Come cambia la vita degli italiani con il "mini-euro": dalle vacanze alla benzina, l'impatto (più caro) del tasso alla pari con il dollaro

Il cambio, spiegano gli economisti, produce i suoi effetti su tutto ciò che riguarda gli scambi e le interconnessioni tra i due continenti. Dal petrolio, che viene acquistato in dollari Usa, fino alle vacanze

Mercoledì 6 Luglio 2022 di Andrea Bulleri
Come cambia la vita degli italiani con il "mini-euro": dalle vacanze alla benzina, l'impatto (più caro) del cambio alla pari
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Una vacanza a New York? Da oggi, per un cittadino europeo, potrebbe essere un po' più cara. Effetto del cambio euro-dollaro, crollato nelle scorse ore ai minimi storici: per acquistare un euro, infatti, coi tassi di cambio attuali servono "solo" 1,02 dollari. Mentre 14 anni fa, nell'estate del 2008 (il picco più alto mai raggiunto dalla moneta europea su quella a stelle e strisce), ne servivano addirittura 1,59. La discesa dell'euro va avanti da circa un anno, per una serie di ragioni molto dibattute dagli economisti: c'entrano le diverse politiche monetarie della Banca centrale europea e della Fed americana e pure gli effetti della guerra in Ucraina.

Ma per trovare un cambio così sfavorevole per la nostra valuta bisogna tornare indietro di due decenni, all'inizio del 2002, quando per ottenere un euro servivano soltano 0,90 dollari. 

Euro-Dollaro, cosa cambia

Ma come si traduce questo nuovo crollo nella vita reale di tutti i giorni? Il cambio, spiegano gli economisti, produce i suoi effetti su tutto ciò che riguarda gli scambi e le interconnessioni tra i due continenti. Dal petrolio, che viene acquistato in dollari Usa, fino alle vacanze. 

Passare una settimana in Europa, ad esempio, per un cittadino statunitense oggi potrebbe risultare meno costoso rispetto a qualche anno fa. Perché quando cambia i suoi biglietti verdi, per lo stesso importo di dollari in questo momento ottiene una maggiore quantità di euro. Lo stesso, ma a parti invertite, succede per gli europei che ad esempio vogliano trascorrere le vacanze estive negli Stati Uniti. Il cambio, in questo caso, è più sfavorevole rispetto al passato. Motivo per cui, se nell'estate del 2008 per 100 euro si ottenevano in banca 159 dollari, oggi se ne ottengono soltanto 102. 

Il turismo

Motivo per cui a sorridere per il cambio basso, nel Vecchio Continente, in questo momento dovrebbero essere soprattutto i settori legati al turismo Usa (come alberghi ristoranti). Ma anche le molte imprese italiane che esportano negli Stati Uniti, che potrebbero veder crescere i loro ordinativi proprio perché improvvisamente la loro merce viene a costare meno Oltreoceano. Un business da oltre 54 miliardi di dollari, quello delle esportazioni. Prodotti alimentari, soprattutto, ma anche automobili, abbigliamento, accessori e bevande (come il vino). E poi il settore del lusso, vero traino del made in Italy aldilà dell'Atlantico. 

Va male, invece, per le importazioni dall'America, che diventano più care. Farmaci, prodotti chimici, macchinari e apparecchiature tecnologiche, computer e tecnologia. Ma c'è chi fa notare che il bilancio dovrebbe essere comunque positivo, visto che il nostro Paese acquista dagli Stati Uniti molto meno di quanto vende (l'import italiano vale "solo" 23 miliardi di dollari). Soprattutto nel medio periodo, quando l'aumento dell'export secondo molti analisti farà riverserà i suoi effetti positivi sull'economia. 

Petrolio

Non altrettanto buono lo scenario per quanto riguarda il petrolio. Il motivo è semplice: l'oro nero, sui mercati globali, viene scambiato in dollari. Quindi, se i dollari costano di più, lo stesso fa più o meno di pari passo il petrolio (che comunque nelle scorse ore era sceso di nuovo sotto i 100 dollari al barile per via della frenata dei listini) Ecco perché c'è chi teme che al crollo dell'euro possa seguire un nuovo rialzo dei prezzi dei carburanti, già alle stelle da settimane.

E le bollette? Quelle del gas, già schizzato alle stelle a partire dall'inizio della guerra, in teoria non dovrebbero subire altre variazioni, visto che il metano europeo viene ancora importato principalmente dalla Russia. Ma lo scenario è ballerino: le forniture in bilico e l'instabilità della situazione geopolitica (e di conseguenza sui mercati internazionali) potrebbero tornare a cambiare un orizzonte sempre più instabile. 

Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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