Energia, Smart working abbatte costi per le aziende ma aumentano spese fisse per i dipendenti

Mercoledì 19 Ottobre 2022
Energia, Smart working abbatte costi per le aziende ma aumentano spese fisse per i dipendenti
(Teleborsa) - Le realtà produttive che hanno sperimentato lo smart working intendono continuare ad utilizzarlo e nello specifico oltre la metà (55,5%) vorrebbe mantenere inalterata la quota di addetti coinvolti, il 3,7% vorrebbe aumentarla mentre il 41,2% intende diminuirla. È quanto emerge dal rapporto l'"Attualità e prospettive dello smart working. Verso un nuovo modello di organizzazione del lavoro?" presentato dall'Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche (Inapp). L'ndagine analizza oltre 15mila interviste ad occupati (dai 18 anni) e a 5mila unità locali/imprese del settore privato extra agricolo (V Indagine sulla Qualità del lavoro), effettuate nel 2021.

I datori di lavoro smart – rileva l'indagine – riconoscono, soprattutto, il valore della modalità agile per i propri lavoratori: dichiarano infatti nel 72% dei casi che aumenta il benessere organizzativo e migliora l'equilibrio vita privata-lavoro dei dipendenti. Ulteriori vantaggi
individuati dal 69% circa dei datori di lavoro smart sono l'aumento della responsabilizzazione dei dipendenti e il rendere più efficace il lavoro per obiettivi, aspetti dichiarati solo dal 41,5% e dal 36,2% dei responsabili di unità locali senza smartworkers. Inoltre, il 66,1% fra coloro che hanno avuto modo di sperimentare lo smart working nella propria sede afferma che tale modalità lavorativa incrementa la produttività, contro il 47,4% del resto dei datori di lavoro, anche se, proprio su tale aspetto si sono registrate le quote di consenso più elevate (sugli altri items le percentuali sono sempre più basse). Ultimi aspetti ritenuti vantaggiosi da oltre la metà dei datori di lavoro smart sono il potenziale aumento del risparmio dei costi di gestione degli spazi fisici (65,8%) e l'effetto che può avere in termini di riduzione dell'assenteismo (64,6%).

Il tema dei costi energetici è stato evidenziato anche dai lavoratori con il 55,3% che ha dichiarato che lo smart working aumenta i costi fissi spese per internet, luce, gas.

Oltre al rischio legato al potenziale isolamento dei lavoratori, i datori smart esprimono preoccupazione rispetto: alle relazioni e agli scambi professionali (42,8%); alla potenziale perdita del senso di appartenenza (40,9%); alla necessità di ripensare i modelli di leadership e di gestione del personale (31,6%); alle difficoltà nel monitorare il lavoro svolto (31,2%); e infine solo nel 26% dei casi per le difficoltà dovute alla carenza di competenze digitali dei dipendenti.

Fra i timori maggiori manifestati dagli smartworkers vi è l'aumento del senso di isolamento e il rischio di essere marginalizzati sul lavoro (64,7%), e la convinzione che il lavoro agile non faciliti i rapporti fra pari o con i propri responsabili (62%). Sono emerse inoltre preoccupazioni relative alla possibile riduzione di crescita e sviluppo professionale o alle difficoltà di far rispettare diritti e mantenere tutele, evidenziate in quota maggiore da coloro che non hanno svolto lavoro da remoto (53%).




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