Gas, all'Italia 4 miliardi di metri cubi in più dall'Algeria

Per l'agenzia di stampa algerina, il paese nordafricano «ha relazioni privilegiate con l'Italia» e «questa decisione rafforza ancora i legami storici fra l'italiana Eni e il gruppo petrolifero algerino Sonatrach»

Venerdì 15 Luglio 2022
Gas, all'Italia 4 miliardi di metri cubi in più dall'Algeria
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È una missione squisitamente politica quella che attende lunedì Mario Draghi ad Algeria, dove si recherà con il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.

Non ci sono accordi già preparati dall'Eni da firmare, come è avvenuto nei mesi scorsi, in occasione delle missioni di ministri del governo italiano per cercare gas  con cui sostituire quello russo. C'è semmai una volontà di consolidare i rapporti con un paese diventato strategico per noi, al di là delle strette necessità delle forniture, e di costruire collaborazioni su diversi temi, da quello sociale a quello ambientale. Per dare il benvenuto a Draghi, Sonatrach (l'azienda petrolifera algerina) ha annunciato che quest'anno aumenterà di altri 4 miliardi di metri cubi le sue forniture di gas all'Italia, oltre ai 2 miliardi e passa già decisi. Il che vuol dire che nel 2022 l'Algeria ci fornirà 6 miliardi di metri cubi di gas supplementari (dall'inizio dell'anno, ce ne ha già venduti 13,9 miliardi). ​

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L'accordo

In una nota congiunta, MiTE e Farnesina definiscono i 4 miliardi in più «un ulteriore passo nella strategia portata avanti dall'esecutivo e che, grazie anche al lavoro degli operatori italiani, mette in sicurezza il Paese, già nel breve termine, sul fronte dell'approvvigionamento di gas». Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, il paese maghrebino è diventato rapidamente il primo fornitore di metano al nostro paese, sfruttando al massimo il gasdotto Transmed, che arriva a Mazara del Vallo passando per la Tunisia. Il paese maghrebino all'inizio dell'anno ci vendeva 21 miliardi di metri cubi all'anno, ed era secondo alla Russia, che ce ne vendeva 29 miliardi. Draghi era già andato ad Algeri ad aprile con l'ad di Eni, Claudio Descalzi, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Lì aveva chiuso un accordo che dal prossimo inverno porterà circa 10 miliardi di metri cubi di metano algerino in più in Italia, un terzo di quello che compravamo dalla Russia. In questi mesi, al centro dello sforzo italiano per sostituire il gas russo c'è sempre stato l'Eni.

Il piano

L'ad Descalzi ha accompagnato il premier e i ministri degli Esteri, Luigi Di Maio, e della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nelle numerose missioni in giro per il mondo. Tutte in paesi dove il Cane a sei zampe lavora già, ha già impianti, e sa come muoversi. Ai primi di marzo, Di Maio e Descalzi sono volati in Qatar. Dall'emirato e dall'Egitto arriveranno via nave 3 miliardi in più di gas naturale liquefatto entro il 2022, che diventeranno 5 nel 2023. Eni inoltre parteciperà allo sfruttamento del giacimento di gas North Field, il più grande al mondo. Dopo il Qatar, Di Maio e Descalzi sono andati in Mozambico, dove hanno siglato un accordo per cominciare a importare metano, estratto dall'Eni.

Un'intesa consolidata pochi giorni fa dalla visita a Maputo del presidente Sergio Mattarella. All'inizio di aprile, Di Maio è volato in Azerbaigian. Qui ha incassato l'impegno di Baku ad aumentare le forniture di gas naturale di oltre 2,5 miliardi di metri cubi. Dal paese asiatico ne arriveranno complessivamente 9,5 miliardi, soltanto quest'anno. A fine aprile Draghi doveva partire per una missione in Angola e Congo, ma ha preso il covid ed è stato sostituito da Di Maio e Cingolani, accompagnati dall'immancabile Descalzi. Il bottino è stato ricco. Dal Congo arriveranno 4,5 miliardi di metri cubi di gnl entro il 2024, l'Angola aumenterà la sua fornitura. Tutte queste nuove forniture dovrebbero sostituire già nel 2023 il 50% del gas russo, per rimpiazzarlo del tutto nella seconda metà del 2024. 

Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 19:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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