Gas, stop energia per trenta giorni nelle aziende: blocco possibile tra dicembre e febbraio, ecco il piano

E' il piano per il risparmio energetico delle imprese ormai prossimo al via libera

Lunedì 17 Ottobre 2022 di Luca Cifoni
Gas, stop energia per trenta giorni nelle aziende: blocco possibile tra dicembre e febbraio, ecco il piano

Una trentina di giorni di stop della produzione causa razionamento dell'energia elettrica, tra dicembre e febbraio. È questo l'ordine di grandezza che troverà forma definitiva nel piano per il risparmio energetico delle imprese, ormai prossimo al via libera. La misura scatterebbe nel caso si renda necessario un'interruzione obbligatoria dei consumi del sistema industriale, a causa del venir meno del gas russo. Il piano è uno dei dossier sul tavolo del ministro Cingolani, in vista del passaggio di consegne con il prossimo governo: il punto di partenza è il regolamento europeo (approvato nel luglio scorso) nel quale è stabilito che ogni Stato riduca in modo volontario del 15 per cento, tra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023, la propria domanda di gas.

Il termine di confronto è il consumo medio degli ultimi cinque anni; ma la riduzione diventerebbe obbligatoria - pur se con deroghe ed esenzioni - nel caso scattasse lo stato di allerta a livello europeo. In questo contesto il sistema industriale ha iniziato da tempo a lavorare per non trovarsi impreparato di fronte ad una eventualità del genere.

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IL QUESTIONARIO
In particolare Confindustria in collaborazione con Snam ha predisposto un questionario che è stato poi inoltrato alle imprese; le risposte, raccolte alla fine del mese di settembre, sono la base per il completamento del piano di emergenza. Dai dati emerge che il periodo più delicato è gennaio, mese nel quale si registra il maggiore consumo e c'è anche la maggiore probabilità che si verifichi la giornata di punta dell'intero anno. Vengono ipotizzati due scenari: interruzione totale del gas russo a partire dal prossimo primo novembre oppure dal primo gennaio 2023. Nel primo caso, che comporta una riduzione di volumi di 6,45 miliardi di metri cubi, c'è il rischio che le misure già prospettate dal ministero della Transizione ecologica non funzionino al 100 per cento: allora si materializzerebbe un gap di 1,15 miliardi di metri cubi. Il che si tradurrebbe, in caso di interruzione obbligatoria dei consumi del sistema industriale, in 31 giornate di razionamento dei consumi. Se invece lo stop delle forniture scattasse dal primo gennaio, allora non emergerebbero particolari problemi anche in caso di efficacia solo parziale delle misure già previste.

 


ULTIMA FASE
In ogni caso l'interrompibilità ha un costo per il bilancio pubblico (perché va indennizzata) e anche su questo aspetto ruota l'ultima fase della trattativa con le imprese.
Ieri il presidente di Confindustria Bonomi, intervenendo a Mezz'ora in più su Rai Tre, ha sottolineato ancora la drammaticità della situazione: «Tutte le risorse a disposizione devono essere concentrate per affrontare l'emergenza del caro energia» ha detto Bonomi. Soffermandosi poi in termini positivi sugli obiettivi di stoccaggio del gas, che sono stati raggiunti a un livello superiore al 92 per cento. Il numero uno degli industriali ha però fatto notare che «se non si realizzeranno tutte le condizioni, come i rigassificatori, si entrerà in crisi per l'inverno». Per Bonomi è fondamentale «un mix di forniture energetiche». Se oggi il Paese non ne dispone, è a causa degli «errori del passato».
 

Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 09:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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