Gas e bollette, Boccia: «Servono almeno 60 miliardi e una moratoria di un anno per evitare danni irreversibili»

L'ex numero uno di Confindustria: "Le tasse sull'energia vanno azzerate"

Mercoledì 31 Agosto 2022 di Nando Santonastaso
Gas e bollette, Boccia: «Servono almeno 60 miliardi e una moratoria di un anno per evitare danni irreversibili»

Presidente Vincenzo Boccia, le imprese chiedono al governo di fare subito scelte importanti per evitare che il caro-energia affossi il sistema produttivo nazionale e le famiglie. Lei cosa propone?
«Siamo in piena emergenza di fronte a una guerra economica che a causa della questione energetica sta costando all'Italia e all'Europa il rischio di una paralisi del sistema delle imprese - risponde Boccia, già presidente di Confindustria - Per evitarlo occorre agire immediatamente e avere presente che l'orizzonte temporale è adesso e la dimensione quantitativa del problema è rilevante: per avere una bolletta energetica sostenibile da un punto di vista economico e sociale occorrono almeno 60 miliardi, sempre che nei prossimi giorni non si assista ad ulteriori aumenti. Questa è la precondizione per salvare il Paese. L'emergenza energetica è il primo punto da affrontare per la nostra sopravvivenza. Ecco perché occorre agire subito».
Che cosa propone?
«La questione energetica nel breve periodo si risolve attraverso la leva fiscale.

In particolare, occorre azzerare per un anno tutte le tasse sull'energia e avere una moratoria che permetta a imprese e governo di attrezzarsi. Non si può indugiare oltre se vogliamo evitare la paralisi e vincere la guerra economica che ha un'asimmetria in Europa, dove la Spagna non ha gli stessi costi energetici, e peggio con gli Usa dove l'energia costa 9 volte meno che da noi».

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È davvero così alto il rischio per il Paese?
«Chi vive la realtà, la Fabbrica con la lettera maiuscola, le imprese, sa che le attività economiche sono già nella bufera. La bolletta di agosto è fuori controllo, è insostenibile per tutto il sistema economico e per tutti i settori. La situazione è gravissima e vorrei fosse chiaro il senso d'urgenza con il quale occorre intervenire».
La proposta di Calenda di sospendere la campagna elettorale per garantire al governo Draghi tutto il sostegno necessario ad affrontare questa emergenza la convince?
«Qui occorre una moratoria per un anno e la consapevolezza dell'emergenza in termini quantitativi e temporali. Un solo punto nel programma di tutti: sostenibilità economica del prezzo dell'energia. Il resto sarà possibile solo se la politica, i partiti, l'attuale governo e chi vincerà le elezioni affronteranno questa dimensione nella sua interezza e complessità. Nessuna proposta successiva potrà essere realizzata se non superiamo l'emergenza energetica ed economica. Questo è il momento in cui la politica, italiana ed europea, deve dimostrare la capacità di proposta e di scelta. Dal punto di vista economico stiamo peggio di quando siamo stati aggrediti dal Covid. Questa situazione va affrontata con la stessa determinazione e gli stessi strumenti».
E l'ipotesi di uno scostamento di bilancio?
«Dobbiamo ipotizzare tutto. È evidente che si tratta dell'ultima istanza per un Paese indebitato come il nostro e dobbiamo stare attenti a non risolvere un problema e generare speculazioni sul nostro Paese che pagheremmo con i tassi di interesse. Questo è un momento in cui finiscono gli alibi e si reagisce con gli strumenti straordinari di un'economia di guerra, in chiave italiana ed europea. Occorre fare presto, ribadisco, altrimenti in pochi mesi il sistema economico italiano ed europeo subirà danni irreversibili. Meglio intervenire ora. Mai come questa volta la variabile temporale è determinante come quella quantitativa, che è rilevante».
L'impennata dei costi energetici è il preludio della recessione del Paese?
«È evidente: saremo nel pieno di una stagflazione, aumenteranno i prezzi per cause esterne - energia e speculazioni sulle materie prime - e la domanda arretrerà. Chi vive di impresa sa che siamo già in questa situazione, per questo occorre fare presto».
Sarà il Mezzogiorno a pagarne gli effetti più pesanti?
«Il Mezzogiorno subirà più delle altre aree gli effetti di questa emergenza in termini di decrescita del Pil e di aumento della disoccupazione».
 

Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 05:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA