Il governo ha promesso di sostenere subito le aziende danneggiate dalle nuove restrizioni anti-contagio.Ma gli aiuti messi in campo per ora, saranno in grado nella maggior parte dei casi di compensare solo limitatamente le perdite subite. Per molte categorie i rimborsi previsti dal decreto Ristori appena varato dall’esecutivo valgono infatti solo pochi giorni di incassi.
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LE MISURE
Con questi nuovi aiuti - 2,5 miliardi la spesa totale - l’esecutivo punta a elargire una nuova tranche di finanziamenti alle aziende che hanno dovuto chiudere o limitare la propria attività a causa delle misure introdotte per contenere la pandemia. «Il contributo a fondo perduto riconosciuto dal governo italiano arriva fino a 150.000 euro e mediamente è 14.000 euro, quindi è più generoso di quello che il governo francese riconosce alle aziende», ha rivendicato il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani (anche se Parigi ha appena deciso un nuovo stanziamento). Certamente lo sforzo è imponente ma rischia - salvo qualche eccezione - di non essere abbastanza per dare fiato alle aziende alle prese con una drammatica riduzione degli incassi. La promessa intanto è che i soldi arrivino immediatamente, già entro metà novembre. La procedura è quella utilizzata dall’Agenzia delle entrate per gli aiuti stanziati dal decreto Rilancio della scorsa primavera, che prevedeva l’erogazione direttamente sul conto corrente per le imprese che avessero subito un calo del fatturato di almeno il 33% ad aprile 2020 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il meccanismo studiato questa volta, ha sottolineato il governo, è «più generoso» rispetto a primavera, considerato che nella maggior parte dei casi verrà corrisposto un contributo dal 100% al 400% di quello precedente. L’ammontare massimo del sostegno è di 150.000 euro e la platea dei destinatari includerà anche le imprese con fatturato sopra i 5 milioni (con un ristoro pari al 10% del calo del fatturato). Complessivamente le aziende interessate sono oltre 460 mila.
LE CIFRE
Tornando a scorrere le cifre messe nero su bianco dall’esecutivo - e riferite alle imprese fino a 400 mila euro di fatturato - si vede che i bar avranno ristori medi per quasi 3mila euro a fronte di ricavi mensili nel 2019 di 6.900 euro. Le società che gestiscono attività termali riceveranno circa 4.900 euro con un giro d’affari di 7.600 sempre mensile. Va meglio alle palestre che potranno contare su un contributo di circa 4mila euro per un fatturato di 4.600, mentre le società che gestiscono piscine avranno 4.800 euro con ricavi medi ogni mese di 6.600 euro. Vale all’incirca la metà di 30 giorni di ricavi l’aiuto che riceveranno gli affittacamere (2.500 euro contro 5mila), mentre le imprese del catering avranno 4.600 euro a fronte di un giro d’affari mensile di 7.200. Più penalizzate infine le imprese di noleggio auto con conducente (Ncc): per questa categoria a fronte di ricavi mensili di circa 5.400 euro, il rimborso si fermerà a quota 1.500 euro dimedia. E tutto mentre continuano le proteste degli esclusi. Ieri è stato il turno del settore pirotecnico.
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