Fisco, tasse versate a rate senza sanzioni e interessi: la manovra anti-crisi per i ritardatari

Un aiuto a chi nel 2022 ha dichiarato le imposte ma non è riuscito a pagarle

Mercoledì 16 Novembre 2022 di Andrea Bassi
Fisco, manovra anti-crisi: le tasse versate a rate senza sanzioni e interessi

Non solo le cartelle esattoriali. Anche le tasse dovute ma non ancora versate, potranno essere pagate a rate senza interessi e senza sanzioni. È uno dei tasselli della «pace fiscale» annunciata dal governo e che presto vedrà la luce, probabilmente, in un decreto legge che accompagnerà la prossima legge di Bilancio. Qualche indizio della misura a cui il governo sta lavorando, l’ha data il vice ministro all’Economia Maurizio Leo, durante un’intervista alla trasmissione televisiva Quarto Potere. Il governo, ha spiegato Leo, sta pensando ad una rateizzazione dei pagamenti fiscali per chi in questi ultimi anni «non ce l’ha fatta» per Covid, bollette e difficoltà economiche. Chi interesserebbe e come dovrebbe funzionare questo aiuto? Riguarderebbe non chi ha tentato di frodare il fisco omettendo di presentare la dichiarazione o falsificandola.

Servirebbe invece ad aiutare chi ha presentato correttamente la sua dichiarazione fiscale all’Agenzia delle Entrate, ma poi arrivata la data di pagamento non ce l’ha fatta a saldare il conto perché, magari, non aveva abbastanza liquidità per effettuare il versamento. Chi oggi volesse sanare una situazione del genere che, in gergo tecnico si chiama «omesso versamento», dovrebbe scegliere la strada del ravvedimento operoso.

Pagare cioè tutta la somma entro 30 giorni con una sanzione ridotta del 30 per cento. Qual è invece, il piano del governo? Se il versamento “omesso” avrebbe dovuto essere effettuato nel 2022, si potrà sanare la propria posizione senza versare sanzioni e interessi con un pagamento rateale. In quante rate non è ancora stato deciso, i tecnici sono al lavoro. Ma se fosse replicato il modello di rateizzazione delle cartelle, si potrebbe arrivare per i debiti fino a 120 mila euro fino a 6 anni. Leo ha anche spiegato che questo meccanismo potrà essere applicato anche ai mancati versamenti del 2019 e del 2020. In questo caso però, oltre all’imposta si dovrà pagare una somma forfettaria del 5 per cento per sanzioni e interessi. 

Una misura del genere potrebbe avere anche un vantaggio per i conti pubblici. Quest’anno il gettito fiscale è stato molto sostenuto per il buon andamento dell’economia. Tanto è vero che grazie alle entrate, sia il governo Draghi che quello Meloni, sono riusciti a stanziare alcune decine di miliardi di euro per coprire le manovre contro il caro-energia. Nei prossimi anni, complice il rallentamento dell’economia e il ridimensionamento di alcune misure che hanno spinto il Pil come il Superbonus, potrebbero ridurre anche il gettito fiscale. Dunque la rateizzazione permetterebbe di incassare nel tempo somme che, probabilmente, in questa fase sarebbe comunque difficile acquisire per le casse pubbliche. 

Quota 41, il piano del governo (uscita a 62 anni): 700 milioni per una platea di 50.000 persone

IL PASSAGGIO

Ma il piano di «tregua fiscale» non si esaurirà con la manovra di bilancio. Con il nuovo anno il governo presenterà una legge delega di riforma che punta a rivedere tutto il sistema sanzionatorio fiscale. Una delega che, ha spiegato Leo, andrà «fatta bene». Le sanzioni per una dichiarazione infedele arrivano al 200%, quelle per omessa dichiarazione fino al 240%. Nel caso dell’omesso versamento dell’Iva, se il pagamento mancato supera i 240 mila euro, scatta anche il penale. La nuova riforma insomma, dovrebbe rivedere interamente questo sistema sanzionatorio. Ma ci sarebbe anche altro. L’idea è di “migliorare” alcuni strumenti che già esistono e che possono aiutare a migliorare i rapporti tra Fisco e e contribuente e spingere maggiormente quest’ultimo a mettersi in regola. Si tratta di strumenti come il ravvedimento operoso, l’accertamento con adesione e la conciliazione giudiziale. La filosofia di fondo che dovrebbe portare alla riforma di questi strumenti è sempre la stessa: sanzioni e interessi più bassi e più tempo per pagare attraverso le rateizzazioni. Più che una tregua, un armistizio tra Fisco e contribuenti. 

Ultimo aggiornamento: 09:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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