Il taglio del cuneo dovrà attendere. L’ipotesi di anticipare a luglio una prima misura di riduzione dei contributi che pesano sulle buste paga dei lavoratori è tramontata. Le risorse disponibili, se ce ne saranno, verranno dirottate su un nuovo intervento di riduzione delle bollette. Anche perché, se da un lato è vero che ieri il governo ha di fatto azzerato gli aumenti del prossimo trimestre, dall’altro lato, come ha ricordato l’Arera, tra settembre 2021 e ottobre 2022, l’aumento della luce sarà comunque del 91% con un rincaro di 1.071 euro per la famiglia tipo. Per il gas, nello stesso periodo, l’aumento sarà del 70%, 1.696 euro in più. Il fronte prioritario resta dunque l’energia. E a delineare la strategia è stato direttamente il presidente del Consiglio Mario Draghi.
L’intervento sulle buste paga dei lavoratori ci sarà, ma se ne parlerà nella prossima manovra di Bilancio.
Le sorprese
Ma su quante risorse potrà contare il prossimo intervento? Difficile per ora dirlo. Il governo è “fiducioso” sull’andamento dei conti pubblici. Qualche giorno fa il ministro dell’Economia Daniele Franco, si era detto convinto che, nonostante tutto, l’Italia avesse ingranato una marcia tale da permettere di centrare l’obiettivo di una crescita intorno al 3 per cento. Il turismo sta dando segni di vitalità non scontati. E anche le imprese sembrano essersi tarate sulla nuova “economia di guerra” in modo rapido e flessibile.
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I conti pubblici, insomma, potrebbero riservare qualche sorpresa positiva. Ma, come detto, c’è da aspettare. Per trovare i tre miliardi necessari a finanziare il provvedimento approvato ieri contro il caro bollette, il Tesoro ha dovuto utilizzare tutta la sua fantasia. Ha tagliato un po’ di fondi di riserva, ma soprattutto ha dato una sforbiciata di quasi 1,3 miliardi ai rimborsi fiscali e alle restituzioni alle imprese e alle famiglie. Così come ha dovuto tagliare per 900 milioni gli interventi a sostegno della competitività sempre delle imprese. Anche trovare i 4 miliardi da “prestare” al Gse, la società pubblica che dovrà acquistare il gas per gli stoccaggi, è stato tutt’altro che semplice. I fondi sono stati “prelevati” dal patrimonio destinato della Cassa Depositi e Prestiti, il fondone da 44 miliardi di euro creato durante la pandemia per difendere e rilanciare il sistema industriale italiano.
Segno comunque, che il governo ha ancora delle risorse da prelevare nelle pieghe del bilancio pubblico per operazioni in grado, come ha detto lo stesso Draghi ieri, di proteggere il potere di acquisto delle famiglie dai rincari.