In calo il Made in Italy sotto forma di cibo e bevande diretto in Gran Bretagna. Sono gli effetti diretti della Brexit, che dalle tavole dei sudditi di sua Maestà rimbalzano sulla bilancia commerciale italiana.
Dopo Germania, Francia e Stati Uniti
Il dato è frutto di un'analisi condotta da Coldiretti su dati Istat relativi al periodo gennaio-agosto in riferimento alla proposta della Commissione Ue nell'ambito del Protocollo Irlanda del Nord che porta a «una riduzione dell'80% dei controlli delle merci che arrivano dalla Gran Bretagna alle coste nordirlandesi.» La Gran Bretagna - segnala Coldiretti - si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti.
Turismo, l'Italia con Enit apre il primo negozio in Cina
Dopo il vino, il pomodoro e la pasta
Tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna dopo il vino, con il prosecco in testa, al secondo posto ci sono i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, salumi e dell'olio d'oliva. La proposta della Commissione che introduce eccezioni all'applicazione dei controlli su alcuni prodotti alimentari esportati dal Regno Unito verso l'Irlanda del Nord e delle disposizioni doganali post Brexit rischia - sostiene l'organizzazione agricola - di favorire l'arrivo nell'Unione europea di cibi e bevande non conformi agli standard di sicurezza Ue ma anche contraffazioni ed imitazioni dei prodotti alimentari tutelati, dal Parmigiano al Chianti. Si tratta - conclude Coldiretti - di un rischio reale come dimostrano le vertenze Ue del passato nei confronti di Londra con i casi della vendita di falso Prosecco alla spina o in lattina fino ai kit per produrre in casa finti Barolo e Valpolicella o addirittura Parmigiano Reggiano.