Lockdown e aiuti, pronti cinque miliardi per i settori più in crisi: decreto in settimana

Domenica 25 Ottobre 2020 di Luca Cifoni
Lockdown e aiuti, pronti cinque miliardi per i settori più in crisi: decreto in settimana

Al momento nessuno è ancora in grado di valutare l'impatto sulla crescita delle nuove restrizioni che il governo si accinge ad imporre per contrastare la seconda ondata di Covid.

E nemmeno l'effetto sui conti pubblici: sia quello meccanico legato proprio all'eventuale nuovo rallentamento dell'economia, sia quello che dipenderà invece dagli ulteriori aiuti da mettere in campo, che il governo intende comunque accelerare. Il decreto previsto per i primi giorni di novembre potrebbe vedere la luce già alla fine della prossima settimana, con gli interventi a favore dei settori più immediatamente colpiti a partire da quello della ristorazione.

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L'esecutivo però arriva a questa fase con una piccola dote derivante sostanzialmente dal minor utilizzo dei alcuni dei provvedimenti approvati nei mesi scorsi. Una dote che potrebbe aggirarsi intorno ai cinque miliardi. Soldi da spendere in larga parte nel 2021: anche se il prossimo decreto conterrà l'anticipo di alcune misure rispetto a quelle previste dalla legge di Bilancio, resta da vedere quante risorse sarà possibile utilizzare in questo scorcio di anno.


Conti definitivi


I conti definitivi si potranno fare solo a consuntivo, ma una prima valutazione il ministero dell'Economia l'ha messa nero su bianco nel Documento programmatico di bilancio appena inviato all'Unione europea, che rivede ulteriormente il quadro delineato solo una ventina di giorni prima nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Emerge per il 2020 un quadro leggermente migliore, che comporta una correzione del deficit previsto pari allo 0,3 per cento del Pil (dal 10,8 al 10,5 per cento).

Nel dettaglio, si attendono circa 2 miliardi in più da minori spese per acquisti di beni e servizi della Pa e investimenti, maggiori incassi da contributi. Queste risorse non potranno essere utilizzate in quanto tali, ma produrranno un positivo effetto di trascinamento sul 2021. Ci sono invece 3 miliardi in più che, in base alle ultime indicazioni fornite dall'Inps, derivano dal minor utilizzo delle misure di integrazione salariale a partire dalla Cig: verranno spostate sul prossimo anno. Il 2020, come ha ricordato più volte il ministro Gualtieri, beneficia in realtà anche di maggiori entrate rispetto alle stime, che hanno contribuito a ridurre il disavanzo rispetto a quello desumibile dal quadro economico e dagli effetti dei vari provvedimenti entrati in vigore. Tra le misure sfruttate solo in piccola parte ci sono anche quelle di ricapitalizzazione delle imprese, che però essendo una voce finanziaria non incidono sul deficit vero e proprio.

Quale sarà alla fine il margine effettivamente utilizzabile? Nella sua analisi che risale a due settimane fa il Centro Studi Confindustria stimava in 5-7 miliardi le risorse che risulteranno non utilizzate. Ai 3 della cassa integrazione certificati dal Mef si aggiungono altre voci: ad esempio nel capitolo turismo è ormai un dato acquisito il basso tiraggio del bonus vacanze. Sulla carta, tra contributi alle famiglie e successive detrazioni fiscali, la misura vale circa 2,1 miliardi. Al momento le risorse prenotate superano di poco i 700 milioni, mentre quelle effettivamente usate sono meno della metà. Con la scadenza fissata al 31 dicembre e i probabili nuovi vincoli sugli spostamenti a frenare i viaggi, l'avanzo dovrebbe andare oltre il miliardo. Proprio nel Dpb era indicata l'intenzione di prorogare la misura fino al 30 giugno del prossimo anno, ma ora questi fondi potrebbero essere dirottati su altre finalità: il bonus vacanze non ha mai entusiasmato gli stessi operatori del settore alberghiero, che preferirebbero interventi di sostegno più diretti.


Il criterio


La via del contributo rapido alle imprese in effettiva difficoltà è in effetti quella che l'esecutivo intende seguire. Dunque erogazioni a fondo perduto da parte dell'Agenzia delle Entrate al conto corrente delle imprese interessate: con il filtro della perdita di fatturato che in questo caso potrebbe essere valutata anche in prospettiva rispetto ai nuovi e penalizzanti orari.

Ultimo aggiornamento: 13:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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