare la voce dei pagamenti nei contratti di fornitura esistenti. La mossa del Cremlino ha rivitalizzato la valuta russa che - per quanto ancora molto debole - in seguito all’annuncio di Putin, ha recuperato valore alla Borsa di Mosca (che dopo i bond oggi riavvia i negoziati pure sulle azioni): il cambio tra euro e rublo è passato rapidamente da 112 a 107, mentre quello con il dollaro è scivolato sotto quota 100.  «Farsi pagare in rubli sarebbe un modo per aggirare le sanzioni. La mia opinione è che continueremo a saldare in euro», ha commentato ieri Francesco Giavazzi, consigliere economico del premier Mario Draghi intervenuto durante un forum di Bloomberg. La Germania era stata la prima a reagire all’ultimo atto della guerra economico-finanziaria con Mosca: è una violazione del contratto», ha detto il ministro dell’Economia e vicecancelliere Robert Habeck, «discuteremo con i nostri partner europei come reagire». 

Il vertice

Le minacce di Mosca non sembrerebbero impensierire più di tanto, però, i leader europei. Alla vigilia del Vertice dei Ventisette che comincia oggi a Bruxelles, con la partecipazione straordinaria del presidente Usa Joe Biden, una fonte diplomatica Ue ha precisato che «non si può escludere» che il tema sarà toccato dai capi di Stato e di governo, ma la decisione non sarà la scintilla per scatenare nuove sanzioni. Anzi, a Bruxelles la parola d’ordine è, per il momento, aspettare e valutare come colmare possibili lacune nei pacchetti già adottati (ad esempio scollegando da Swift le banche finora superstiti); ma Biden tornerà ad appellarsi all’unità transatlantica e a invitare gli alleati a seguire Washington nello stop (perlomeno) al petrolio, da rimpiazzare magari con forniture russe da affiancare ai carichi di gas a bordo delle metaniere.

I piani di differenziazione energetica la faranno da protagonisti oggi e domani, infatti, con i governi Ue chiamati a confrontarsi sul dossier dopo che ieri la Commissione ha presentato una serie di opzioni per tenere a bada i «prezzi elevati e volatili» del gas, tra cui acquisti congiunti e una task force dedicata per negoziare con i produttori, come fatto per i vaccini anti-Covid: «Dobbiamo usare il nostro peso e cominciare a comprare gas insieme», ha detto la presidente dell’esecutivo Ue Ursula von der Leyen. Sul tavolo - ma la strada è in salita vista l’opposizione del Nord Europa - pure l’ipotesi tetto al prezzo del gas all’ingrosso. Confermato invece l’obbligo di riempimento degli stock di gas all’80% entro il 1° novembre (sarà il 90% dall’anno prossimo) per arrivare preparati all’inverno: i gestori degli impianti di stoccaggio, considerati infrastrutture essenziali, dovranno ricevere una certificazione Ue, in mancanza della quale Bruxelles potrà procedere anche con l’esproprio. Insomma, Gazprom - che nel continente possiede il 10% delle riserve sotterranee - è avvisata. Ieri intanto Mosca avrebbe deciso di espellere alcuni diplomatici americani, dopo che Washington aveva cacciato 12 inviati russi accreditati alla missione russa alle Nazioni Unite di New York. Ed è stata bocciata al Consiglio di sicurezza dell’Onu la bozza di risoluzione russa sulla situazione umanitaria in Ucraina: a favore del testo hanno votato solo Russia e Cina, mentre tutti gli altri 13 membri si sono astenuti.

Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 07:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA