Eni, accordo da 1,35 miliardi per l’esplorazione in Algeria

Siglato l’accordo per sviluppare il giacimento di Zemoul El Kbar per la ricerca di gas e petrolio L’intesa avrà una durata iniziale di 30 anni, con la possibilità di estensione per un altro decennio

martedì 8 luglio 2025 di Roberta Amoruso
L'ad di Eni Claudio Descalzi con con il presidente della repubblica algerina Abdelmadjid Tebboune

Si rafforza l’asse tra il colosso algerino Sonatrach ed Eni, a caccia di nuovo petrolio e gas.

Un tassello in più per la sicurezza energetica dell’Italia, ma anche per dare una spinta allo sviluppo locale e all’innovazione degli impianti. Tenendo conto che il gas algerino copre oggi circa il 40% dei nostri consumi, più di quanto incidevano le forniture russe prima che scoppiasse la guerra in Europa. A suggellare l’affare è stata la missione ad Algeri dell'amministratore delegato del Cane a sei zampe, Claudio Descalzi, che ha firmato l’accordo di partnership con la compagnia nazionale Sonatrach in occasione dell’incontro con il presidente della repubblica Abdelmadjid Tebboune. Sul piatto 1,35 miliardi di dollari (1,15 miliardi di euro) per lo sviluppo del giacimento di gas di di Zemoul El Kbar, nel Sud-ovest del paese, nei pressi del confine con la Libia.

Descalzi e Tebboune si sono confrontati sulle attività dell’Eni nel paese, dove opera dal 1981 nella produzione e nell'export di gas e con iniziative legate alla transizione energetica. All'incontro hanno preso parte anche il ministro di Stato e ministro dell'Energia, delle Miniere e delle Energie Rinnovabili Mohamed Arkab, l'amministratore delegato di Sonatrach Rachid Hachichi e l'amministratore delegato di Sonelgaz Mourad Adjal. Nel dettaglio, il contratto trentennale siglato ieri ad Algeri riguarda l'esplorazione e lo sviluppo di idrocarburi, con l'obiettivo comune di «valorizzare ulteriormente l'area mediante un piano integrato di esplorazione e sviluppo, facendo leva su tecnologie innovative per ottimizzare i tassi di recupero e sfruttare le infrastrutture già esistenti nei pressi dell'area».

L’IMPEGNO

Commentando l'iniziativa Descalzi ha ricordato che l'impegno del gruppo «è sempre stato molto rilevante» nel paese nordafricano, che «è tra i primi al mondo per investimenti di Eni». L'accordo riguarda «un progetto strategico che contribuirà presto alla produzione di gas del paese», ha osservato. «Ringrazio Sonatrach, lo stato e il governo algerino», ha proseguito il manager, «per averci offerto questa importante opportunità di investimento». «Acquistiamo gas dall'Algeria che è essenziale per la sicurezza energetica dell'Italia», ha aggiunto, evidenziando che quello sottoscritto è un «partenariato di grande valore, non solo dal punto di vista dell'amicizia tra due aziende, ma anche tra due paesi, sul piano politico e strategico». Visto da Sonatrach, il programma operativo includerà l’utilizzo di tecnologie avanzate e soluzioni digitali all’avanguardia per migliorare la gestione e ottimizzare i processi di produzione.

L’obiettivo è massimizzare il recupero delle risorse disponibili, attraverso un approccio sostenibile e innovativo. Uno degli elementi distintivi è il forte orientamento al coinvolgimento dell’industria locale. Il contratto, infatti, promuove l’impiego di manodopera e competenze algerine, con un’attenzione particolare al subappalto verso fornitori nazionali, rafforzando così l’indotto interno e lo sviluppo economico del territorio.

LA PARTNERSHIP

Il nuovo accordo per il campo di Zemoul El Kbar si inserisce nel solco della recente assegnazione del blocco Reggane II a Eni in partnership con la thailandese Pttep, avvenuta nell'ambito della Gara Algeria 2024. Nel 2024 Eni ha prodotto in Algeria circa 137mila barili di olio equivalente al giorno, confermandosi come «la principale compagnia energetica internazionale» del paese. A fine giugno anche Saipem, società di infrastrutture energetiche partecipata da Eni (prima azionista con una quota del 21,1 per cento) ha stipulato con Sonatrach un contratto sull’estrazione di fosfati e la produzione di fertilizzanti in Algeria. Lì dove Saipem è presente in Algeria dal 1968, occupandosi di infrastrutture per la lavorazione e il trasporto di idrocarburi, di impianti di produzione di energia elettrica e di sistemi di perforazione petrolifera.

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