Eni, profitti record con il gas: in nove mesi quasi 11 miliardi

Il numero uno Descalzi: «Questo risultato solo grazie alla robusta performance internazionale»

Venerdì 28 Ottobre 2022 di Michele Di Branco
Eni, profitti record con il gas: in nove mesi quasi 11 miliardi
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Conti Eni a gonfie vele, con profitti che mai si erano visti nella contabilità del gruppo petrolifero. «Nonostante la flessione del prezzo del petrolio e la rapida caduta dei margini di raffinazione, abbiamo continuato a generare risultati positivi grazie principalmente alla robusta performance dei nostri business internazionali» sul gas, ha spiegato l’amministratore delegato Claudio Descalzi, allontanando così le polemiche sul possibile impatto delle bollette sulla salute finanziaria dell’azienda energetica.

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Nei primi nove mesi del 2022 le attività italiane del gruppo hanno perso oltre 1 miliardo, ha precisato il direttore finanziario Francesco Gattei.

E se si torna indietro al 2014, le perdite cumulate salgono a 21 miliardi. Largamente positivo, invece, il bilancio complessivo. Nel terzo trimestre Eni ha conseguito un utile netto adjusted di gruppo pari a 3,73 miliardi, in linea con il trimestre precedente, sicché nei nove mesi l’utile netto adjusted è stato di 10,8 miliardi (+8,2 miliardi rispetto ai 9 mesi 2021). Il risultato è stato sostenuto dal clamoroso utile operativo e dai migliori risultati delle partecipazioni valutate all’equity. 


LA FLESSIONE DEL BRENT
Il tax rate adjusted, non considerando gli effetti del contributo d’imposta straordinario a carico delle imprese, valutato come special item, si è stabilizzato intorno al 40% e riflette un migliore mix geografico degli utili imponibili, in particolare nel settore E&P. L’ebit adjusted di gruppo del terzo trimestre 2022 è stato di 5,77 miliardi di euro, in linea rispetto al trimestre precedente, nonostante la flessione del prezzo del Brent, la sensibile contrazione dei margini ottenuti dalla raffinazione, le fermate produttive non programmate ed altri fenomeni negativi di natura varia, nonché il deconsolidamento delle società operative angolane conferite alla JV Azule Energy.


Parlando della difficile congiuntura legata alla guerra in Ucraina, Descalzi ha garantito che Eni sta lavorando per allentare ulteriormente la dipendenza italiana dal gas russo. «In un contesto di elevata volatilità e incertezza nei mercati – ha chiarito il manager – abbiamo continuato ad assicurare gli approvvigionamenti energetici cruciali per le nostre economie, portando avanti al contempo il percorso di decarbonizzazione». Secondo le valutazioni dell’Eni, già dal prossimo inverno sarà possibile rimpiazzare il 50% dei flussi di gas russo «facendo leva – ha spiegato Descalzi – sul nostro ampio e diversificato portafoglio riserve, sulle partnership di lungo termine con i Paesi produttori e sulla nostra crescente presenza nel business Gnl». Descalzi ha anche parlato del consolidamento della strategia di decarbonizzazione, annunciando che, entro l’anno, la capacità installata di energia rinnovabile di Plenitude sarà raddoppiata superando i 2 Gw. «Il nostro business di sustainable mobility – queste le parole del numero uno del Cane a sei zampe – cresce in scala e dimensioni facendo leva su un modello innovativo di integrazione verticale con il nascente agribusiness per la fornitura di materie prime sostenibili alle nostre bioraffinerie». 
 

Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 12:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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