Ennio Doris, morto il fondatore di Banca Mediolanum: inguaribile ottimista, convinse gli italiani a investire i risparmi in Borsa

Si è spento a 81 anni. Nel 1982 l'incontro decisivo a Portofino con Berlusconi

Mercoledì 24 Novembre 2021 di Jacopo Orsini
Ennio Doris

Silvio Berlusconi, che dopo un incontro a Portofino nel 1982 era diventato suo socio e poi amico, l'ha definito «un grande imprenditore e un grande patriota». Ennio Doris, fondatore di Banca Mediolanum, è morto stanotte a 81 anni.

Famoso per il suo inguaribile ottimismo, era diventato un personaggio noto al grande pubblico (imitato anche da un irresistibile Maurizio Crozza) per un martellante spot televisivo in cui tracciava con un bastone un cerchio sulla sabbia per spiegare il suo nuovo modello di banca «costruita intorno a te», come recitava il messaggio pubblicitario. 

Ennio Doris, la carriera

Nato a Tombolo, in provincia di Padova, il 3 luglio del 1940, sposato dal 1966 con Lina, due figli - Massimo e Sara - e sette nipoti, da piccolo si racconta che volesse diventare mediatore di bestiame come il padre, ma all'età di 10 anni si ammala ai reni e deve quindi abbandonare il suo sogno e concentrarsi invece sugli studi. Prende un diploma di ragioneria a Treviso e nel 1960 inizia a lavorare alla Banca Antoniana di Padova, dove resta fino al 1968, per diventare poi direttore generale delle officine meccaniche Talin di Cittadella insieme all'industriale Dino Marchiorello, altro personaggio chiave nella vita di Doris. Sarà proprio Marchiorello infatti a fargli capire che la sua strada è quella dell'imprenditore.

 

Nel 1969, dopo aver visto un suo ex compagno di scuola fare il promotore, comincia a lavorare nel settore della consulenza finanziaria, prima a Fideuram, occupandosi di gestione dei risparmi delle famiglie, e poi in Dival (Gruppo Ras), dove parte con un gruppetto di collaboratori e in pochi anni arriva a gestire oltre 700 professionisti. 

È in quegli anni, ricorda Doris, che avviene un altro dei suoi incontri decisivi. Una sera di circa 40 anni fa un falegname, che aveva deciso di affidargli 10 milioni di lire dei suoi risparmi accumulati con fatica, una somma ragguardevole per l'epoca, gli dice: «Signor Doris, sa cosa le ho dato?». «Sì, 10 milioni», risponde lui. «No, si sbaglia», replica l'artigiano. Gli fa vedere i calli della mano destra e aggiunge: «le ho dato questi! E si ricordi che io non posso permettermi di ammalarmi, perché altrimenti la mia famiglia non va avanti». «Lì ho capito quello che dovevo fare - racconterà poi Doris anni dopo -. Aver successo non perché sono bravo a vendere qualcosa, ma perché sono utile alle persone». 

L'incontro decisivo con Berlusconi del 1982

Quindi nel 1982 l'incontro decisivo con Berlusconi. L'anno prima era uscita sul mensile Capital una lunga intervista all'imprenditore dell'immobiliare e delle tv in cui il futuro presidente del Consiglio diceva: «Se qualcuno ha un'idea e vuole diventare imprenditore, mi venga a trovare. E se l'idea è buona ci lavoriamo insieme». Pochi mesi dopo Doris incontra casualmente Berlusconi a Portofino e gli illustra il suo progetto. Doris spiega di voler diventare il «punto di riferimento della famiglia italiana per il risparmio». Berlusconi resta colpito dalle sue idee e lo aiuta a fondare Programma Italia, la rete di consulenti finanziari diventata poi il colosso del risparmio guidato oggi dal figlio 54enne Massimo.

«Siamo venditori e siamo i migliori», fa dire Paolo Sorrentino a Toni Servillo nei panni di Doris in “Loro”, il film che racconta la storia di Berlusconi. «Un venditore è un persuasore. Noi convinciamo il prossimo. La gente di base non vuole mai comprare, ha paura. Allora arriviamo noi e li convinciamo. E di cosa li convinciamo? Della bontà dei nostri sogni. Noi non ci alziamo dal tavolo della trattativa fin quando i nostri sogni non sono diventati anche i loro. E allora comprano». Un dialogo che tratteggia perfettamente il carattere e le doti imprenditoriali dei due amici.

La società, che all'inizio è posseduta al 50% ciascuno da Doris e Berlusconi, cresce rapidamente e qualche anno dopo cambia nome in Mediolanum (poi banca Mediolanum) e nel 1996 sbarca in Borsa, dove oggi vale oltre sei miliardi di euro e amministra oltre 104 miliardi di risparmi.

La passione per il ciclismo

Grande appassionato di ciclismo, che rappresenta la tenacia e la dedizione che erano alcuni tratti del suo carattere, Doris amava ripetere: «In salita si va più piano, esattamente come avviene nei momenti di crisi economica. Il passo si fa più lento, ma è nelle difficoltà che si capisce quanto uno vale». «Se ne va un pezzo di storia, un'icona nazionale, un galantuomo», è stato il saluto del presidente del Veneto dove era nato, Luca Zaia.

Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 06:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA