Descalzi: «Più gas all'Italia». Pronto il piano dell'Eni

Nel breve e medio termine disponibili nuove risorse per 400 miliardi di metri cubi

Sabato 19 Marzo 2022 di Andrea Bassi
Descalzi: «Più gas all'Italia». Pronto il piano dell'Eni

Fino a undici miliardi di metri cubi in più dall'Algeria e dalla Libia. Altri cinque miliardi in più grazie al gas liquefatto del Congo e del Mozambico. Due miliardi in più di produzione dai giacimenti nazionali. Claudio Descalzi, amministratore delegato dell'Eni, mette sul piatto della crisi energetica scaturita dalla guerra in Ucraina, un cospicuo pacchetto di risorse aggiuntive. Risorse che servono per prepararsi ad affrontare il prossimo inverno. Il gigante energetico italiano, controllato dallo Stato, prova a dare ampi segnali di rassicurazione. A mostrare una situazione gestibile. Durante il Capital Day Market, Descalzi rispondendo alle domande degli analisti, ha parlato della disponibilità di 14 trilioni di piedi cubi di gas di risorse aggiuntive.

Sono 400 miliardi di metri cubi di gas che saranno dirottati nel breve e nel medio termine verso l'Italia e l'Europa dai giacimenti dell'Eni sparsi per il mondo. «La nostra strategia», ha spiegato il numero uno dell'Eni, «ci ha consentito di essere pronti ad affrontare questa sfida. La nostra risposta immediata alla crisi attuale», ha proseguito, «è stata quella di ricorrere alle nostre alleanze consolidate con i Paesi produttori per reperire fonti sostitutive di energia da destinare alle necessità europee».

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L'obiettivo è sostituire nel tempo più rapido possibile i 29 miliardi di metri cubi di gas che dalla Russia arriva fin nelle condotte italiane. Nonostante la primavera non sia ancora iniziata, lo sguardo, come detto, è già fisso al prossimo inverno. L'Italia ha anticipato intanto il riempimento degli stoccaggi. Lo sta facendo però, a carissimo prezzo. A un costo quintuplicato rispetto agli anni passati. Gli stoccaggi da soli però non bastano. Serve più gas da altri fornitori. Da Qatar, Algeria, Angola, Congo. Le destinazioni delle recenti missioni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio sempre accompagnato da Descalzi. L'indicazione delle risorse aggiuntive che Eni metterà a disposizione sono in parte il frutto di queste stesse missioni.

I passaggi

Quanto l'oro blu sarà prezioso il prossimo inverno lo dimostra anche il patto di mutuo soccorso firmato da Roma e Berlino. Un asse con il quale i due Paesi si sono impegnati a fornire metano in caso di necessità. Ma dalla dipendenza russa sarà difficile divincolarsi dalla sera alla mattina. Lo aveva ricordato qualche giorno fa in Parlamento il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Ci vorranno tra i due e i tre anni. Nel breve termine sarà necessario aumentare la produzione termoelettrica a carbone o olio con risparmio di 3-4 miliardi di metri cubi di gas naturale all'anno. Come confermato da Descalzi arriverà più gas algerino fino a 9 miliardi di metri cubi. Poi ci sarà un incremento sul gasdotto Tap di circa 1,5 miliardi l'anno. E un maggiore utilizzo dei terminali italiani di gas naturale liquefatto (Gnl) per aumento complessivo di 6 miliardi l'anno. Dovrebbero essere installate due piattaforme galleggianti di rigassificazione, di cui una potrebbe essere localizzata a Piombino e l'altra di fronte alla costa dell'Emilia-Romagna in modo da rifornire il Nord-Est.

I conti con l'estero

Il caro energia intanto, inizia a farsi sentire anche sulla bilancia commerciale. Il peso dei rincari e degli acquisti dall'estero sempre sostenuti dall'energia, che si scarica sul saldo con l'estero e porta in negativo il conto: a gennaio pari a meno 5 miliardi, come certificano gli ultimi dati dell'Istat, schiacciato dal deficit energetico, negativo per quasi 6,5 miliardi. Sono soprattutto gli acquisti di gas naturale dalla Russia e dai paesi Opec a determinare l'aumento delle importazioni nel complesso e, quindi, a cascata la ricaduta sui pagamenti.
L'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie) ha proposto una serie di cambiamenti per limitare e migliorare l'uso efficiente delle automobili come alcune delle misure immediate per rispondere all'emergenza energetica posta dall'invasione russa dell'Ucraina e ridurre sostanzialmente la dipendenza delle economie avanzate dal petrolio. Tra queste la riduzione della velocità massima consentita per le auto, le domeniche ecologiche, le targhe alterne e l'uso dello smart working per almeno tre giorni a settimana.

Ultimo aggiornamento: 08:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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