Coronavirus, mappare il Covid19 con lo smartphone: la proposta di Vetrya al governo sul modello Corea

Martedì 24 Marzo 2020 di di Roberta Amoruso
L'uso dello smartphone per tracciare il coronavirus
Coronavirus, arriva il modello Corea. Il Covid-19 va seguito e va mappato. Soltanto così, insieme ai test mirati e a tappeto,  fermeremo davvero i contagi ed eviteremo l'ondata di ritorno. Si moltiplicano gli appelli dei virologi. Ecco perchè il governo ha aperto un vero e proprio bando per andare a caccia delle migliori soluzioni tecnologiche per arginare l'epidemia. Una di queste soluzioni è già pronta.  Si chiama PJ19 il progetto presentato da Vetrya , il gruppo italiano attivo nello sviluppo di servizi, piattaforme e soluzioni digitali, a sostegno della struttura del Commissario Straordinario per l'emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri.

Il progetto, spiega la scoietà, «consente di tracciare a livello nazionale la diffusione e correlazione sugli individui del Covid-19, utilizzando dispositivi smartphone e un sistema di mapping basato su intelligenza artificiale, per ricavare correlazioni tra individui e fornire alle strutture competenti l'andamento del Covid-19, consentendone un'analisi dettagliata sulla base dati in tempo reale e permettendo di tracciare i contaminati», ha dichiarato Luca Tomassini, Presidente e Amministratore Delegato di Vetrya nel corso di un'intervista esclusiva all'emittente SkyTg24 - Il progetto è indipendente dagli operatori di tlc e prevede una applicazione da installare sul proprio smartphone e una piattaforma di analisi delle correlazionì. La privacy? Di certo va regolata. Ma non è tempo, quello del coronavirus, per alzare muri. Soprattutto se la nostra privacy è ogni giorno, già da anni sotto attacco. Anzi, da anni è utilizzata da altri, social network e piattarme dai bilanci miliardari con il solo scopo di gonfiare gli utili. Figuriamoci se si tratta della salute.

In ogni caso Tommasini ha già chiarito:
«Si tratta di una soluzione tecnologica per intero frutto delle competenze italiane che si avvale del supporto del CNIT, il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni che consorzia 37 università italiane e 8 unità di ricerca presso il nostro CNR e che intende tutelare nel migliore dei modi il rispetto della privacy e le esigenze di protezione dei dati degli italiani».
E poi ancora:
«È fondamentale che tutti i dati devono essere raccolti e custoditi in mani affidabili e pubbliche ed oggi queste caratteristiche possono essere rappresentate solo da Sogei, la società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che rappresenta un polo di eccellenza tecnologica e che custodisce già i dati di 60 milioni di cittadini italiani», conclude l'ad.
 
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