Evasori tasse, lente su web e social per stanare gli "invisibili" del Fisco: accertamenti anche su chi esibisce un alto tenore di vita

Intelligenza artificiale in campo: l’utilizzo di algoritmi per estrarre dati da siti e profili. Le informazioni raccolte sarebbero poi incrociate con quelle di altri archivi digitali

Sabato 4 Giugno 2022 di Luca Cifoni
La lente del Fisco su web e social per scovare gli evasori: accertamenti anche su chi esibisce un alto tenore di vita

Caccia all’evasione a tutto campo, utilizzando al massimo gli strumenti dell’intelligenza artificiale. Senza escludere la ricerca di informazioni utili sul web o sui social network.

La strategia del ministero dell’Economia e dell’Agenzia delle Entrate per assicurare nuove risorse da destinare alla riduzione del prelievo si collega gli impegni del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra gli impegni presi in quella sede c’era anche quello di modernizzare l’amministrazione fiscale e le sue procedure, e per questa via ottenere una riduzione del cosiddetto tax gap, ovvero la distanza tra il gettito delle imposte teoricamente dovuto e quello effettivamente incassato.

Alcune misure sono già state adottate, altre invece devono essere ancora definite. La volontà di sfruttare al massimo le tecnologie nell’ambito della lotta all’evasione è stata richiamata anche nel nuovo testo della legge delega di riforma del fisco, che dopo l’intesa tra governo e maggioranza dovrebbe finalmente riprendere il proprio percorso alla Camera. Si parla di «piena utilizzazione dei dati che affluiscono al sistema informativo dell’anagrafe tributaria, potenziamento dell’analisi del rischio, ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale, ferma restando la salvaguardia dei dati personali».

Le proposte

Una relazione messa a punto alla fine dello scorso anno dal ministero dell’Economia proprio per centrare uno degli obiettivi del Pnrr elencava una serie di proposte. Tra quelle che richiedono un passaggio con il Garante della privacy c’è anche la «definizione di algoritmi appositamente addestrati ed altre soluzioni di intelligenza artificiale» attraverso i quali «effettuare sistematicamente attività di analisi del rischio basate sulla raccolta massiva e sull’elaborazione automatizzata dei dati liberamente accessibili su siti e piattaforme web, nonché di quelli resi pubblici dagli utenti». L’idea ricalca una norma già approvata in Francia lo scorso anno e guarda soprattutto al mondo dell’economia digitale e del commercio elettronico e ai fenomeni di omessa fatturazione o di sottofatturazione che si sviluppano in quell’ambito. I dati raccolti - opportunamente trasformati - potrebbero poi essere resi disponibili per l’analisi o l’incrocio con altre banche dati. Naturalmente sarebbero necessarie una serie di precauzioni, che vengono delineate nello stesso documento: ad esempio il divieto di utilizzare commenti o altre forme di interazione con terzi pubblicate sul web, o la fissazione di tempi stringenti di cancellazione per particolari categorie di dati, a partire da quelli che risultino non rilevanti ai fini delle attività di analisi.

Il tema dell’analisi del rischio è decisivo nella strategia del fisco ed è richiamato anche nell’ambito del Pnrr. Se l’amministrazione dispone di una quantità sempre maggiore di informazioni, ha anche l’esigenza di raffinare la propria analisi per andare il più possibile sul sicuro: sia per usare in modo efficiente le risorse sia per minimizzare l’impatto su cittadini e imprese.
L’uso efficiente dei dati è anche l’obiettivo di una misura che sta per debuttare, dopo due anni di attesa legati in larga parte proprio ai vincoli in materia di privacy. Si tratta dell’effettiva possibilità di incrociare le banche dati del fisco, a partire dall’archivio dei rapporti finanziari, che contiene le informazioni sui conti correnti. La svolta passa per la tecnica della pseudonimizzazione, che permette di oscurare nella fase di effettuazione dei controlli la reale identità del contribuente, che poi sarà recuperata al momento dell’effettivo invio della comunicazione nei suoi confronti.

La forma

Le comunicazioni potranno avere la forma dell’accertamento formale oppure della cosiddetta “lettera di compliance”, con la quale sostanzialmente si avvisa l’interessato di una possibile anomalia invitandolo a mettersi in regola, oppure a dare spiegazioni, prima dell’avvio di una procedura formale. Sempre il Pnrr prevede un incremento di queste comunicazioni rispetto a quelle inviate nel 2019; ma anche il loro “raffinamento” in modo da ridurre la percentuale di quelle che vanno fuori bersaglio. Per il 2022 è previsto l’invio di 2,6 milioni di lettere, che dovrebbero diventare oltre 7 milioni nel triennio. Nella stessa relazione di fine 2021 è contenuta anche la proposta di rafforzare questo strumento trasformandolo in una sorta di pre-accertamento: l’idea sarebbe di far scattare il controllo vero e proprio in caso di mancata risposta, senza bisogno di ulteriori passaggi. Al momento questa ipotesi è in sospeso e non dovrebbe trovare posto nel decreto di semplificazioni fiscali che il governo potrebbe approvare già mercoledì prossimo. Nel testo invece ci sarà la revisione delle norme sulla lotteria degli scontrini. Il concorso a premi pensato per rafforzare la fedeltà fiscale non ha ottenuto finora il successo atteso: dovrebbe diventare istantaneo e dunque più appetibile.

Ultimo aggiornamento: 06:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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