Cuneo fiscale, il taglio slitta all’autunno: le risorse dirottate per la riduzione delle bollette

Le misure per aumentare le buste paga saranno discusse nella prossima manovra

Venerdì 1 Luglio 2022 di Andrea Bassi
Cuneo fiscale, il taglio slitta all autunno: le risorse dirottate per la riduzione delle bollette

Il taglio del cuneo dovrà attendere. L’ipotesi di anticipare a luglio una prima misura di riduzione dei contributi che pesano sulle buste paga dei lavoratori è tramontata. Le risorse disponibili, se ce ne saranno, verranno dirottate su un nuovo intervento di riduzione delle bollette. Anche perché, se da un lato è vero che ieri il governo ha di fatto azzerato gli aumenti del prossimo trimestre, dall’altro lato, come ha ricordato l’Arera, tra settembre 2021 e ottobre 2022, l’aumento della luce sarà comunque del 91% con un rincaro di 1.071 euro per la famiglia tipo. Per il gas, nello stesso periodo, l’aumento sarà del 70%, 1.696 euro in più. Il fronte prioritario resta dunque l’energia. E a delineare la strategia è stato direttamente il presidente del Consiglio Mario Draghi

L’intervento sulle buste paga dei lavoratori ci sarà, ma se ne parlerà nella prossima manovra di Bilancio.

I tempi, insomma, non sono maturi. E soprattutto vanno trovate risorse sufficienti. Confindustria ha chiesto un intervento da 16 miliardi per mettere nelle tasche dei dipendenti in pratica, l’equivalente di un’altra mensilità. Per preparare un intervento simile serve tempo. E prima va riallacciato il dialogo con le parti sociali. Draghi convocherà i sindacati e i datori di lavoro la prossima settimana o al massimo quella successiva per riaprire il tavolo della discussione. A luglio, invece, potrebbe arrivare una nuova misura anti-rincari. Il tetto al prezzo sul gas sul quale il governo ha puntato le sue carte per contenere il costo delle bollette e frenare l’inflazione, non arriverà prima del prossimo mese di ottobre. Il prezzo del metano, però, continua a volare. Ieri sulla borsa olandese del Ttf ha chiuso a 146 euro al Megawattora. I tre miliardi appena stanziati dal governo rischiano di essere, come detto, insufficienti. 

Le sorprese

Ma su quante risorse potrà contare il prossimo intervento? Difficile per ora dirlo. Il governo è “fiducioso” sull’andamento dei conti pubblici. Qualche giorno fa il ministro dell’Economia Daniele Franco, si era detto convinto che, nonostante tutto, l’Italia avesse ingranato una marcia tale da permettere di centrare l’obiettivo di una crescita intorno al 3 per cento. Il turismo sta dando segni di vitalità non scontati. E anche le imprese sembrano essersi tarate sulla nuova “economia di guerra” in modo rapido e flessibile. 

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I conti pubblici, insomma, potrebbero riservare qualche sorpresa positiva. Ma, come detto, c’è da aspettare. Per trovare i tre miliardi necessari a finanziare il provvedimento approvato ieri contro il caro bollette, il Tesoro ha dovuto utilizzare tutta la sua fantasia. Ha tagliato un po’ di fondi di riserva, ma soprattutto ha dato una sforbiciata di quasi 1,3 miliardi ai rimborsi fiscali e alle restituzioni alle imprese e alle famiglie. Così come ha dovuto tagliare per 900 milioni gli interventi a sostegno della competitività sempre delle imprese. Anche trovare i 4 miliardi da “prestare” al Gse, la società pubblica che dovrà acquistare il gas per gli stoccaggi, è stato tutt’altro che semplice. I fondi sono stati “prelevati” dal patrimonio destinato della Cassa Depositi e Prestiti, il fondone da 44 miliardi di euro creato durante la pandemia per difendere e rilanciare il sistema industriale italiano. 
Segno comunque, che il governo ha ancora delle risorse da prelevare nelle pieghe del bilancio pubblico per operazioni in grado, come ha detto lo stesso Draghi ieri, di proteggere il potere di acquisto delle famiglie dai rincari. 

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