Alta tecnologia made in Feltre: 2 mila ore di lavoro, test e studi dietro il body aerodinamico di super Ganna

Domenica 9 Maggio 2021 di Anna Valerio
Filippo Ganna con il super body della Castelli congratulato da Edoardo Affini ieri a Torino

FELTRE - Nel 2020 ha aperto il Giro a Palermo vincendo la crono, ieri ha replicato a Torino inaugurando l’edizione 104 della corsa rosa con la vittoria che lo riporta a dominare una cronometro dopo tre sconfitte in questa nuova stagione. Alla media di 58.748 km orari, staccando di 10 secondi Affini arrivato secondo, Filippo Ganna (Team Ineos Granadier) riporta sul gradino più alto anche la Manifattura Valcismon, l’azienda di Fonzaso titolare del brand Castelli che non solo lo veste come team (ultima visita di lavoro nella sede dell’azienda feltrina lo scorso 4 marzo) ma che confeziona per il Giro le maglie di leader di classifica.

E ieri sul podio Top Ganna ne ha indossate tre su quattro, visto che quella di scalatore non è stata assegnata.


L’ARMA SEGRETA
La sua forza è anche nell’ormai famoso “body paint”, la super divisa specializzata da gara, letteralmente pennellato sul suo corpo dall’azienda feltrina. «Dietro quel body ci sono oltre 2 mila ore di lavoro di tante persone che lo hanno studiato, testato e realizzato – racconta Steve Smith, brand manager Castelli, ieri anche lui a tifare all’arrivo per Ganna –. Nello specifico quello che indossava è stato fatto completamente a mano, ci sono volute 5 ore di lavoro, ogni pezzo è stato tagliato e cucito a mano. Il risultato finale è frutto del lavoro di almeno 12 persone».


PUNTO DI PARTENZA
«Non si arriva a una vittoria per caso, dietro c’è anche un costante lavoro di studio e sviluppo del suo body e oggi è solo un punto di partenza. La settimana prossima saremo in galleria del vento per tre giorni di test, perché ogni cosa che si impara oggi genera altre idee da provare domani per migliorare il prodotto finale», spiega Smith.


TRA NORVEGIA E SARDEGNA
Il superbody di “Top Ganna” è fatto di tre tipi di tessuti diversi a seconda della zona di impatto dell’aria. Le cuciture sono ridotte al minimo perché ognuna genera un’interruzione del flusso di aria. «Nell’aerodinamica di un ciclista anche i dettagli fanno tanta differenza – racconta Smith - un ciclista non è un aereo o una macchina, si muove e i suoi movimenti determinano reazioni aerodinamiche. Per questo collaboriamo con un’università in Norvegia in cui studiano l’energia eolica. Tutto è nato perché un nazionale norvegese di fondo doveva studiare un tessuto per un progetto, il suo insegnante era un sardo che poi è arrivato a noi. Sono i migliori al mondo nello studio dell’aerodinamica, noi siamo forti nello studio e confezione dei tessuti, abbiamo messo insieme le nostre capacità. La nostra è un’arte che sfrutta la scienza, noi troviamo i modi di confezionare le loro idee».


LA MAGA
E la maga della trasformazione delle idee in prodotto in casa Castelli si chiama Sonia Vignati, aveva 15 anni quando ha cominciato a cucire capi sportivi. Ha iniziato con gli occhielli delle asole per i bottoni delle maglie Castelli in lana. Oggi maneggia i tessuti più all’avanguardia che esistono. Le basta un’occhiata per capire cosa non va.


OBIETTIVO OLIMPIADI
«Adesso ci concentriamo sul Giro ma stiamo anche lavorando in ottica Olimpiadi – conclude Smith - per lui dovremo studiare due body diversi perché punterà alla pista e alla strada, che hanno due regolamenti diversi e due contesti completamente diversi».
 

Ultimo aggiornamento: 09:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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